MotoGP 2015, Silverstone. Petrucci: "Ridevo e pensavo: sto sognando"

MotoGP 2015, Silverstone. Petrucci: "Ridevo e pensavo: sto sognando"
Giovanni Zamagni
Non era mai andato oltre l’ottava posizione, oggi Danilo si gode un podio da pelle d’oca: “Nell’ultimo giro ho sbagliato tutte le curve, ero sul filo di lana. Che bello essere qui con Rossi e Dovizioso: sono amico di entrambi”
30 agosto 2015

SILVERSTONE – E’ simpatico, molto simpatico. Un bel personaggio. E un ottimo pilota. Danilo Petrucci è il classico bravo ragazzo che sta vivendo un sogno: «Ho avuto paura di svegliarmi, lo dedico soprattutto a mia mamma e mio papà, che hanno fatto tanta fatica per farmi correre» dice ebbro di felicità dopo aver conquistato il primo podio della carriera con un secondo posto straordinario.


«Sull’asciutto eravamo messi male (Danilo era 18esimo, NDA) e ho sperato che la pioggia rimescolasse un po’ le carte: cavolo, le ha mischiate proprio bene! Mi sentivo bene sulla moto, ho spinto e mi sono trovato dietro a Pedrosa e Lorenzo. Non mi ero mai trovato in una situazione così: ho detto, adesso cosa faccio? Ho passato Dani, poi Jorge: a quel punto ero sul podio. Ma da dietro è arrivato Dovizioso, andava fortissimo: Marquez è caduto e io vedevo Rossi sempre più vicino. Ho provato a seguirlo, temendo però di stare andando troppo veloce: non è così usuale recuperare decimi su decimi su Valentino. Dovizioso si è staccato e nell’ultimo giro credo di aver sbagliato ogni curva, ho cominciato a ridere e ho pensato: adesso mi sveglio nel mio letto e inizia per davvero la giornata. Mi sarebbe andato benissimo anche il terzo posto: sono contento per la vittoria di Valentino, che così allunga in classifica, e sono contento del terzo posto di Andrea, che così è tornato sul podio. Io sono amico di entrambi, mi alleno con tutti e due, è bello essere qui con loro, sono contento per tutti. E il Dovi, se non fosse partito così male, avrebbe potuto giocarsi la vittoria».


Con Lorenzo sei parso un po’ titubante…

«Ero più veloce, ma non riuscivo a passarlo: temevo soprattutto per il dopo gara, se l’avessi tirato giù mi sarebbe venuto a cercare. Ho tenuto un po’ le distanze, poi l’ho attaccato».


Hai pensato di poter vincere?

«Dovi mi “spingeva” da dietro e vedevo Valentino sempre più vicino. Ho pensato che la vittoria non sarebbe stata male, ma Rossi ha sempre qualcosa in più, qualche risorsa nascosta. E poi non volevo ripetere quanto successo l’ultima volta al Ranch, quando eravamo andati fuori tutti e due alla prima curva. Mi sarebbe bastato il terzo posto, il secondo, naturalmente, è meglio».


Sapevi di avere una buona possibilità con l’acqua?

«Con la pista bagnata sono sempre stato veloce, anche con moto poco competitive. La GP14 sul bagnato l’avevo provata solo a Valencia, ma sapevo dal Dovi che la mia Ducati va forte in queste condizioni. Forse il mio passato in motocross mi ha aiutato o forse gli altri sono andati più piano…».


Adesso sei ottavo in classifica generale, come ti ha chiesto l’ingegnere Dall’Igna.

«Adesso Gigi mi chiederà di arrivare nei primi sei… All’inizio dell’anno l’obiettivo era finire sempre a punti, adesso mi chiedono di arrivare sempre nei dieci: ottavo nel mondiale mi sembra un po’ troppo».

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