Rossi: "Bradl dove credeva di andare?"

Rossi: "Bradl dove credeva di andare?"
Giovanni Zamagni
Valentino rammaricato: “Il podio era alla mia portata. L’aspetto positivo è che ho girato forte fino alla fine anche su una pista nuova” | G. Zamagni, Termas de Rio Hondo
28 aprile 2014

Punti chiave

 

TERMAS DE RIO HONDO – Un altro quarto posto, come tante volte nel 2013, ma questo ha tutto un altro spessore: l’anno scorso, Valentino Rossi prendeva spesso parecchi secondi da “quei tre là”, mentre questa volta – ancora una volta, ormai è una costante dall’inizio dell’anno – Valentino è stato protagonista e se ad Austin aveva visto sfumare il podio per la “cottura” della gomma anteriore, a Rio Hondo è stata un’entrata quanto meno aggressiva (eufemismo) a fargli perdere la possibilità di contendere il terzo posto al compagno di squadra, forse addirittura il secondo a Dani Pedrosa.

«Ma Bradl dove voleva andare?» ripete il campione della Yamaha, rammaricato di aver perso un’altra occasione favorevole.


«Diciamo che ciò che mi dispiace è lo stesso motivo per cui posso essere contento: avevo il potenziale e il passo per andare sul podio. Purtroppo, però, Bradl mi ha buttato fuori pista: non dico che lo ha fatto apposta, probabilmente è arrivato lungo. Non solo ho perso due secondi in quel giro, ma ho dovuto anche rimontare, ripassare Iannone e Bradl, mentre quelli davanti si allontanavano. Nella seconda parte, però, ho girato forte: credo che senza il dritto sarei arrivato davanti a Lorenzo. Ecco, per questo sono deluso, ma sono soddisfatto perché sono stato competitivo anche su una pista nuova: avrei potuto finire sul podio in tutte e tre le gare. Adesso la Yamaha ci deve dare una mano: non ci manca tanto, ma la Honda è più forte di noi».


Dove la RC213V è superiore alla M1?
«Loro riescono a far lavorare meglio la gomma anteriore e sono più efficaci in ingresso curva. Io, rispetto all’anno scorso, mi sento molto più forte in staccata, ma rispetto alla Honda – e in particolare a Marquez – non posso frenare profondo come lui».


Jerez potrebbe essere considerata una gara chiave?
«Io non credo a questa cosa delle gare “chiave”: ogni GP vale come un altro, non ce n’è uno più o meno importante. Sicuramente Marquez ha già un grande vantaggio, ma io voglio salire sul podio, provare a batterli tutti».


E’ quindi un quarto posto molto differente da quelli dell’anno scorso?
«E’ un risultato che lascia un po’ di amaro in bocca, perché sono andato come loro (Marquez, Pedrosa, Lorenzo, NDA), sono arrivato a meno di 5” (4”898) dal primo e da metà gara in poi ho recuperato anche su Marquez, girando come Pedrosa. Ho fatto il terzo miglior tempo del GP (0”106 più lento di Pedrosa, NDA) e 1’39”486 all’ultimo giro».


Se non altro, ti puoi consolare con la prima vittoria di Romano Fenati e del tuo team in Moto3…
«Sì, è una grande soddisfazione: abbiamo organizzato una squadra in qualche mese, mettendo insieme persone di valore, come Rossano Brazzi e Vitto Guareschi. E poi c’è Romano, che fa la differenza. Adesso, però, deve rimanere concentrato, continuare così, perché c’è veramente la possibilità di giocarsi qualcosa di importante».