MotoGP 2023. Differenze e similitudini sul passaggio di Marc Marquez, Jorge Lorenzo e Valentino Rossi in Ducati

MotoGP 2023. Differenze e similitudini sul passaggio di Marc Marquez, Jorge Lorenzo e Valentino Rossi in Ducati
Tutti e tre hanno fatto il passo intorno ai 30 anni ma in situazioni molto diverse, qualche analogia c'è ma ci sono molti aspetti da valutare
12 dicembre 2023

32, 30 e 31. Stanotte mi sono svegliato e avevo questi numeri in testa. Difficile, ma non impossibile, che escano al lotto ma a me non piace scommettere quindi non credo li giocherò.

Subito dopo aver pensato a questi numeri ho pensato che erano le età di Valentino Rossi (32, nel 2011), Jorge Lorenzo (30, nel 2017) e Marc Marquez (31, nel 2024).

Ovvero le età in cui i tre hanno fatto il salto per arrivare in Ducati. Vediamo alcune similitudini e alcune differenze su questi tre grandi movimenti di mercato.

La squadra in cui vanno e quelle da cui arrivano

Valentino Rossi nel 2010 lasciò una Yamaha super vincente (aveva vinto gli ultimi tre mondiali, due con lui e uno, nel 2010, con Lorenzo) per affrontare dal 2011 la sfida in Ducati, ma anche perché Lorenzo iniziava ad essere un compagno troppo scomodo.

Quella Ducati era una moto potente e difficile da guidare ma Rossi, prima di salirci, pensò “se abbiamo messo a posto la Yamaha che non vinceva, con questa che comunque vince con Stoner, sarà più facile”. Tutti quelli che sono qui a leggere, o quasi tutti, sanno che non andò così. Due anni difficilissimi, poi il ritorno in Yamaha.

Secondo un articolo de Il sole 24 ore del 2012 Rossi in Ducati percepiva uno stipendio di 14 milioni annui.

Dopo i due anni di Rossi, Ducati iniziò un percorso di rinascita con Gigi Dall’Igna che l’ha portata fino allo splendore di oggi.

 

Jorge Lorenzo nel 2016 lasciò una Yamaha super competitiva, che aveva vinto il mondiale del 2015 ed era sempre arrivata prima o seconda dal 2010. La scelta di Lorenzo fu ambiziosa ma anche ben pagata (12,5 milioni l'anno).

In più Ducati stava diventando un’ottima moto e proprio nel 2016 aveva vinto le prime due gare dal dopo Stoner con Iannone e Dovizioso. L’arrivo di Lorenzo fu di grande stimolo per Dovizioso che vinse sei volte e contese il mondiale a Marquez fino all’ultima gara.

Così come Rossi anche Lorenzo fece solo due anni in Ducati ma nel secondo riuscì a vincere tre gare e se non ci fosse stata quella firma con Honda forse lo avremmo visto vincere un mondiale con la rossa. Forse.

Come ha detto Gabarrini “molte delle cose che sono sulla GP23 sono partite da feedback di Jorge Lorenzo”, cosa che ha confermato lo stesso pilota in questa nostra intervista, spiegando quali fossero questi feedback.

 

L’arrivo di Marc Marquez in Ducati è del tutto diverso da quello degli altri due. Intanto perché MM93 non va nel team ufficiale ma in uno satellite.

Rispetto agli ingaggi notevoli degli altri due Marquez percepirà una cifra piuttosto bassa, non si sa di quanto ma sicuramente sotto ai 5 milioni di euro. In HRC ne prendeva 12 l’anno. Addirittura Ciabatti aveva parlato di ingaggio zero ma poi si è saputo che un ingaggio ci sarà.

Rispetto alla squadra che lascia, Marquez lascia una Honda nel punto più basso della sua storia in MotoGP.

Una moto che, eccetto Rins-Texas!, solo lui è riuscito a portare sul podio, che solo lui è riuscito a far partire davanti (sfruttando le scie dei ducatisti). Anche quest’anno è stato la prima Honda in classifica nonostante gli infortuni.

Marquez ha scelto Ducati perché è la moto che domina il mondiale. Ha addirittura accettato di andare in un team satellite con una moto dell’anno prima, tanto è convinto di poter far bene con la GP23.

Le condizioni fisiche in cui arrivarono in Ducati

In questo c’è una discreta analogia tra Rossi e Marquez. L’italiano nel 2011 era reduce dagli incidenti alla tibia e alla spalla e quindi non era in perfette condizioni fisiche, anche se nel finale del 2010 era tornato alla vittoria con la M1.

Marquez, dopo tre anni infernali (sportivamente parlando) quest’anno è stato bene fisicamente. Ha avuto alcuni infortuni minori a inizio stagione, quando voleva compensare con un fisico ritrovato la mancanza di prestazioni della Honda, finendo per rischiare troppo.

Lorenzo invece passò in Ducati in ottime condizioni fisiche.

Il palmares al momento del passaggio in Ducati

Al momento del passaggio in Ducati Rossi, a 32 anni, aveva già vinto 9 titoli mondiali e 105 dei suoi 115 GP complessivi (ne vincerà altri 10 nel suo secondo periodo in Yamaha).

Lorenzo, 30 anni, aveva vinto 5 titoli mondiali e 65 delle sue 68 gare (ne vincerà altre 3 con Ducati nel 2018)

Marquez arriva in Ducati con 8 titoli mondiali e 31 anni. Fino ad ora ha vinto 85 GP.

Conclusioni, sono molte di più le differenze che le analogie

I passaggi di Rossi e Lorenzo in Ducati avevano molte analogie, a cominciare dal ruolo di pilota di riferimento che Valentino e Jorge andavano a occupare.

La situazione di Marquez rispetto agli altri due è molto diversa. Non sarà nel team ufficiale, anche se è quasi certo che le attenzioni che riceverà (almeno dai media...) saranno uguali o maggiori rispetto al team rosso.

Altra differenza: gli ex Yamaha erano stati ingaggiati a fior di milioni di euro mentre Marquez va in Ducati principalmente per tornare competitivo, tralasciando l’aspetto economico (visto che ha lasciato un bel po’ di milioni in Giappone).

Rossi in Ducati trovò una moto difficile da guidare (anche se lui non pensava così tanto) e non riuscì a farla plasmare secondo i suoi desideri.

Lorenzo trovò una Ducati in ascesa e portò le sue migliore (tra cui la famosa modifica al serbatoio). Trovò le vittorie ma per una situazione da sliding doors firmò per Honda pochi giorni prima di vincere il primo GP con Ducati.

Marquez trova la Ducati al picco delle proprie prestazioni, vincitrice di 17 GP su 20 e da 46 gare consecutive sul podio.

 

Insomma la scelta di Marquez non è paragonabile in quasi nulla con quelle di Rossi e Lorenzo. È una sfida diversa e, ultimo aspetto da sottolineare ma molto importante, in questo caso è stato Marquez a volere una moto Ducati e non viceversa (come detto anche da Dall’Igna).

Il 93 ha addirittura rotto un contratto per passare alla Casa italiana. Gli altri due sono stati voluti e pagati da Ducati, andando in rosso dopo la scadenza naturale del contratto con Yamaha.