MotoGP 2022. Marc Marquez: ”Vediamo quanto durerà la pazienza che ho avuto in Qatar"

MotoGP 2022. Marc Marquez: ”Vediamo quanto durerà la pazienza che ho avuto in Qatar"
  • di Manuel Pecino
Presente a un evento organizzato da un suo sponsor, Marc fa il punto della situazione dopo il GP di domenica: “Nella MotoGP di oggi se non rischi arrivi decimo, ma ha senso farlo se puoi vincere. Pol? Honda lo ha preso per conquistare il titolo"
  • di Manuel Pecino
10 marzo 2022

Marc, dopo la prima gara si può dire che l’obiettivo è sempre il titolo?

Un mese fa, quando ho potuto iniziare a guidare la moto, non ho nascosto che il mio obiettivo sarebbe stato quello di lottare per il campionato del mondo. Se non quest'anno, l'anno prossimo: se non vincerò il titolo nel 2022 non sarà la fine del mondo. Non ho nessuna pressione extra, la pressione te la metti da solo. E’ così in qualsiasi settore della vita, se si è ambiziosi.

Dovrai scontrarti con nuovi rivali?

Sì, in questo cammino ci saranno nuovi rivali. In MotoGP c'è un cambio generazionale: alcuni piloti li conosco di più, come il mio compagno di squadra, altri li conosco meno, come Bastianini. Devo anche imparare da loro, vedremo durante la stagione.

Si pensa gara per gara?

L'obiettivo è quello di conquistare punti per essere “vivi” quando arriva il momento di giocare per il titolo. L'anno scorso, a Portimao, nel primo GP del mio ritorno, non ero nemmeno arrivato nei dieci, poi ho finito la stagione conquistando due successi consecutivi: nel corso di un anno, il film può cambiare parecchio. Ecco perché ho fatto la gara che ho fatto in Qatar, perché non ho ancora la sensazione di dover vincere i GP: adesso conta fare punti. Finora nella prima gara sono stato in grado di farlo, vedremo quanto dura la mia pazienza.

Quindi che Marquez vedremo in questa stagione?

Dipenderà dal fine settimana. In Qatar, con la gomma media anteriore, avrei potuto fare una gara migliore, avrei potuto puntare al terzo o quarto posto. Ma sono caduto con la media nel warm up: sono tornato ai box e ho detto alla mia squadra: ‘Stiamo sul sicuro, andiamo con le morbide. Si muoverà un po' di più, sarò un po' più lento ma c'è più possibilità di finire la gara e ottenere punti’. C'è una differenza di cinque punti dal terzo al quinto, quindi è meglio avere undici punti che provare a conquistare 16 e perderli. Ovviamente non si possono fare tutte le gare così, non si può fare tutto il campionato in questo modo, bisogna vincere le gare.

Qual è il tuo giudizio sulla nuova RC213V

La nuova moto ha potenziale, ovviamente, altrimenti non sarei potuto partire in prima fila in Qatar. Insieme alla mia squadra dobbiamo portare la moto poco a poco verso quello che piace a me, per farmi sentire a mio agio. In Qatar è stata la prima volta che ho percorso la distanza di gara, perché durante l’inverno non ho fatto più di dieci giri di fila: semplicemente non ce la facevo. In Qatar erano 22 giri e ho guidato per 22 giri, insieme ad altre moto, questo ti permette di capire perfettamente dove sei carente e dove non lo sei.

Guardando all'Indonesia abbiamo individuato una strada da percorrere per trovare la direzione. Cercare di trovarlo prima della gara del Qatar sarebbe stato come sparare in aria per vedere se qualcosa sarebbe caduto. Honda ha le risorse e il potenziale per sviluppare una moto in due direzioni diverse. Lo ha già fatto in passato. Pol ha fatto una grande gara e credo che non la cambierà più di tanto, mentre noi, come ho detto, dobbiamo ancora portarla a una messa a punto a me congeniale.

Continuerai a prendere dei rischi?

Nella MotoGP di oggi, se non prendi rischi, se corri in modalità conservativa, finisci decimo. Se si prende qualche rischio si arriva quinti, se ne prendi molti si può vincere. Ma bisogna rischiare molto quando facendolo si è davvero nella posizione di vincere. Se hai il passo per finire quarto o quinto non ha senso pensare a vincere perché le cose non possono cambiare mentre stai guardando la gara di Moto2 o Moto3…

Pol ti è arrivato davanti in Qatar: può essere un problema durante la stagione?

Ho sempre avuto compagni di squadra forti: Dani Pedrosa, Jorge Lorenzo, mio fratello, che era un rookie ma ha conquistato dei podi alla fine dell’anno (Per la verità, i due fratelli Marquez non hanno mai corso nella stessa squadra, se non la prima gara del 2020: poi Marc ha saltato la stagione per infortunio, nda). La Honda ha sempre scelto piloti forti. È vero che ai tempi di Dani o Jorge ero al mio massimo, mentre adesso mi sto riprendendo e sto cercando di arrivare a quel livello superiore. Pol sta andando molto veloce. La rivalità all'interno del box è sempre buona per alzare il livello. Questo è l'obiettivo della squadra; sia Jorge che Pol sono stati messi sotto contratto per vincere il campionato del mondo, non per altro.

Con quale piloti ti piacerebbe confrontarti sulla stessa moto?

Sceglierei dei piloti contro cui non ho corso. Doohan, Stoner e il terzo... sarebbe contro il mio manager, Emilio Alzamora, che dice sempre che frena molto tardi, mi piacerebbe vedere se è vero.

Pensi ad altre Case per il tuo futuro?

Non mi vedo vincere un campionato del mondo su una moto che non sia una Honda. Prima di tutto perché ho un contratto con HRC per i prossimi due anni; poi per il rispetto che hanno avuto nei miei confronti in questi due anni di infortuni: poche Case avrebbero fatto quello che ha fatto Honda. È qualcosa che terrò sempre in mente.