Nico Cereghini: “Saarinen, Spencer, Biaggi e Marquez. Che poker!”

Nico Cereghini: “Saarinen, Spencer, Biaggi e Marquez. Che poker!”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Il finlandese ha vinto al debutto come il nostro Max Biaggi, l’americano deteneva il record di precocità nella top class. Marc mi entusiasma anche di più e provo a capire perché | N. Cereghini
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23 aprile 2013

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Ciao a tutti! Ho visto Jarno Saarinen vincere in 500 al suo debutto, nel lontano 1973, e fu un’impresa esattamente uguale a quella che avrebbe realizzato Max Biaggi venticinque anni dopo. Ho visto Freddie Spencer stabilire il suo record di precocità: a 20 anni e 196 giorni già vinceva in 500; e quello fu un primato tosto, che ha resistito più di trent’anni, fino a domenica scorsa. Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente questi campioni e vedere da vicino il loro talento, e vi dico che quello che ha fatto Marc Marquez domenica in Texas, per quanto non sia stata un’autentica sorpresa dopo i test di un mese fa, mi ha colpito anche di più.

Freddie Spencer
Freddie Spencer


Spencer, il 6 luglio dell’82 a Spa, aveva una bella concorrenza
: il livello dei piloti quell’anno era molto alto e con la sua Honda lui staccò nettamente Sheene e inflisse ad Uncini (due mesi dopo campione del mondo) sei secondi; giù dal podio restarono i connazionali Roberts e Mamola, nonchè il campione in carica e compagno di squadra Marco Lucchinelli. Mica comparse. Freddie veniva dall’America, dalle quattro tempi del campionato AMA, era la punta della squadra Honda, aveva esordito con un podio e aveva già ottenuto una pole. Vinse alla settima gara e avrebbe lasciato il segno laureandosi campione già l’anno dopo. Un fenomeno.

Saarinen, che ho amato anche di più, è stato un talento altrettanto grande. Guidava fortissimo ogni cilindrata, anche sul bagnato, lavorava personalmente sulla sua moto, era per di più simpatico e comunicativo. Ma il livello della concorrenza quella volta era meno alto: c’erano almeno altri due grandi piloti, ma la Yamaha due tempi quattro cilindri surclassava le quattro tempi MV di Agostini e di Read, e la Suzuki di Findlay si rompeva sempre. In Francia Jarno diede 16 secondi a Read, in Austria 25 secondi al compagno di marca Kanaya. Poi, purtroppo, perse la vita a Monza.

Max Biaggi
Max Biaggi


Biaggi, nel 1998 a Suzuka quando vinse al debutto in 500
, realizzò qualcosa di grandioso, e bisogna sottolineare che stabilì anche la pole ed il giro più veloce; però, a mio modesto avviso e per amore di verità, si avvantaggiò del ritiro di Doohan, che non era in perfette condizioni fisiche, sbagliò la partenza e ruppe anche la moto. La miglior concorrenza, quell’anno era rappresentata da Mick e poi da Crivillè, Checa, Barros, Abe. Un livello alto, ma non altissimo. Ho già avuto modo di dire che effettivamente Max avrebbe meritato il titolo, quell’anno, e fu ingiustamente punito a Barcellona e non abbastanza difeso dalla stampa e anche dal sottoscritto.

Però Marc Marquez mi ha colpito più di tutti. Certamente aveva la miglior moto come era capitato a Saarinen e anche a Spencer (e non a Biaggi, che aveva una Honda come tanti altri, ben messa sì ma inferiore a quella ufficiale di Doohan); e si è giocato la sua giovanissima vittoria con piloti davvero fortissimi, come il solo Spencer (tra i recordman intendo) aveva fatto prima di lui. E se non ha centrato il successo al debutto c’è andato comunque molto vicino, trovando alla seconda gara nella top class anche la pole ed il giro più veloce. Un grande campione, che unisce alla freschezza dei suoi venti anni tanta classe, la freddezza del veterano, grinta da vendere. E per di più è simpatico e molto comunicativo. Non è difficile prevedere che farà tanta strada.