MotoGP 2016. Iannone, Màrquez e Dovizioso: tutti giù per terra

MotoGP 2016. Iannone, Màrquez e Dovizioso: tutti giù per terra
Giovanni Zamagni
Iannone è caduto al settimo giro mentre inseguiva Lorenzo, Dovi al 16esimo, nel tentativo di tenere il ritmo di Rossi, così come Màrc, pochi metri prima del pilota della Ducati. E così, in un attimo, per i due piloti italiani è svanita la possibilità di un risultato prestigioso
8 maggio 2016

LE MANS - Andrea Iannone al settimo giro, mentre era secondo e stava recuperando su Jorge Lorenzo; Andrea Dovizioso e Màrc Màrquez al sedicesimo, mentre provavano a tenere il ritmo di Valentino Rossi, che li aveva superati al 14esimo passaggio: basta un niente e ti ritrovi per terra. Colpa dei piloti, colpa delle gomme? Ognuno ha la sua teoria: Iannone è convinto di non aver fatto nulla di sbagliato, Dovizioso e Màrquez riconoscono l’errore.

IANNONE: “NON SO SPIEGARE LA MIA CADUTA”

«E’ una situazione difficile da spiegare e da accettare: se mi chiedete perché sono scivolato, non so rispondere. Non c’è una motivazione apparente, perché ho fatto dei giri frenando più forte e più piegato, si fatica a capire il limite. Ci sono state tante cadute, ma non me la sento di accusare le gomme: dobbiamo continuare a lavorare sui particolari che ci mettono in crisi, vedere se si può migliorare la moto e percepire meglio quello che accade. Ho forzato troppo? E’ giusto fare questi ragionamenti, ma abbiamo verificato i dati: nel giro che sono caduto ero stato più lento che nei sei passaggi precedenti. Ho forzato per superare Dovizioso, ma l’ho fatto con la testa, recuperavo su Lorenzo in percorrenza curva e accelerazione, ma proprio quando mi sembrava di avere la situazione sotto controllo sono caduto».

DOVIZIOSO: “E’ STATO UN MIO ERRORE”

«E’ stato un mio errore: ho fatto due gradi di più di angolo e sono caduto. Con le Michelin è così, ma è così per tutti: bisogna sapere gestire la situazione. Il GP di oggi ha dimostrato che abbiamo la velocità e una buona base, ma credo che usiamo troppo la gomma posteriore e abbiamo bisogno di troppa energia per essere veloci: non mi sono ancora confrontato con i tecnici e gli ingegneri, ma la mia sensazione a caldo, a due ore da una scivolata, è che dobbiamo provare a essere meno aggressivi sulle gomme. Se davanti ci sono sempre gli stessi c’è sicuramente una ragione: rispetto alla Yamaha abbiamo meno grip sul posteriore, penso che loro siano più scorrevoli in curva. Quando Rossi mi ha passato io ero al limite, ma ho provato a tenere il suo ritmo: credo che in quella curva fossi piegato relativamente poco, credo 45/48 gradi, ma sono bastati due "angoli" in più di piega per perdere il controllo».

MÁRQUEZ: “SUCCEDE QUANDO DEVI RECUPERARE IN FRENATA”

«Stavo facendo una bella gara, ero lì vicino al podio, l’obiettivo massimo per questo GP, ma, improvvisamente, ho perso il controllo dell’anteriore: è normale quando spingi tanto in ogni curva per recuperare in frenata quello che perdi in accelerazione. Non sono scivolato a causa della caduta di Dovizioso: mi sono reso conto che anche lui era a terra solo quando ero nella sabbia. Ho cercato di controllare la situazione, anche qui sono stato attento: quando mi ha passato Rossi (al 13esimo giro, NDA) non ho reagito, sapevo che non potevo forzare di più. Siamo indietro, ma solo in accelerazione: se miglioriamo in uscita di curva, la Honda diventa una moto competitiva».