MotoGP. Andrea Dovizioso: "Così è frustrante"

MotoGP. Andrea Dovizioso: "Così è frustrante"
Giovanni Zamagni
Andrea, 17esimo e mai così male su questa pista, non si dà pace: “Il mio punto forte del passato, la frenata, è diventato la mia debolezza: è veramente avvilente. Con la mia squadra, abbiamo sempre i risolto i problemi, questa volta non ci riusciamo”
26 settembre 2020

Diciassettesimo: mai così male in qualifica a Barcellona in tutta la sua carriera. C’è poco da aggiungere: Andrea Dovizioso è in grandissima difficoltà e la sua espressione cupa descrive benissimo la situazione.

 

“Ho più o meno sempre gli stessi problemi: così è frustrante. Negli ultimi tre anni abbiamo lavorato tantissimo sui dati, riuscendo a migliorare sotto tutti gli aspetti: stile di guida, utilizzo delle gomme, velocità generale. Ma con queste gomme è completamente differente, non sono veloce”.

 

Quanto conta il poco grip?

“Non conta niente, non è un problema di circuito o di asfalto: la verità è che siamo stati in difficoltà in tutte le situazioni”.

 

Tutti dicono che la gestione delle gomme sarà fondamentale in gara: tu sei un maestro in questa cosa, potrebbe essere un aiuto?

“Per gestire le gomme a fine gara c’è bisogno di velocità, che noi però non abbiamo. Fatichiamo tantissimo in frenata, dove negli ultimi tre anni ho fatto la differenza: non posso gestire. In curva e in accelerazione non siamo messi male, ma in staccata sì: così faccio degli errori, non sfrutto il potenziale della moto”.

 

La Ducati può darti una mano in qualche modo?

“Quello che possiamo fare è lavorare duro con il mio capo tecnico, come peraltro abbiamo sempre fatto in passato. Da pilota è difficile spiegare cosa sta succedendo, è davvero avvilente”.

 

Sembra una resa anche per il campionato 

“Non voglio vederla così, ma io sono uno razionale e logico: solitamente con la squadra studiamo la situazione, lavoriamo duro e risolviamo il problema. Ma adesso non ci riusciamo. E’ davvero frustrante. Non approccio la frenata in modo redditizio e adesso, con questo livello, basta poco per essere fuori dai primi dieci in FP3 e non riuscire poi a entrare in Q2. Parto molto indietro e con il mio passo non puoi farti illusioni. Bisogna essere fluidi, ma non ci riusciamo”.

 

Per mille motivi - per i rapporti dentro al box, per il tuo futuro, per i problemi tecnici - è il peggior momento della tua carriera?

“No, non è giusto dire questa cosa: non mi sono giocato i campionati tutti gli anni per fare questa affermazione”.