MotoGP 2015, Le Mans. Spunti, considerazioni, domande dopo il GP di Francia

MotoGP 2015, Le Mans. Spunti, considerazioni, domande dopo il GP di Francia
Giovanni Zamagni
Cosa è cambiato per Lorenzo? Quali sono stati i punti chiave del GP di Francia? Dopo Le Mans si può parlare di crisi Honda? Come sta Pedrosa?
17 maggio 2015

In difficoltà nei primi tre GP, imbattibile a Jerez e a Le Mans: cosa è cambiato per Jorge Lorenzo?

Risponde Lorenzo: «Niente. Il pilota conta, ma è importante anche la moto: io ho messo insieme tutti i pezzi del mosaico e adesso posso dimostrare il mio valore. La Yamaha è molto simile a quella del Qatar, ma da Jerez siamo riusciti a migliorare l’entrata in curva, ad essere più efficaci in frenata, ad essere costante anche con le gomme usate. Nelle ultime due gare sono stato molto veloce, ma Rossi lo è dall’inizio dell’anno: non sarà facile recupere i 15 punti in classifica».


Quali sono stati i punti chiave di questa gara?

- La partenza e la prima curva: Lorenzo è scattato benissimo, ha superato sullo slancio Marquez e alla chicane ha passato all’esterno Dovizioso. Non ci fosse riuscito, avrebbe faticato di più a tenere a bada Rossi;


- La competitività di Rossi: in grande difficoltà fino a dopo il warm up, Valentino ha ritrovato competitività grazie a una mossa della squadra. «E’ stato cambiato il bilanciamento della moto» ha detto genericamente senza entrare nel dettaglio;


- Le difficoltà della Honda: al contrario, Marquez sembrava aver trovato nel warm up una messa a punto efficace, ma in gara tutto è andato male. «Ho lottato più con la moto che con gli avversari, non avevo feeling, faticavo in entrata di curva. Un problema che non avevo solo io, ma tutti i piloti Honda. Ho rischiato di cadere 3-4-5 volte e così ho rallentato; poi, con lo svuotarsi del serbatoio la situazione è migliorata, fino alla bella sfida con Iannone: è stato l’unico momento divertente del GP» ha detto Marquez, sempre sorridente, ma anche preoccupato per la situazione.
 


A questo punto, si può parlare di crisi Honda?

Sì, stando ai numeri, no secondo il team principal Livio Suppo. «L’anno scorso – è la sua tesi – quando tutti dicevano che la Honda aveva un gran margine, noi dicevamo che non era così, che molto dipendeva dai piloti e dalle piste. E’ così anche quest’anno: sappiamo tutti come è andata, Marc avrebbe potuto vincere le prime tre gare e ci è mancato Pedrosa. Quello di Le Mans è un tracciato favorevole alla Yamaha, in altri circuiti saremo noi più competitivi». Quattro vittorie su cinque GP della Yamaha, Crutchlow, Redding e Pedrosa a terra nello stesso GP devono però fare suonare un campanello d’allarme.


Ma qual è il vero problema della Honda?

I piloti, all’unisono, dicono che la RC213V è molto difficile da guidare. «Si muove troppo: per un giro riesci a controllarla, ma sulla distanza fai fatica» dice Marquez, che, a sorpresa, a Le Mans ha corso con uno dei telai scartati a Sepang a inizio stagione. Dato che Pedrosa usa una ciclistica piuttosto differente, ma lamenta gli stessi problemi, ecco che il vero punto debole sembra essere il motore. «Che però, per regolamento, non si può modificare» sottolinea Marquez. Dentro al box sono tutti convinti che il quattro cilindri sia troppo potente, addirittura ingestibile, come peraltro aveva subito evidenziato Marquez quando lo aveva provato a Valencia a fine 2014. Da allora sono stati fatti dei correttivi, ma non sufficienti per renderlo trattabile: non sarà facile intervenire. «Ma la Honda è la Honda, qualcosa deve fare» afferma il fenomeno spagnolo.


Rossi ha detto che dopo poche curve aveva già un secondo di svantaggio, più o meno lo stesso che aveva a metà gara: ha ragione?

Sì, come conferma il cronologico dei tempi. Alla fine del primo giro Rossi era quinto a 1”449 da Lorenzo, diventati 2”286 alla fine del terzo, con Valentino in quarta posizione. Al 13esimo giro, Rossi è riuscito a portarsi in seconda posizione, a 1”882 dal compagno di squadra. Poi, dal 19esimo giro, quando ha visto che Jorge era ormai imprendibile, Valentino ha rallentato: se fosse partito più avanti, avrebbe forse potuto giocarsi la vittoria.
 


Dani Pedrosa ha finito 16esimo dopo una caduta al secondo giro mentre era settimo: in che condizioni fisiche?

Piuttosto buone, considerando l’operazione e il rientro dopo oltre un mese di assenza. «Sono contento delle mie condizioni: dopo un po’ di giri stavo meglio e questo è senz’altro positivo, considerando anche che, dopo la caduta, il gas non tornava più indietro e per chiuderlo dovevo fare un ulteriore movimento».


Cosa è successo ad Aleix Espargaro, ritiratosi al terzo giro?

Si è rotta la frizione.


Giri veloci in gara.

Rossi 1’32”879 (al quarto giro); Lorenzo 1’33”004 (2); Iannone 1’33”035 (6); Dovizioso 1’33”039 (4); Marquez 1’33”310 (2); Smith 1’33”559 (2); Crutchlow 1’33”585 (3); P.Espargaro 1’33”940 (2); Pedrosa 1’34”083 (26); Redding 1’34”226 (3).