Marquez, quando tornerà in pista?

Marquez, quando tornerà in pista?
Giovanni Zamagni
Marquez vorrebbe provare in Australia nei test Bridgestone, la HRC lo vorrebbe far riposare ed – eventualmente – farlo girare in Qatar, assieme ai team satellite e alle Open. Ma Yamaha e Ducati si oppongono | G. Zamagni, Sepang
26 febbraio 2014

Punti chiave

 

SEPANG – Non c’è Marc Marquez, ancora convalescente in Spagna dopo la (piccola) frattura del perone della gamba destra, conseguenza di una caduta con la moto da dirt track mercoledì scorso, ma è sempre lui al centro dell’attenzione. Mentre i suoi colleghi sono in pista per il primo dei tre giorni di prove a Sepang – alle 15.40, le 8.40 in Italia, la classifica dice: Bautista in 2’01”213, Rossi a 0”136, Lorenzo a 0”554, Espargaro (Pol) a 0”839, Smith a 1”271, Bradl a 1”287, Hayden a 1”358, Pedrosa (non al meglio fisicamente) a 1”393, Dovizioso a 1”485, Iannone a 1”572, Edwards a 1”856, Crutchlow a 1”974, Hernandez a 2”494, Barbera a 2”664, Espargaro (Aleix) a 2”851, Redding a 2”920, poi Aoyama (caduto senza conseguenze), De Puniet, Pirro, Di Meglio, Nakasuga, Abraham, Aoki -, Marc continua il recupero alla gamba destra, in particolare con sedute di magnetoterapia.


UNA GRAN VOGLIA DI TORNARE

Marquez si sente bene, ogni giorno sempre meglio e, se fosse per lui, tornerebbe in pista già a Phillip Island settimana prossima, quando dal 3 al 5 marzo sono previsti i test Bridgestone. Ma i suoi uomini (a cominciare da Emilio Alzamora) e quelli della HRC vorrebbero – giustamente – che il campione del mondo riposasse, anche perché nei primi test di Sepang (miglior tempo assoluto, sempre il più veloce per tre giorni su tre) hanno dimostrato che la nuova RC213V gli piace ed è competitiva: meglio quindi recuperare la condizione fisica, piuttosto che affrettare i tempi, soprattutto per scongiurare i pericoli di una eventuale caduta. Ma Marc non ci sente, vuole girare e così si sarebbe arrivati a un compromesso: Marquez salterebbe i test di Phillip Island per andare a provare in Qatar dal 6 all’8 marzo, avendo così tre giorni in più a disposizione per il recupero e potendo fare un viaggio aereo di sole 9-10 ore, contro le 25-26 per raggiungere l’Australia.


UNA FORZATURA REGOLAMENTARE

Si tratterebbe, però, di una forzatura regolamentare, perché i test del Qatar, perlomeno teoricamente, sono destinati solamente ai team satelliti e alle moto “Open”. Solo teoricamente, però, perché come purtroppo accade quasi sempre in MotoGP, non c’è nessuna norma scritta che lo vieti, tanto che la HRC avrebbe già ottenuto (il condizionale è d’obbligo) il permesso per far provare Marquez a Losail. Una situazione, però, che chiaramente non sta bene a Yamaha e Ducati, perché così Marquez non solo proverebbe quando non sarebbe previsto, ma raccoglierebbe dati importanti in vista del primo GP, in calendario il 23 marzo proprio in Qatar. Sia Maio Meregalli (Team Director Yamaha) sia Paolo Ciabatti (responsabile progetto Ducati MotoGP) sono intenzionati a opporsi, ma con poche armi a disposizione, se non quelli di un accordo diretto con la Honda. Cosa succederà, quindi? Bisognerà vedere quanto l’HRC ha voglia di scontrarsi con gli altri costruttori, con i quali è in polemica per la questione “Open”: le prossime ore saranno decisive, anche perché oggi pomeriggio, Marquez farà un controllo per capire effettivamente le sue condizioni fisiche.