Spunti, considerazioni, domande dopo il GP della Thailandia

Spunti, considerazioni, domande dopo il GP della Thailandia
Giovanni Zamagni
Quali sono state le chiavi del GP? Márquez può vincere il mondiale in Giappone? Ducati qui era superiore a Honda?
7 ottobre 2018

Quali sono state le chiavi del GP?

1) Gomme uguali. A parte qualche eccezione (Iannone media anteriore, A.Espargaró soffice posteriore) tutti sono partiti con le stesse gomme, quindi non ci sono stati vantaggi per uno o per l’altro pilota. La differenza, quindi, è stata fatta dalla guida e dalla moto;


2) Il controllo di Márquez. Solo lui poteva fare quel sorpasso alla curva cinque: nonostante la moto fosse di traverso, la forcella a pacco e il posteriore quasi senza aderenza, Marc non solo è riuscito ad andare alla corda, ma anche a tenere la traiettoria giusta in uscita;


3) Strategia Dovizoso. Andrea ha spiegato (leggi l'articolo) come fosse convinto che Marc avesse più gomma nel finale, ma quando è stato superato si è accorto che non era così: essendo stato sempre davanti a tirare il gruppo, non sapeva in che condizioni fosse il rivale. Una tattica sbagliata? Dovizioso dice di no: la sua tesi è che se fosse stato dietro, per lui non ci sarebbe stata possibilità;


4) Troppo lontano alla 12. Quando Dovizioso è arrivato alla 12, dove era fortissimo, era comunque troppo lontano da Márquez. Andrea ci ha comunque provato, ma la sua è stata più una manovra disperata per non lasciare niente di intentato, piuttosto che un vero e proprio sorpasso.

 

Sorpassi Márquez/Dovizioso.

23° giro: 2 (Márquez 1°, Dovizioso 1°); 24°giro: 4 (Marquez 1°, Dovizioso 1°, poi all’ultima curva Márquez 1°, Dovizioso 1°); 25° giro: 2 (Márquez 1°, Dovizioso 1°); 26° giro: 3 (Márquez 1° alla 5, Dovizioso 1° alla 12 per pochi metri, Márquez 1° al traguardo).

 

Márquez può vincere il mondiale in Giappone?

Certamente. Avendo 77 punti di vantaggio deve lasciare il Giappone con almeno 75 punti su Dovizioso. Quindi sarà campione se vincerà il GP o se perderà al massimo due punti da Andrea.

 

Ducati qui era superiore a Honda?

Secondo me no. Come confermano i risultati della seconda Honda e della seconda Ducati al traguardo: Crutchlow ha finito 7° a 6”520 da Márquez, Bautista 8° a 6”421 da Dovizioso: come dire che le moto erano equivalenti. Non solo: Pedrosa è caduto al 19° giro, mentre era quinto a 1”286 da Dovizioso e a 1”072 da Márquez. Quindi…

 

Ma è la Yamaha a essere migliorata o è stata solo una questione di pista, asfalto, gomme?

La prestazione di Zarco, quinto al traguardo a circa 2”5 da Viñales e a 1”2 da Rossi sembra dire che la M1 ufficiale non è migliorata più di tanto (la moto di Zarco è esattamente uguale a quella della prima gara), quindi a fare la differenza è stata più la combinazione pista/asfalto/gomme che le migliorie apportate alla moto ufficiale. Chissà se l’ingegner Bernardelle è d’accordo: lo scopriremo martedì a DopoGP.

 

Quanto è calato il ritmo di Aleix Espargaró con la morbida al posteriore?

Aleix ha fatto il suo miglior giro al 15° passaggio (1’31”987), poi ha girato sempre in 1’32” alto per poi salire ancora: 24° giro: 1’33”486; 25°: 1’33”869; 26°: 1’34”047.

 

Giri veloci in gara (tra parentesi il giro in cui è stato realizzato).

Márquez  1’31”471 (16); Dovizioso 1’31”492 (4); Rossi 1’31”500 (4); Pedrosa 1’31”533 (18); Viñales 1’31”602 (18); Crutchlow 1’31”664 (4); Bautista 1’31”670 (16); Rins 1’31”686 (9); Zarco 1’31”704 (12); Miller 1’31”745 (12); Iannone 1’31”745 (13); Petrucci 1’31”754 (12).

 

Le tre più belle frasi del GP

3) Dovizioso: “I tifosi europei dovrebbero imparare da quelli thailandesi: ognuno aveva la maglietta del proprio pilota, ma il sostegno era per tutti, felici di vedere la gara”;

2) Rossi: “La Moto2 è stata fantastica: per fare meglio dovevano fare primo e primo…”.

1) Rossi (leggi l'intervista): “Le gare sono strane, sembrano gare di ciclismo: va avanti uno, poi un altro, poi uno tenta la fuga e tutti gli vanno dietro”.