«Tornare non è una pazzia», l'intervista a Valentino

«Tornare non è una pazzia», l'intervista a Valentino
Giovanni Zamagni
Il ritorno di Rossi ha catalizzato l'attenzione di tutti. Vale sta bene, preoccupato più per la spalla che per la gamba. L'unica incognita è la tenuta in gara. Il mondiale? «Chissà!» | G. Zamagni, Sachsenring
16 luglio 2010

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SACHSENRING – Si parlava quasi solo di Rossi quando non c’era, figurarsi adesso che è tornato. Così, come è ovvio che sia, Valentino ha catalizzato tutte le attenzione del giovedì del GP di Germania.


«Dopo il brutto incidente e la settimana passata in ospedale, un periodo davvero duro, le cose hanno cominciato ad andare meglio. Così, con i miei amici, dicevo: tornerò a Misano. La settimana successiva pensavo a Brno, quella dopo ancora alla Germania, ed eccomi qui. Il dottor Buzzi ha fatto un intervento perfetto: mi è stato inserito un chiodo di 27 centimetri, fissato con quattro viti. A casa, la situazione è migliorata velocemente, tutti quelli vicino a me hanno fatto un gran lavoro. Quando ho provato la SBK a Misano, la prima sensazione è stata abbastanza positiva, anche se avevo un po’ di dolore. Abbiamo continuato le cure e a Brno il mio feeling era molto migliorato: così ho deciso di tornare qui al Sachsenring. L’incognita più grande sarà la tenuta per tutta la gara, ma sono in una discreta forma».

Non è una esagerazione tornare così presto?
«All’inizio i medici avevano parlato di sei mesi, ma sei mesi ci vogliono per giocare a calcio, non per guidare una moto! No, non è una pazzia: muovo la caviglia al 90%, sta facendo un po’ di calleo osseo, ho ripreso a camminare un po’ senza stampelle».


Qual è l’obiettivo?

«In queste due gare (Germania e Laguna Seca, ndr) sarà soprattutto importante ritrovare gli automatismi e avere una buona forma per il finale di stagione. Voglio ritrovare il feeling passo dopo passo. Naturalmente, poi, dipenderà dalle condizioni: per me sarebbe meglio e più facile se ci fosse sempre il sole. Con la SBK riuscivo a guidare abbastanza bene, ma bisognerà vedere con la M1, che ha un’altra posizione di guida. Con la SBK sono andato bene, mi sono divertito, ma bisognerà vedere insieme agli altri. Dovrò un po’ adeguarmi. Non credo ci saranno grandi differenze con la SBK, perché è una moto pesante e potente. La differenza più grande saranno i freni, perché quelli in carbonio sono molto più tenaci di quelli in acciaio. La pista che gira soprattutto a sinistra (10 curve a sinistra, 4 a destra, ndr), mi può dare una mano».

La spalla come va?
«Paradossalmente mi preoccupa di più della gamba. Ma nelle ultime due settimane ho potuto lavorare molto, soprattutto in piscina, e la spalla è migliorata tanto. Se posso, spero di non dovermi operare a fine stagione, ma vedremo come vanno queste gare: se dovesse farmi male, mi farò operare, visto che devo correre ancora per tanti anni».

Come hai vissuto questi giorni a casa?
«E’ stato bello vedere il calore dei tifosi, tutti quelli che mi hanno seguito e incoraggiato. La gente mi ha fatto forza, era contenta di sapere che sarei tornato in moto prima del previsto».

Qualcuno dice che Lorenzo avrebbe potuto vincere anche con te in pista.
«Sicuramente Lorenzo ha dimostrato di essere il pilota più in forma, soprattutto in queste gare nelle quali io non c’ero, ma anche prima: è andato molto, molto forte».

Ma al mondiale ci pensi ancora?
«Chissà! Niente è impossibile, ci sono ancora tante gare: non è impossibile recuperare 100 punti in 11 gare. Chiaramente, non è che sono venuto qui per cercare di tornare in lotta per il mondiale, però nelle gare di moto non si sa mai. Nel 2006 avevo recuperato 52 punti (in realtà 51, ndr) ad Hayden in sei GP… Spero di fare altre belle gare, di lottare fino alla fine. Sono molto contento di essere qui, perché mi mancava molto guidare, il mio team e per un pilota l’adrenalina della gara è qualcosa di insostituibile».
 

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