Rossi: "Ho visto Marquez in pista, non solo in conferenza stampa"

Rossi: "Ho visto Marquez in pista, non solo in conferenza stampa"
Giovanni Zamagni
Valentino soddisfatto del terzo posto: "Sarebbe stato perfetto se fossi riuscito a battere Dovizioso, ma è stato un buon risultato. E Marc era lì, non troppo lontano". Sul campionato: "Il pilota da battere è il campione del mondo, ma bisogna tenere in considerazione anche le Ducati"
13 aprile 2015

AUSTIN – Un po’ di rammarico per essere stato battuto da Dovizioso c’è, ma, giustamente, Valentino Rossi è molto più soddisfatto per essere uscito alla grande da un GP considerato molto insidioso alla vigilia.

«Questa, sulla carta, è la peggior pista per la Yamaha: qui abbiamo sempre sofferto. Già nel 2014 era andata un po’ meglio, ma quest’anno molto meglio: sono stato davanti in tutti i turni, anche sul bagnato non sono andato male, sabato in qualifica avrei anche potuto conquistare la prima fila. Poi la gara: sono partito forte e sono stato competitivo, sarebbe stato perfetto se fossi riuscito a battere Dovizioso, anche per il campionato e per avere quattro punti in più. Ma non è stato possibile: il problema era che già dopo tre giri ero in difficoltà sulla destra con l’anteriore. Sono molto contento anche perché Marquez era lì: è stato complessivamente più veloce, ma l’ho visto per tutta la gara. Ad Austin, solitamente, lo vedevo solo in conferenza stampa... del giovedì. Quindi siamo migliorati. Purtroppo in questa pista distruggiamo sempre la gomma anteriore, ma questa volta siamo stati più bravi, anche perché la Bridgestone ci ha portato quella più dura. Speravo che Dovi, che ha montato la “33”, la media, fosse più in difficoltà, invece ero più in affanno io con la dura».

 

Significa che la Ducati lavora meglio della Yamaha?

«In generale no, ma qui sì: con la sua gomma mi sarei dovuto fermare dopo cinque giri. Direi che quello che si è capito da questo GP è che le due Ducati saranno competitive: soprattutto Dovizioso, ma anche Iannone».

 

Alla vigilia avevi detto che sarebbe stato importante provare a dare fastidio a Marquez; secondo te ci siete riusciti?

«Diciamo all’80%. Naturalmente nell’ultimo giro lui ha rallentato, ma era lì, non troppo lontano: in teoria, nelle piste dove la nostra moto va meglio, possiamo essere più competitivi».

 

A cominciare dall’Argentina?

«Secondo me non è male per noi. Speriamo che l’asfalto sia pulito, perché nel 2014 era piuttosto sporco, ma il disegno della pista è bello e la Yamaha non dovrebbe essere male lì. Anche in Argentina Marquez va molto forte, tanto che l’anno scorso era stata una delle gare dove aveva dominato di più: sarà difficilissimo batterlo, ma se siamo lì vicino…».
 


Credi che Dovizioso possa inserirsi nella lotta per il mondiale.

«E sempre stato un avversario difficile da battere. Adesso è in grande forma, la moto va forte: quindi sì, bisogna tenere anche in lui in considerazione, anche se, naturalmente, il pilota da battere è il campione del mondo».

 

Al contrario, dopo solo due gare, si può già dire che Lorenzo sia fuori dal Mondiale?

«No, anche se è un po’ in difficoltà, ha avuto due GP un po’ difficili. Lui però ha dimostrato di sapersi rialzare anche da un giorno all’altro: è troppo presto per dire che è fuori dai giochi».

 

Ancora una volta, i piloti italiani sono stati protagonisti…

«E’ una figata per il motociclismo nel nostro Paese, perché negli ultimi anni la Spagna ci ha fatto un… così, per usare un eufemismo. Bello che ci siano tre italiani che vanno forte in MotoGP e ci sono degli italiani molto bravi che stanno venendo su da dietro: gli spagnoli rimangono più forti, ma siamo in grande crescita».

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