MotoGP. I test dell'Estoril

MotoGP. I test dell'Estoril
Giovanni Zamagni
Tempi stratosferici nei test del lunedì, mediamente un secondo più veloci delle qualifiche di sabato. Per due motivi... | G. Zamagni, Estoril
3 maggio 2011

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ESTORIL – Tempi stratosferici nei test del lunedì, mediamente un secondo più veloci delle qualifiche di sabato. Per due motivi: la pista è sicuramente in migliori condizioni e più gommata rispetto ai giorni di gara e, soprattutto, una nuova copertura posteriore Bridgestone, che verrà utilizzata nel 2012, particolarmente efficace. Due elementi che non cambiano però sostanzialmente quanto già emerso durante il GP: Marco Simoncelli ha chiuso davanti a tutti con uno stratosferico 1’36”211 (miglior giro mai fatto all’Estoril 1’35”715 di Lorenzo nel 2008 con le gomme da qualifica) e questo aumenta il rammarico per la caduta in gara al primo giro; Jorge Lorenzo continua a essere un martello, Valentino Rossi e la Ducati sono sempre a 1”1, anche se alcuni miglioramenti ci sono stati.

SIMONCELLI, CHE PECCATO

Iniziamo da Sic. “Visto come ho girato in questi test, mi girano ancora di più le scatole per la scivolata” si rammarica il pilota del team Gresini, che ha effettivamente sprecato una grandissima occasione. Per quanto riguarda i test, Simoncelli, oltre alle gomme Bridgestone, ha provato nuove tarature alle sospensioni e una frizione più evoluta per l’antisaltellamento. In Casa Honda, per la verità, non c’era grande materiale da provare: Casey Stoner aveva ancora problemi alla schiena, mentre Dani Pedrosa ha effettuato solo 17 giri, poi era troppo stanco e dolorante al braccio sinistro per continuare. “Peccato, avrei voluto provare la forcella 2011”, ha detto Dani, comunque soddisfatto del fine settimana portoghese.

TANTE NOVITA’

Tante, invece, le novità in Casa Ducati, dove ha debuttato il nuovo telaio, sempre in carbonio, ma decisamente meno rigido. “Sono soddisfatto – ha detto Valentino -: appena montato, abbiamo verificato dei miglioramenti e ogni modifica fatta ci faceva fare un passo in avanti. Lo useremo certamente a Le Mans, è un primo passo positivo anche se c’è ancora molto da fare”. Rossi ha provato anche un nuovo motore, più dolce nell’erogazione. “Anche questo va meglio dell’altro, ma prima di poterlo utilizzare dobbiamo aspettare di punzonare il terzo propulsore (quindi presumibilmente per Barcellona o Silverstone, nda)”.
Rimane il fatto che è cambiata la posizione, ma non il distacco: in qualifica Rossi era nono a 1”110, nei test Valentino ha chiuso quinto a 1”171. In questo senso c’è da preoccuparsi. “Quando però gli altri hanno migliorato tanto con la nuova Bridgestone – prova a cercare una giustificazione il fenomeno di Tavullia – io ormai ero un po’ cotto e quindi non ho potuto forzare più di tanto”.
La sensazione è che sia stato fatto un buon passo in avanti nella costanza, ma Honda e Yamaha rimangono ancora lontane: insomma, siamo solo all’inizio del lavoro di sviluppo.

Scarica i tempi (PDF) dei test dell'Estoril