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Terza e ultima parte dell'intervista fatta a Milano con Giorgio Terruzzi. Il noto giornalista ha risposto a molte domande sulle tre figure che lui è riuscito ad avvicinare, tre miti: Ayrton Senna, Valentino Rossi e Micheal Schumacher.
Il video integrale dell'intervista lo trovate qui sotto, mentre:
- la prima parte trascritta, dedicata a Senna, è qui
- la seconda parte, dedicata a Valentino Rossi, è qui
Ecco la trascrizione della parte dedicata a Schumi.
Tu hai avuto un gran rapporto anche con Schumacher. Rispetto a Senna e a Valentino in cosa era grande Schumi?
"Beh era un leader, come Valentino e anche come Senna, però era un leader dentro una squadra come la Ferrari, dove non vincevano il mondiale dal 1979, no? Cioè, tedesco, ha sorpreso tutti perché ci ha messo molto, Schumacher è stato a rischio di licenziamento i primi anni, ci ha messo 5 anni, con addirittura Irvine che avrebbe potuto vincere un mondiale. Insomma era nei guai, no?, invece ha modificato con una intensità... erano ammirati da Schumacher alla Ferrari. Era uno che gli dicevi "dobbiamo provare 'sta roba qui, devi far 100 giri", faceva 100 giri con uno scarto tra il giro veloce e il giro più lento di 2 decimi, cioè era una bestia dal punto di vista della consistenza agonistica. Anche lui con un lato protetto, che veniva fuori ogni tanto, che ti inteneriva e ti sorprendeva, perché non te lo aspettavi... un altro animale da agonismo, ferocissimo, uno che non faceva prigionieri... cioè prendo tutto io"
Perché è tornato tre anni in Mercedes a 41 anni?
"Eh, perché? Perché si è messo a correre in moto, a rischio di farsi male, cadendo in moto... perché ha bisogno di quell'adenalina lì, questi qua bisogna capire, tu fai una vita così carica di tensione, carico e scarico di tensione, carico e scarico di adrenalina, su e giù, poi cosa fai?, vai al cinema coi nipoti? Cioè tanti piloti sono in difficoltà, devi proprio organizzarlo quel terzo tempo lì, il tema riguarda ciascuno di noi. Se tu hai una passione connessa al tuo lavoro che ci dai dentro, ti piace da matti, poi devi smettere, devi organizzarti. Conosco dei miei amici che non vedevano l'ora di andare in pensione, dopo tre mesi sono depressi perché non sanno che cosa fare... amore devi organizzarti, non è che non puoi far niente, no?"
"Siamo dei privilegiati. Io amo il mio lavoro, lavoro con piacere. C'è una parte dentro di me che non invecchia"
Io scherzo sempre con una mia amica, le dico "ma a te piace andare al lavoro?" e lei mi risponde "no, io non vorrei mai lavorare"...
"Sì, lo capisco, cioè alcune persone fanno un lavoro che è fatica e basta, che non li premia, che è ripetitivo, che non gli dà benessere economico pur facendolo 8-9-10 ore al giorno, tutti i giorni. Per quello dico siamo dei privilegiati. Io amo il mio lavoro, lavoro con piacere. C'è
una parte dentro di me che non invecchia. Non dormo di notte se devo fare una cosa... dico, come faccio a farla?, non è che dico "ah ormai io sono un figo", no. Proprio come quando ero ragazzo, lo considero veramente una fortuna, ma so bene che non è così per tutti"
Qual è l'intervista che non hai ancora fatto o che non sei riuscito a fare?
"Beh alcune, Muhammad Alì, porco giuda, avrei voluto proprio incontrarlo, Lucio Fontana, un altro che mi è spiaciuto non aver conosciuto, perché mi parlano tutti bene di quest'uomo, generosismo e simpatico, vitalità straordinaria insomma, ma poi tanti, Giacometti, avrei dato l'anima per giacometti, Francis Bacon, Samuel Beckett, che sono i miei eroi, i miei riferimenti. Beckett, quando era a Parigi andavo sotto casa sua... insomma cè ne sono alcuni che... giù il cappello, no? Insomma, ammirazione, anche domande, misteri. Una volta ho fatto un viaggio in aereo, Milano-Roma, seduto di fianco ad Alberto Sordi e gli ho detto "buongiorno, scusi allora ascolti: io faccio il giornalista, se vuole sto zitto tutto il viaggio, se invece vuole faccio delle domande, ma gliene faccio tante" e lui mi ha detto "no no, mi faccia pure" che gli ho rotto le balle anche sulla scaletta. No, ecco ci sono alcuni che dici "porca malora quante domande!", no? Fellini! Quante domande faresti a Fellini? Ho conosciuto Tonino Guerra... Fellini aveva poi questo aspetto connesso alla psicanalisi che a me interessa molto, io ho fatto una lunga analisi da paziente, quindi questo meccanismo dell'interpretazione del sé o della ricerca dei significati più profondi, anche connessi al sogno, connessi alla parte dell'inconscio che aveva lui è un tema che a me interessa, per cui mi sarebbe piaciuto parlarne"
"Schumacher? Dalla famiglia hanno sempre detto 'se ci sono delle novità le comunichiamo', purtroppo non ce ne sono"
Ti faccio una domanda un po' delicata su Schumacher, ovviamente non ti chiedo delle sue condizioni. Ti chiedo solo una cosa etica: secondo te è giusto che la famiglia tenga questo silenzio totale sulle sue condizioni? Se Schumacher è Schumacher è per il suo talento, ma anche per l'amore che gli ha dato la gente. C'è gente che soffre per lui...
"Non hanno niente da dire purtroppo. Cosa devono dire? Non è una situazione in corso purtroppo, è una situazione che è quella che è, no?, ho rispetto per il loro silenzio, per la richiesta di riservatezza. Dobbiamo rispettare queste cose qua, la sofferenza degli altri merita rispetto sempre, non me ne frega niente di chi è la persona in questione è una persona che soffre e allora la rispetti punto. Io ho rispetto, non hanno niente da dire, credo. Hanno sempre detto 'se ci sono delle novità le comunichiamo' purtroppo non ce ne sono"
La Formula 1 è il massimo della tecnologia applicata allo sport. Tu come vedi l'arrivo dell'intelligenza artificiale?
"Allora due cose: primo, posso permettermi di non preoccuparmi troppo essendo anziano. Secondo non c'è corsa se parliamo di emotività, di sentimenti. Questo potrebbe addirittura rivalutare un modo di raccontare, di fare questo mestiere, più connesso a questo. Cioè, io dico sempre bisogna vedere, bisogna scrivere di quello che vedi, se possibile. Allora, se tu vai a vedere un paese, un borgo perché devi scriverne, i profumi gli odori, i piccoli gesti che vedi, le persone, un bambino, un anziano, un inciampo, un bar, una formica di un tavolo, che ne so, sono tutte cose che l'intelligenza artificiale non vede. Può pure tirar fuori un ottimo articolo su quel borgo... quindi mi attacco a 'sta roba qua, poi non è il mio principale problema in questo momento. C'è un tale addensamento di nubi attorno alla nostra esistenza in questo tempo, per cui ce ne sono di più preoccupanti per me"
Cos'è che ti emoziona ancora oggi?
"Un sacco di cose, l'umanità è emozionante. Poi ormai mi commuovo anche quando guardo uno spot dei biscotti, porco giuda. Ormai sono anziano, mi commuove la generosità, la pietà, la sofferenza. Faccio fatica a guardare alcune immagini che sono in circolo in questo momento, ma non ne faccio una questione ideologica, ma insomma si può vedere un una quantità di famiglie, di bambini bombardati, ammazzati, uccisi, non è una cosa che è compatibile con una modernità. Mi commuove la sofferenza dell'altro, sostanzialmente, ma anche la cura, la commozione dell'altro, la generosità, le persone, no?, è pieno il mondo di persone ammirevoli o persone che non hanno voce ma che tutti i giorni fanno andare avanti una famiglia, un'impresa. Sono sempre quelli lì che fanno il grosso, secondo me, e che non stanno nelle pagine dei giornali. Mi commuove tutto quello che non fa parte della fuffa che troviamo sui nostri computer tutti i giorni"
Tu sei appassionato di mappamondi, che colore sarebbe questo mappamondo che vorresti, come quelli antichi che erano tipo marroni?
"No, no, no, azzurro, politico. Deve essere grande il mappamondo. Il mappamondo grande è un sogno da bambino, da ragazzino, connesso a Nero Wolfe, ed è un mio gioco, nel senso che io non l'avrò mai, non lo comprerò mai, costa un occhio della testa, non c'ho un posto, mi mandano fuori casa a me... ogni tanto faccio finta di provare a comprarne uno perché so tutto, chi li fa nel mondo... quindi è un divertimento. Le cose è più bello desiderarle che averle..."