Nico Cereghini: “Bernardelle facci capire”

Nico Cereghini: “Bernardelle facci capire”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Lorenzo è un enigma: vince alla ventiquattresima gara con la rossa quando ormai nessuno se lo aspetta. Ha risolto i suoi problemi proprio quando il matrimonio con la Ducati è finito? Vincerà ancora presto, oppure è stata un’eccezione? L’Ing chiarirà
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
5 giugno 2018

Punti chiave

Ciao a tutti! Sono curioso di sapere cosa ne pensa l’ingegner Bernardelle e cosa dirà nel nostro DopoGP, ma questa prima vittoria di Lorenzo con la Ducati, comunque la si veda, resta un colpo di scena straordinario. Ha una valenza tecnica importante? Jorge ha risolto tutti i suoi problemi con la Desmosedici? E’ qui che il nostro esperto mi deve aiutare, e per il momento provo un mix di sentimenti: sono felice per Jorge, perché comprendo le difficoltà del pilota a digiuno, e ancora più felice per i ragazzi in rosso, che conosco e che lavorano con lui; sarei anche felicemente convinto che Gigi Dall’Igna, che ha voluto Lorenzo in Ducati, debba provare oggi una grande soddisfazione; se non fosse che lo stesso Gigi è stato bacchettato dallo spagnolo perché avrebbe tardato a dargli ascolto. E dunque non so esattamente cosa proverà l’ingegnere e non so se in Ducati questo successo, invece di entusiasmare, rischi di complicare le cose. Era Dovizioso che doveva vincere dopo l’incidente di Jerez provocato proprio da Lorenzo, era il Dovi che doveva riscattare l’errore commesso a Le Mans quando poteva dominare la gara, non era certo Lorenzo il favorito dopo gli annunci di mercato.


Serve che dica “io l’avevo detto”? Ve lo risparmio, in questi mesi tutti noi abbiamo detto tutto e il contrario di tutto. E se un mese fa ammonivo testualmente “adagio a darlo per spacciato, Jorge è un campione ed è capace di vincere i prossimi due GP”, di sicuro un mese prima devo aver lasciato capire che ormai a Lorenzo non ci credevo più. E’ come stare sulle montagne russe: questa vittoria alla ventiquattresima (!) gara sulla Ducati, diciamo la verità, non se l’aspettava più nessuno. Ma è proprio qui che, al di là di ogni spiegazione, questa impresa diventa grandissima: in una sola gara il nostro mondo sembra rovesciarsi, e forse nulla sarà più come prima.


Pensavamo, tanto per cominciare, che Lorenzo sparasse parole a vanvera quando un mese fa assicurava “ora sono già capace di fare dieci giri in testa, molto presto farò in testa tutta la gara”: e invece lui l’ha fatto. Poi eravamo convinti che la guida rotonda di Jorge non potesse proprio sposarsi con la Ducati, e invece lui ha vinto guidando più rotondo che mai. Infine eravamo abituati a vedere risorgere, semmai, il pilota in odore di licenziamento e non il pilota appena licenziato. E invece, guarda il caso: prima Andrea Dovizioso butta alle ortiche quello che pareva un facile successo poche ore dopo aver ottenuto l’agognata conferma del contratto, e subito dopo ecco Jorge Lorenzo che vince alla grande la sua prima gara da pilota libero. Qui c’è da sottolineare che questa storia del mercato piloti in anticipo di un anno ci ha veramente stancato. Ma in ogni modo, tornando al caso di Jorge, davvero c’è da perdere la bussola, a meno che…


A meno che la gara del Mugello sia stata un’eccezione, e dal prossimo turno si torni alla normalità. Perché un segnale in questo senso c’è: il ritmo di gara è stato molto più basso di quello dell’anno scorso. Domenica Lorenzo ha girato sul passo del “48 neanche tanto basso“, mentre dodici mesi fa il Dovi viaggiava spesso sul “47 alto”, tanto che il tempo totale del vincitore 2018, sulla stessa distanza dei 23 giri, è di ben undici secondi più alto rispetto a quello del 2017. Non è che si possa fare un confronto scientifico da un anno all’altro, perché le condizioni non sono mai identiche, ma insomma...Una gara decisa dalle gomme, più che dalla guida dei piloti? Per svelare l’enigma Lorenzo, attendo l’ultima parola di Giulio Bernardelle.

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