Rossi: "Questo è il nostro potenziale"

Rossi: "Questo è il nostro potenziale"
Giovanni Zamagni
"Con questo assetto riesco a guidare più vicino al limite. E' una questione tecnica, non di approccio mentale. Adesso dobbiamo rendere il motore più dolce e migliorare in accelerazione" | G. Zamagni, Estoril
6 maggio 2012

Punti chiave

 ESTORIL – Una gara dignitosa, ma che toglie definitivamente ogni illusione: “Questo è il nostro potenzialesentenzia Valentino Rossi. E sarà così per un bel po’, perché il distacco dai primi conferma che c’è da recuperare un secondo al giro. Se non altro, però, Valentino può sorridere per essere stato nettamente il primo tra i piloti Ducati al traguardo, anche se è giusto ricordare che Nicky Hayden è stato rallentato da un grave problema: il sistema elettronico è andato in tilt e “leggeva” la posizione sbagliata, sfasata di mezzo giro. In altre parole: quando Hayden era alla curva uno, per esempio, il sistema pensava che si trovasse un chilometro più avanti, quindi invece di parzializzare dava piena potenza, o viceversa.


“Oggi è andata un pochino meglio: diciamo che in gara siamo riusciti a sfruttare il lavoro fatto nelle prove. Questo è il nostro potenziale, rispetto agli altri GP siamo partiti da una base migliore, abbiamo preparato la gara senza tanti intoppi e sapevo esattamente cosa aspettarmi dalla moto e dalle gomme. Ho recuperato qualche posizione all’inizio, poi ho girato con un passo costante in 1’38” basso, ovvero il tempo che ci aspettavamo. Mi sono anche avvicinato a Bautista, ma non sono riuscito a prenderlo e ho rallentato. Questo è il punto di partenza: nelle prossime gare dovrebbe essere un pochino più facile, perché conosco meglio la moto. Come previsto, oggi perdevo soprattutto nella parte centrale del tracciato, in 2-3 accelerazioni, ma rispetto al passato ero più efficace e competitivo in frenata e in entrata di curva, me la sono potuta giocare. Con la GP12, tutti i piloti Ducati riescono a spingere più forte perché il davanti non ti tradisce come faceva la GP11. Ma, naturalmente, non siamo ancora veloci, ci sono tanti problemi da risolvere, ma per quello che ho capito parlando con Filippo Preziosi (il direttore tecnico di Ducati, NDA) non li risolveremo con il motore che proveremo domani, bisognerà fare altri passi. Per il discorso della punzonatura dei motori (6 per l’intera stagione, NDA) fino a Silverstone (fra tre GP, NDA) non potremo utilizzarne di nuovi”.
 

E’ più il rammarico per aver perso tempo o la soddisfazione di avere finalmente trovato una base sulla quale lavorare.
“E’ più la soddisfazione per aver trovato la strada giusta. Prima utilizzavamo un assetto diverso perché io e la mia squadra abbiamo sempre lavorato in un certo modo, che però non andava bene con questa moto
   

Sono soddisfatto perché in gara ho potuto guidare più vicino al limite: se non l’ho fatto in precedenza era per un problema tecnico, non certo mentale

  
E’ vero, abbiamo perso un po’ di tempo, ma non è che nelle prime due gare sarebbe cambiato più di tanto. Adesso, però, sono soddisfatto perché in gara ho potuto guidare più vicino al limite: se non l’ho fatto in precedenza era per un problema tecnico, non certo mentale”.