Presentato il Team Honda Repsol

Presentato il Team Honda Repsol
Giovanni Zamagni
In attesa dei primi verdetti del cronometro, è stata la HRC con il suo squadrone ad aprire le danze e a presentare il suoi tre piloti: Andrea Dovizioso, Dani Pedrosa e Casey Stoner | G. Zamagni
31 gennaio 2011


SEPANG – Si ricomincia, finalmente. D’accordo, sono solo test invernali, paragonabili per certi versi al calcio d’agosto, ma da domani a giovedì i piloti della MotoGP torneranno in pista per le prime prove del 2011. Tre giorni importantissimi, perché determineranno in maniera quasi definitiva le configurazioni delle moto per la stagione che inizierà il 20 marzo in Qatar, ma che potrebbero essere disturbati dalla pioggia, che a Sepang è caduta a sprazzi, ma costantemente, negli ultimi tre giorni. E’ quindi presumibile che domani la pista non sarà al meglio delle condizioni, anche se la temperatura, per il momento più bassa del solito, potrebbe agevolare il lavoro dei piloti.

In attesa dei primi verdetti del cronometro, è stata la HRC con il suo squadrone ad aprire le danze. Una presentazione che non ha nulla a che vedere con gli sfarzi di Madonna di Campiglio, dove lo sponsor riunisce Ducati e Ferrari, ma che segna un piccolo passo in avanti rispetto al passato, un tentativo di rendere più aperto uno dei box storicamente più chiusi del mondo. Un box che nel 2011 sarà tutt’altro che facile da gestire, con tre piloti come Andrea Dovizioso, Dani Pedrosa e Casey Stoner (in rigoroso ordine alfabetico) pronti a scannarsi, sportivamente parlando naturalmente, ma forse non solo, con Pedrosa, da sempre cocco dell’HRC, che sembra aver perso il potere avuto in passato.


La parola ai protagonisti

 

Sotto la regia di Livio Suppo, il manager italiano ufficialmente con soli funzioni di marketing, ma in realtà con un più ampio potere decisionale, il primo a salire sul parco è stato Shuhei Nakamoto, numero uno della HRC.

“Ogni anno – ha attaccato il giapponese – diciamo che vogliamo vincere il mondiale ed è naturalmente l’obiettivo anche del 2011. Ma quest’anno ci sentiamo più competitivi che in passato, perché abbiamo tre piloti fortissimi. E qualcosa è cambiato anche a livello gestionale”.

Il cambiamento più grande, dopo naturalmente l’ingaggio di Casey Stoner, è una maggiore comunicazione all’interno del team.

“Ci sarà una condivisione di dati tra i piloti”.

Non era esattamente così in passato, perché Pedrosa, o chi per lui, impediva che ciò avvenisse, mentre quest’anno ciascuno saprà esattamente cosa userà l’altro.

“Abbiamo sviluppato la moto del 2010 – continua Nakamoto – e continueremo a farlo per tutto il 2011, perché noi siamo la Honda! Ci sono novità di telaio e di elettronica e ogni pilota avrà due ingegneri per la telemetria, per cercare di trovare la migliore messa a punto. I piloti sono più o meno concordi che dobbiamo migliorare in stabilità e nell’erogazione della potenza e sono naturalmente questi i parametri sui quali ci concentriamo. Non abbiamo ancora preso una decisione definitiva, ma i nostri tre piloti saranno tutti in un solo box, a meno che la logistica (spazi troppo ristretti, nda) non lo consenta. In questi test, Stoner e Dovizioso utilizzeranno il prototipo 2011, quello visto già a Valencia, mentre Pedrosa guiderà una versione 2010 con alcune modifiche: dopo questa tre giorni di prove decideremo cosa fare per i successivi test (Sepang, 21, 22 e 23 febbraio, nda). In ogni caso, la Honda cercherà di accontentare tutti i piloti”.


I commenti dei piloti


Dopo Nakamoto, viene chiamato sul palco Dani Pedrosa, come al solito piuttosto stringato nei suoi commenti.

“Dopo tanto tempo comincio a sentirmi meglio dopo l’intervento alla spalla: devo ancora recuperare, non sono sicuramente al 100%, ma penso di essere pronto per questo test. Sicuramente mi manca allenamento e non salgo in moto da novembre, ma rispetto al passato ho trascorso un inverno decisamente più tranquillo. A Valencia avevo utilizzato il prototipo 2011, riscontrando alcuni miglioramenti e aspetti meno positivi: cercherò di mettere insieme il meglio del materiale a nostro disposizione. Per me non è un problema un box con tre piloti, anche se è chiaro che l’organizzazione sarà un po’ più difficile. Al momento è impossibile indicare un favorito, perché in MotoGP ci sono così tanti piloti validi, che ogni avversario diventa pericoloso”.

 

Ecco quindi Andrea Dovizioso, molto determinato, anche se perfettamente conscio di avere un compito difficilissimo.

“Sarà una stagione impegnativa, con tanti piloti fortissimi: Stoner, Pedrosa, Lorenzo, che nel 2010 ha fatto una grande stagione e sarà ancora più forte, Spies, Rossi con la Ducati. L’anno scorso ho fatto un buon progresso, ho lottato spesso per il podio, sono migliorato a livello di convinzione. Ma per arrivare a vincere, bisogna fare un altro passo in avanti, anche se non siamo lontani. La RC212V deve migliorare nella stabilità in frenata e in accelerazione e diventare complessivamente più facile da sfruttare. Per essere sempre più competitivo ho cambiato anche metodo di allenamento, con l’obiettivo di essere più consistente dall’inizio alla fine della gara. Devo essere più veloce in prova, devo trovare un migliore bilanciamento e più confidenza con la moto, e deve anche essere più consistente, cadere meno rispetto al 2010. Avere tre piloti in squadra può essere un vantaggio ma anche più pericoloso, ma tutti abbiamo la voglia e la possibilità di vincere, potremmo spingerci uno con l’altro, come è successo tra Rossi e Lorenzo in passato in Yamaha, perché nessuno vuole essere battuto dal compagno di squadra. Per quanto riguarda Valentino, è difficile in questo momento dare un giudizio: non è a posto con la spalla e faticherà ad essere competitivo alla prima gara, ma bisogna sempre temerlo".

 

Il gran finale è tutto per Stoner, gasatissimo, sorridentissimo, determinatissimo.

“Tornare in Honda è stato per me molto eccitante e devo ammettere che le prime due settimane prima del test di Valencia le ho vissuto in modo particolare. Poi, le prove di Valencia sono andate oltre le mie aspettative, anche se, naturalmente, la Honda può essere migliorata, ma il mio feeling con la moto è stato incredibile. Bisogna però essere cauti nei giudizi, perché Valencia non è il miglior circuito per mettere alla frusta una MotoGP e, inoltre, io lì mi trovo molto bene: credo che sarà più significativo questo test in Malesia, una pista sicuramente più critica sia per la moto sia per me. So che le mie dichiarazioni sulla dolcezza del motore hanno lasciato perplessi, ma questa è stata la mia impressione, soprattutto se paragonato con quello della Ducati”.

Immancabile un commento sulla moto italiana e sul periodo passato a Borgo Panigale.

“Sei molto vicino a chi crea la moto (l’ingegnere Filippo Preziosi, nda), è questo è per certi versi un privilegio. Al di là degli uomini che mi hanno seguito in Honda, avevo un buon rapporto con tutti e hanno fatto il possibile per assecondare le mie richieste. Ma ormai erano maturati i tempi per un mio ritorno alla Honda e fare parte di un team con tre piloti, come ai tempi di Doohan, Criville e Okada, per me è qualcosa di fantastico. Quando sono salito sulla Desmosedici per la prima volta, anch’io, come Rossi, ho provato strane sensazioni, perché quando dai gas vibra e si muove, ma dopo quattro anni per me era diventato tutto più facile. Anch’io ho cercato di renderla più flessibile, ma ogni pilota è diverso”.

Non si sente il favorito, ma è chiaro che Stoner è convinto di poter disputare una grande stagione.

L’avversario da battere è Lorenzo, perché ha lui il numero uno sulla carenatura. Ma Pedrosa l’anno scorso stava andando fortissimo, prima di cadere, Dovizioso è cresciuto molto e i MotoGP ci sono tantissimi campioni. E non si può sottovalutare nessuno, basta ricordarsi del 2007, quando vinsi contro ogni pronostico”.