MotoGP 2019. Dovizioso: "Strategia da paura"

MotoGP 2019. Dovizioso: "Strategia da paura"
Giovanni Zamagni
Una vittoria che carica Dovizioso, perché ottenuta con intelligenza e strategia
10 marzo 2019

Appena sceso dal podio e già si parla di reclami e di possibili squalifiche. Quasi tutte le squadre (Aprilia Racing Team Gresini, Red Bull KTM Factory Racing, Repsol Honda Team e Team Suzuki Ecstar) infatti hanno presentato un reclamo additando come irregolare l'alettone montato sotto al forcellone della Ducati. Il reclamo è però stato respinto dalla Direzione gara, che ha confermato la vittoria di Dovizioso. Per Andrea, che quando è stato intervistato non era ancora informato sui fatti, la vittoria non sarebbe stata meno bella.


«Sinceramente non mi cambia tanto, io la gara l'ho vinta. Poi se ci tolgono i punti è una bega per il campionato, ma non cambia niente per la prestazione che abbiamo fatto. Abbiamo fatto una strategia perfetta, non eravamo i più veloci e abbiamo vinto. Questa è una soddisfazione enorme. Eravamo messi male, però il team ha lavorato bene tra i test e la gara. Piano piano siamo migliorati e i problemi li abbiamo risolti nei quattro turni di prove con calma. Sinceramente, guardando la gara e gestendo sembra che io avessi tutto questo margine, invece secondo me non ne avevo tanto di più di altri piloti. Sono stato bravo a stare là davanti, e soprattutto a capire cosa dovevo fare con la moto. Perché è incredibile come siano diverse le moto. Devi essere molto sveglio ad adattarti velocemente e capire cosa fare. Io ho fatto di tutto per cercare di salvare la gomma e cercare di essere competitivo nel momento che mi serviva. Ho fermato Rins tutte le volte perché sapevo che aveva un gran passo, è partito troppo presto per cercare di andare forte, e tutti avremmo consumato troppo la gomma: ci saremmo trovati a fine gara a fare a pugni tra ciechi».

 

Oggi non basta essere veloci.

«Sì, la velocità non conta nulla. Guarda Valentino, se fai le cose giuste per la gara, poi se riesci a fare tutto con un senso, alla fine paga».

 

L'anno scorso Ducati qui aveva più margine. Quest'anno invece eravate più alla pari. E' stata più una gara di piloti.

«No, secondo me l'anno scorso Marc era più forte di quest'anno, ma per varie situazioni. Loro si stanno lamentando tanto per la gomma davanti, problemi che nel 2018 non avevano. L'anno scorso secondo me poteva dire più la sua, ci credeva di più. Loro sanno benissimo che cambiamenti hanno fatto, e quindi hanno la situazione più sotto controllo. Non sappiamo cosa ci si possa aspettare. Se veramente hanno migliorato quello che dicono, sarà una bega. Saranno ancora più forti, e in certe piste sarà difficile batterli. Non ero preoccupato e non ha senso preoccuparsi di Argentina e America, dove sappiamo che facciamo fatica. Se continuiamo a lavorare così si può sempre trovare una soluzione: ci rimane ancora da migliorare a centro curva, è un tallone d'Achille troppo grosso. Noi vinciamo quando ci sono certe piste e certe gomme che vanno bene per noi. Quando andiamo in altre piste non facciamo 2° o 3° come Márquez, facciamo 5° o 6°, e prendiamo dei secondi. Questo non ci permette di giocarci il campionato. Dobbiamo focalizzarci su questa cosa e cercare di migliorarla».

 

Hai raggiunto Max Biaggi e sei il terzo pilota italiano più vincente...

«Non corro per questi numeri. Però fa capire che sei uno tra i grandi. Tanta roba!».

 

L'intelligenza è la tua più grande dote?

«Sì, ce l'ho sempre avuta, fin da quando correvo con le minimoto. E' importante lavorare su tutte quelle cose che ti permettono di migliorare i tuoi lati negativi e di sfruttare quelli positivi»

 

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