MotoGP. Sfida Ducati: Dovizioso e Iannone obbligati a vincere

MotoGP. Sfida Ducati: Dovizioso e Iannone obbligati a vincere
Giovanni Zamagni
La superiorità Ducati mette pressione a Dovizioso e Iannone. Questa volta niente scuse: sono obbligati a salire sul gradino più alto del podio
13 agosto 2016

ZELTWEG Freddo, tiepido o caldo, sul singolo giro o sulla distanza: fino adesso il dominio della Ducati è stato netto ed evidente. «Non metteteci troppa pressione» scherza Andrea Dovizioso, ma è chiaro che una tale superiorità va sfruttata: anche un secondo posto verrebbe considerato deludente. Anche se gli avversari si sono avvicinati, l’occasione è grossa e non va sprecata: non ci sono scuse. Valentino Rossi, Marc Marquez e Jorge Lorenzo, tanto per nominare i tre grandi protagonisti delle ultime stagioni, vanno in pista ogni domenica con la pressione di dover vincere a tutti i costi. Fa parte dello sport, se vuoi raggiungere certi risultati, devi saper gestire la tensione di essere favorito. Niente scuse, quindi, sotto questo aspetto: Dovizioso e Iannone devono vincere, punto e basta. A meno, naturalmente, di eventi straordinari.

GRANDE TENSIONE TRA I PILOTI

Piuttosto, la superiorità della Ducati sugli avversari, pone Dovizioso e Iannone uno contro l’altro: la sfida, sulla carta, è tutta tra di loro. Ed è ricca di significati, di risvolti psicologici questi sì difficili da gestire, che potrebbero fare una grande differenza: i due non si sono mai troppo sopportati a vicenda e dopo quanto accaduto in Argentina – con Iannone che ha centrato Dovizioso alla penultima curva, vanificando un secondo e un terzo posto sicuri - si odiano proprio. Come se non bastasse, a uno (Dovizioso) è stato prolungato il contratto per altri due anni, l’altro (Iannone) è stato costretto a passare alle Suzuki.

PIU’ PRESSIONE PER DOVIZIOSO

Sotto questo aspetto, la pressione è maggiore su Dovizioso: per lui, sarebbe uno smacco troppo grande prendere paga dal compagno di squadra che l’anno prossimo non sarà più al suo fianco. Andrea lo sa perfettamente, per lui è quasi obbligatorio battere l’altro Andrea. Il quale non vede l’ora di fare uno sgambetto a Dovizioso e, soprattutto, fare un torto, in qualche modo, a Gigi Dall’Igna e agli uomini di Borgo Panigale, dimostrare che hanno preso la decisione sbagliata. Ci è riuscito in qualifica (ma conta poco), sogna di ripetersi in gara. Ecco, quindi che la sfida di domani diventa molto delicata, senza dimenticare che è un’occasione per il momento più unica che rara (ma la grande crescita della Desmosedici fa sperare che ce ne saranno presto delle altre), perché la Ducati non sale sul gradino più alto del podio da ottobre 2010 (Stoner, GP d’Australia) e da allora ha sempre rincorso, prendendo schiaffi e ceffoni (sportivi) anche molto dolorosi. Insomma, non è come la Mercedes, che in F.1 si gioca tutte le domeniche la vittoria con Lewis Hamilton e Nico Rosberg. Pensateci bene: i due, campioni della Mercedes nonostante siano abituati a questo tipo di pressione, entrano in contatto e si mandano a quel paese un GP sì e l’altro pure. I due Andrea, al contrario, non sono certo avvezzi a certe situazioni: forse, il GP d’Austria si gioca tutto su questo aspetto.

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