MotoGP 2016. Le pagelle del GP di Catalunya

MotoGP 2016. Le pagelle del GP di Catalunya
Giovanni Zamagni
Dieci e lode per Rossi, il più grande di sempre; 9 a Marquez, veloce e costante. 4 a Iannone e 5 a Lorenzo
6 giugno 2016

VALENTINO ROSSI VOTO 10 E LODE

Ogni volta si parla di vittoria più bella, di impresa eccezionale, di capolavoro, di qualcosa di unico e irripetibile. Invece, da 20 anni, Valentino Rossi non solo si ripete, ma si migliora, diventando sempre più forte, battendo avversari straordinari. Ma non quanto lui. C’è ancora qualcuno che ha voglia di metterlo in discussione, disposto ad affermare che trionfa perché gli fanno le gomme, perché non ha rivali, perché la sua moto è 2000 di cilindrata o altre balle del genere? Per me, è il più grande di sempre.


MARC MARQUEZ 9

Ha perso la sfida, forse nemmeno lui si aspettava un Rossi così veloce, ma come fa quasi sempre ha provato in tutti i modi a vincere. Forse la caduta di Lorenzo gli ha tolto un po’ di cattiveria nel finale, perché i 20 punti gli sarebbero bastati per conquistare la vetta del campionato. E’ un Marquez davvero tosto quello formato 2016: a parte l’errore in Francia, è sempre salito sul podio. Veloce e costante.


DANI PEDROSA 8

Dopo la buona prestazione del Mugello, si conferma in crescita con un podio di valore. E’ molto critico con la HRC («seguono solo Marquez, io avrei scelto una moto completamente differente»), non è esattamente uno che porta positività dentro al box, ma il suo valore non è in discussione. Affidabile.
 


MAVERICK VINALES 7

Per certi versi è la delusione di questo GP: alla vigilia, si pensava che potesse fare faville in prova e fare bene in gara. Invece il suo rendimento complessivo è stato al di sotto delle aspettative e nei 25 giri ha dimostrato troppa frenesia, con sorpassi al limiti dell’impossibile, che si sono conclusi con un nulla di fatto. Poi vedi le prestazioni del compagno di squadra e allora pensi che è forte davvero. Focoso.


ANDREA IANNONE 4

Lui dice che ha frenato come nei giri precedenti, dimenticandosi, però, di avere davanti un avversario. E’ generoso, ci mette molto del suo, è veloce e competitivo, ma troppo sopra le righe. E impari a chiedere scusa. Irruento.


JORGE LORENZO 5

Se non fosse stato centrato, avrebbe finito sesto a una vita dal compagno di squadra, troppo in sofferenza quando c’è poco grip. Dopo due vittorie e quattro podi consecutivi una prestazione ben al di sotto delle aspettative. Abbattuto: in tutti i sensi.


POL ESPARGARO 6

Arriva quinto, ma prende più di un secondo al giro: il suo rendimento continua a essere inferiore al suo potenziale.


CAL CRUTCHLOW 5

In prova aveva fatto sperare di essere più competitivo, in gara è tornato nel solito oblio di questa stagione difficilissima.


ANDREA DOVIZIOSO 5

Questa volta è stato rallentato da un problema alla gomma posteriore: speriamo che lui e la Ducati escano presto da questo momento difficilissimo, che assomiglia tanto a quanto già visto nel 2015. In affanno.


ALVARO BAUTISTA 7

A fine gara è contento come se avesse vinto, bravo a portare la sua Aprilia tra le Ducati di Dovizioso e Petrucci. Ha fatto il suo, rifilando 13 secondi al compagno di squadra.


DANILO PETRUCCI 5

Non si è espresso come dovrebbe. Ma, per sua stessa ammissione, avrebbe preferito non correre dopo quanto accaduto venerdì. Condizionato.


JACK MILLER 6

Una sufficienza di incoraggiamento per aver ottenuto il suo miglior risultato in MotoGP.


HECTOR BARBERA 4

In prova fa sempre faville, ma solo perché si mette al gancio di un altro pilota: non è così che si lavora per la gara.


STEFAN BRADL 4

Perde malamente il confronto con il compagno di squadra.
 


YAMAHA M1 VOTO 9

Dopo la modifica del tracciato, sembrava in grande difficoltà, ma domenica, perlomeno dalla parte di Rossi, sono riusciti a ribaltare la situazione: in gara non sono emersi punti deboli.


HONDA RC213V VOTO 9

Al contrario della Yamaha, ha certamente beneficiato della inedita parte finale, come ammesso dopo le prove dallo stesso Marquez: in questa configurazione, non si sono viste grandi differenze con la M1.


DUCATI DESOMOSEDICI GP VOTO 6

La situazione, sinceramente, è un po’ preoccupante: è vero che a Barcellona ha sempre sofferto, ma si sperava che quest’anno la situazione fosse differente. Invece, siamo sempre lì.


SUZUKI GSX-RR VOTO 7

Il rendimento complessivo è più che discreto, ma in gara il distacco rimane di un secondo al giro. Tanto, ma la base sembra buona.


APRILIA RS-GP VOTO 6

Mettiamola così: non è mai arrivata tanto vicino alla Ducati, facendo addirittura meglio della GP15 di Petrucci e Redding. Ma il cronometro dice che il divario da colmare rimane altissimo.