Nico Cereghini: "Il sorpasso perfetto"

Nico Cereghini: "Il sorpasso perfetto"
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Dopo le discussioni sul sorpasso di Fenati a Miller in Argentina, che alla fine i lettori hanno giudicato regolare, ecco la domenica di Jerez con tanti sorpassi, meno spettacolari ma tecnicamente pregevoli | N. Cereghini
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6 maggio 2014

Punti chiave

Ciao a tutti! Soltanto il 27 per cento di voi ha giudicato “oltre il limite” il sorpasso di Fenati per vincere il GP di Argentina; per la stragrande maggioranza si è trattato di un episodio di gara come tanti altri e c’è stato anche chi (il 6%) lo ha considerato perfettamente regolare. Insomma, per il 73% dei nostri lettori sanzionare Romano con un punto in meno sulla patente è stato sbagliato. Va bene, tengo conto, voi amate chi va a cercarsi il successo, se serve, con una certa dose di aggressività. E lo posso benissimo condividere e l’ho pensato per tanti episodi del passato anche recente: purché, appunto, ci sia una Direzione Gara che prende in esame le manovre dubbie e quindi intervenga ufficialmente con una ammonizione, con una squalifica oppure con una completa assoluzione. Sempre sbagliato è invece ignorarle.

Quello che io temo, quando vedo entrate a rischio, è che possa innescarsi il meccanismo della moltiplicazione. Tu ieri mi hai fatto questo giochino, io oggi te lo restituisco con gli interessi e domani andiamo ancora oltre. Ma forse esagero, e la scorsa settimana ha detto bene Johnny. «Il bello del motociclismo è che queste manovre non saranno mai esageratamente pericolose perché avranno sempre il limite determinato da chi le provoca: è lui il primo a non volersi fare troppo male, mica è scemo!». E difatti domenica scorsa a Jerez nessuno è andato a cercare guai, tutti bei sorpassi puliti anche nella vivacissima Moto3. E però manca la controprova: quel punto in meno a Fenati, magari, è servito a tutti e per qualche gara saranno rose e fiori.

Il sorpasso perfetto è quello preciso come una rasoiata, quell’entrata che sorprende l’avversario non per la botta nella carena, ma per la rapidità, l’intelligenza e la precisione chirurgica


Rimane un fatto. Il sorpasso perfetto è quello preciso come una rasoiata, quell’entrata che sorprende l’avversario non per la botta nella carena, ma per la rapidità, l’intelligenza e la precisione chirurgica. Ne abbiamo visti tanti anche a Jerez. Certo, quando le gare sono molto tirate lo spazio è poco e ogni sorpasso è molto difficile. La sbavatura o l’errore-quando devi decidere in pochi centesimi di secondo di allentare la pressione della leva del freno quel tanto che basta per occupare la linea perfetta ai danni di un avversario- certe volte è anche più probabile del successo.

E così ho apprezzato molto le due ultime curve in Moto3 e in MotoGP. Nel primo caso è stato bravissimo Romano Fenati, che ha tirato la sua staccata perfetta, ha visto che Rins ci provava comunque, ha capito che sarebbe finito un po’ lungo, lo ha lasciato scorrere e si è infilato all’interno. Nel secondo caso è stato molto tecnico Rossi, che ha fatto una staccata altrettanto perfetta e si è tenuto quei due metri più interno. Pedrosa non ha avuto alcuna possibilità. Ma del resto è difficile fregare Valentino, che di sorpassi perfetti ne ha fatti a centinaia e forse una decina –è la legge dei numeri- decisamente al limite.