Melandri: "Conosco il mio potenziale, la moto deve cambiare"

Melandri: "Conosco il mio potenziale, la moto deve cambiare"
Giovanni Zamagni
Penultimo a 2”800 dal primo: anche in Argentina, inevitabilmente, Marco vede da lontanissimo tutti gli altri piloti. «Nei dieci nella seconda parte della stagione? La RS-GP deve essere modificata radicalmente». Una situazione peggiore del 2008, l’anno nero con la Ducati
17 aprile 2015

Termas de Rio Hondo – Se non altro, questa volta non è ultimo e il compagno di squadra non è troppo lontano (poco meno di tre decimi) ma per Marco Melandri non può certo essere una consolazione il 24esimo posto a 2”800 da Aleix Espargaro. Le difficoltà dell’Aprilia erano ampiamente previste, ma così è troppo ed è difficile pensare che Marco possa andare avanti in questo modo per tutta la stagione.

Marco, cosa sta succedendo?

«Non so cosa rispondere».

Addirittura…

«E’ una situazione difficile: siamo partiti con un progetto nuovo, è stato fatto qualche cambiamento, ma continuo ad avere le stesse difficoltà della prima volta che sono salito su questa moto. Non riesco nemmeno a sentire i problemi, non riesco a cambiare il carattere della RS-GP. In Texas abbiamo anche avuto sfortuna (si è rotto il cambio, NDA), ma sto cercando veramente di fare sviluppo, nel senso che ero partito per la gara di Austin con un assetto diverso rispetto alle prove: ormai abbiamo provato tutto quello che c’è da testare. Per me è chiaro, è evidente che dobbiamo aspettare qualcosa che arrivi da Aprilia: con questa moto abbiamo fatto di tutto. Cambiano le sensazioni, ma non il problema: sicuramente io sono un pilota che quando le cose non mi danno piena fiducia, fatico più degli altri. Però era stato così anche lo scorso anno, credo che in Aprilia lo sappiano e mi abbiano portato qui per questo: spesso le mie sensazioni sono corrette anche per gli altri piloti».

Ma il morale com’è?

«Buono: non ho dubbi su quello che posso fare quando le cose vanno bene. Da solo non posso cambiare la moto, devo aspettare che, poco a poco, le sensazioni si tramutino in modifiche concrete e fare del mio meglio ogni giorno. E’ chiaro che l’adrenalina per la lotta per la vittoria è diversa: diciamo che cerco di essere pronto per quando la situazione sarà migliore e sfruttare l’occasione».

A Milano, durante la presentazione ufficiale della squadra, è stato indicato come obiettivo quello di arrivare nei primi dieci nella seconda parte della stagione; è realizzabile?

«In questo momento no. Bautista è andato molto bene in Texas, è arrivato 15esimo ma con 4-5 ritiri di piloti davanti a lui».

E, soprattutto, a oltre 50 secondi dal primo…

«Infatti. La situazione non è facilissima. Se Aprilia dice di puntare ai primi dieci, io mi aspetto che arrivi una moto che sia competitiva per questo».

Difficile venirne fuori: nemmeno nel 2008, nell’anno nero con la Ducati, Melandri era così in difficoltà.

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