MotoGP. Ducati, il mistero della Open

MotoGP. Ducati, il mistero della Open
Giovanni Zamagni
La decisione è già stata presa, eppure i piloti ufficiali non hanno ancora provato la GP14 nella nuova versione: perché? Risponde Paolo Ciabatti, responsabile del progetto MotoGP | G. Zamagni, Sepang
27 febbraio 2014

Punti chiave

SEPANG - La decisione è già stata presa, anche se in Ducati continuano a negare: «C’è tempo fino a mezzanotte del 28 febbraio» rispondono sapendo benissimo di non essere credibili. Anche perché la scelta sembra “obbligata”: con una moto tutta da sviluppare, con un motore da cambiare, si deve correre nella “Open”, non tanto per i 24 litri e la gomma morbida in più a disposizione, ma soprattutto perché i propulsori non devono essere “congelati” tecnicamente alla prima gara. Per questo – come peraltro aveva spiegato bene l’ingegnere Gigi Dal’Igna dopo i primi test di Sepang – Dovizioso, Crutchlow, Iannone, oltre naturalmente ad Hernandez, correranno con la GP14 in versione “Open” e non “Factory”.


IL MISTERO DELLA COMPARATIVA

Anche se Dall’Igna sa già quale moto useranno i suoi piloti, non si capisce perché né ieri né oggi – per il momento – Dovizioso, Crutchlow e Iannone non abbiano provato la GP14 “Open”, ma abbiano utilizzato solo la “Factory”.
«Abbiamo un programma di sviluppo della GP14 – spiega Paolo Ciabatti, responsabile del progetto MotoGP -: dopo il primo test di Sepang sono state fatte alcune modifiche (di ciclistica, NDA), sono state pensate delle differenti soluzioni di messa a punto e il modo migliore per capire se funzionano è provare la moto nella stessa configurazione dei test precedenti, per non aggiungere ulteriori variabili che renderebbero difficile l’analisi dei dati».

Ha una logica.
«Hernandez – continua Ciabatti – sta provando il nuovo software che la Magneti Marelli ha distribuito una settimana fa: i nostri ingegneri stanno raccogliendo i dati e facendo le loro valutazioni. Da mercoledì pomeriggio, Pirro ha iniziato a utilizzare la “Open” con il nuovo software: lui ci dà le informazioni sufficienti per poter valutare la qualità del nuovo software».

Tutto giusto. La logica, però, vorrebbe che anche i piloti ufficiali provassero questa configurazione della GP14, soprattutto se in Qatar correranno con la Open. Ciabatti non esclude questa possibilità per domani.
«Sulla base delle indicazioni di oggi di Michele, Dall’Igna deciderà se far provare domani la “Open” anche agli altri piloti».


CON QUALE MOTO IN AUSTRALIA?

Dato che entro domani la decisione verrà ufficializzata, la logica vuole – tanto per rimanere in un campo caro a Dovizioso – che in Australia, dove i tre team ufficiali proveranno per la Bridgestone dal 3 al 5 marzo – utilizzino la GP14 nella versione definitiva; Ciabatti non esclude neppure possibilità, ma rimane sul vago.
«Quale configurazione utilizzeremo a Phillip Island? A logica, la GP14 con la quale correremo, ma è ancora tutto da valutare».

E Iannone, che non essendo in un team ufficiale, proverà comunque in Qatar il 7, 8 e 9, che Ducati guiderà? Ovviamente la “Open”, ma avere la conferma da Ciabatti oggi è impossibile: bisogna aspettare l’ufficializzazione


DA FACTORY A OPEN: QUANTO TEMPO?


Per passare dalla Ducati Desmosedici “Factory” a quella “Open”, quanto tempo ci vuole? Diciamo al massimo un paio d’ore di lavoro, necessarie principalmente per adattare il cruscotto Magneti Marelli (elemento che permette a chiunque di distinguere una “Open” da una “Factory”), mentre il serbatoio (24 litri contro 20) non viene sostituito, ma adattato alla nuova capienza, togliendo, per esempio, alcune paratie interne.