Nel box Ducati nessun muro tra Nicky e Valentino

Nel box Ducati nessun muro tra Nicky e Valentino
Giovanni Zamagni
Tutte le attenzioni sono per Rossi, ma Hayden non se la prende. Non ha però nessuna intenzione di mettersi in un angolino e vedere quello che fa lo scomodo compagno di squadra | G. Zamagni, Madonna di Campiglio
11 gennaio 2011

 
MADONNA DI CAMPIGLIO – Prima di essere un buon pilota, Nicky Hayden è un bravo ragazzo e una persona intelligente.  Al terzo anno in Ducati, dopo il 2010 discreto, l’obiettivo di Nicky è lottare costantemente per il podio.

«Come sapete – risponde alle domande della conferenza stampa -, l’inizio con questa moto è stato difficile, ma siamo migliorati costantemente, sia nel rapporto con la Desmosedici sia con la squadra. Tra il primo e il secondo anno c’è stato un grande cambiamento: spero di fare la stessa progressione nel 2011. A fine 2010 la GP10 è migliorata tanto, come dimostrano le vittorie di Stoner, ma vogliamo fare altri passi in avanti: ieri ero a Bologna (alla Ducati, nda) e ho visto con piacere che i tecnici stanno lavorando a pieno ritmo. Ma anch’io devo progredire rispetto al 2010, perché nella passata stagione sono caduto un po’ troppo.

Dobbiamo sicuramente lavorare sull’anteriore, bisogna trovare il feeling giusto per capire il limite quando spingi forte e bisogna migliorare la tenuta della moto in curva. I primi commenti di Valentino sono stati simili ai miei: sarà un piacere lavorare con lui e il suo team, la loro esperienza può sicuramente aiutare la Ducati nello sviluppo della GP11. Per me sarà una stagione stimolante: so che non sarà semplice con un compagno così forte a fianco, ma io voglio concentrarmi sul mio lavoro. Sarà sicuramente un bel termine di paragone, ma non devo farmi “spingere a lato” (testuale, nda): devo mantenere la mia posizione e affrontare questa sfida con interesse e allegria.

Rispetto ai tempi della Honda, quando nel 2003 eravamo compagni di squadra, sono cambiate moltissime cose: allora, di fatto, non si lavorava sulla moto, si cambiavano solo le gomme e si dava gas. Adesso è tutto differente, c’è tanta elettronica e un sacco di cose da fare.

Quest’inverno ho fatto un piccolo intervento al tunnel carpale destro, perché nel 2010 mi si addormentava leggermente il braccio. Adesso sto bene, mi sono potuto allenare e non vedo l’ora di tornare in sella in Malesia. L’approccio con Rossi è stato positivo: in Ducati non c’è nessuna parete e viene condiviso tutto, anche con i team satellite. Noi siamo più piccoli rispetto alle squadre giapponesi e dobbiamo compensare questo limite con il lavoro di squadra. La MotoGP è una categoria durissima, con i migliori piloti del mondo: per questo amo questa categoria».

 

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