MotoGP. Honda contro tutti

MotoGP. Honda contro tutti
Giovanni Zamagni
Come era prevedibile, è scoppiato il “caso” Marquez: la HRC avrebbe voluto farlo provare in Qatar, ma la Yamaha tuona «O tutti o nessuno». Un caso “politico” che crea parecchio imbarazzo | G. Zamagni, Sepang
26 febbraio 2014

Punti chiave

SEPANG - Ormai è sempre più “Honda contro tutti”: la possibilità che Marc Marquez vada a provare in Qatar il 7, 8 e 9 marzo assieme ai piloti e ai team “satelliti”, invece che in Australia il 3, 4 e 5 marzo con tutti gli “ufficiali” ha creato più di un malumore, con Yamaha e Ducati pronte a dare battaglia. Come fa ben capire Maio Meregalli, Team Director della Casa di Iwata: «A Valencia – sono le sue parole – i Costruttori avevano stipulato un “gentlemans’ agreement” e avevano dato la loro disponibilità alla Bridgestone per andare a provare a Phillip Island, per il problema delle gomme emerso nel GP d’Australia 2013. Naturalmente ci spiace quello che è successo a Marquez e non vogliamo vietargli di andare in Qatar». Ma… «…ma se ci va lui, allora ci andiamo anche noi».


PRESA DI POSIZIONE

Il discorso di Meregalli è chiarissimo e anche giusto, nonostante il regolamento non vieti alla Honda di mandare Marquez in Qatar anziché in Australia: sui sacri libri della FIM non c’è scritto nulla di tutto questo e quindi la HRC ha la possibilità di fare come vuole. Ma è chiaro che se Marc andasse a provare a Losail due settimane prima del GP ne ricaverebbe un vantaggio, che la Yamaha (ma anche la Ducati) non ha certamente nessuna intenzione di concedere. Anche per una questione di principio: fare passare senza dire nulla una cosa così, vuol dire dare alla HRC un enorme peso politico.


LE REAZIONI DEI PILOTI

Anche i piloti sono più che dubbiosi. Cal Crutchlow: «Io non mi gioco certo il mondiale con Marquez e, quindi, alla fine non mi importa nulla, ma se fossi in una situazione differente mi arrabbierei (ovviamente non dice proprio così, NDA) come una bestia».

Un concetto che ripete, in altri termini, Andrea Dovizioso: «Già trovo sbagliato che qualcuno vada in Qatar e altri in Australia (qui bisogna fare una precisazione: in origine, tutti avrebbero dovuto andare in Qatar e solo per assecondare le richieste della Bridgestone sono stati sdoppiati i test, con team ufficiali da una parte e squadre satellite dall’altra, NDA), se poi ci va il campione del mondo…».

Decisamente più diplomatico Valentino Rossi: «Non mi sembra giusto, ma, in fondo, a me non cambia niente», mentre Jorge Lorenzo prima afferma che: «Se lo può fare, fa benissimo ad andarci», poi però ci ripensa e quando gli si fa notare che Marquez potrebbe avere un vantaggio nella preparazione della prima gara, cambia decisamente umore. E forse opinione, anche se non lo dice pubblicamente.


COME FINIRA’?

Come andrà a finire quindi? La Honda aveva già ottenuto da Mike Webber il via libere per far provare Marquez in Qatar, ma la presa di posizione della Yamaha «Se va Marc andiamo anche noi» è forte e lascia poco margine di manovra alla Race Direction. Con ogni probabilità, quindi, Webber si rimangerà la parola – anzi l’email! – data, Yamaha, Ducati e Honda (con Pedrosa) andranno a Phillip Island, con Marquez che potrebbe decidere di raggiungere i colleghi a Phillip Island, come peraltro era già nelle sue intenzioni. Altrimenti? «Altrimenti Marquez può andare a girare a Brno, nel circuito test della Honda».