Marc Marquez: “92 sedute e 250 ore di fisioterapia”

Marc Marquez: “92 sedute e 250 ore di fisioterapia”
Giovanni Zamagni
Operato il 6 dicembre alla spalla destra, Marc è tutt’altro che in forma: per essere presente a questo test ha svolto a casa un durissimo lavoro. “Purtroppo, già alla prima uscita mi sono reso conto che la situazione è peggio di quanto mi aspettassi: ho poca forza. Ma domani spero vada meglio”
7 febbraio 2020

SEPANG Non è in forma e si vede. Come sempre, Marc Marquez prova a sminuire, ma è evidente che soffre: la spalla destra operata il 6 dicembre non è ancora posto e lui non può guidare come vorrebbe.

“E’ stato positivo tornare in moto, ma già alla prima uscita ho capito che la situazione era peggiore di quanto mi aspettassi. Alla fine, la reputo comunque una giornata positiva, nella quale abbiamo rispetto il programma previsto, anche se nel pomeriggio non abbiamo girato”.

Qual è il problema principale?
“Dopo pochi giri mi manca energia e faccio fatica a stare sulla moto. Su questa pista sapevo di poter essere un po’ in difficoltà in frenata, ma soffro anche in rettilineo. E nelle curve a destra non sono naturale, non guido con il mio stile. L’aspetto positivo è che stando in sella, riprendi forza, poco a poco recuperi tonicità muscolare. Ci vuole un po’ di tempo”.
 


Cosa hai fatto per essere pronto per questi test?
“Quando ho deciso di farmi operare, Alberto (Puig, il team manager, NDA) mi ha chiesto se ero pronto psicologicamente ad affrontare un altro inverno duro. Tutto è stato fatto per arrivare pronto alla prima gara: assieme al mio fisioterapista Carlos abbiamo fatto 92 sedute, per un totale di 250 ore di fisioterapia. Non avevo alternativa: dopo l’intervento, devo recuperare mobilità, massa muscolare, la funzionalità nervosa. Due settimane fa, ci siamo accorti che non era abbastanza e abbiamo aumentato il carico di lavoro”.

Oggi cosa hai provato?
“Abbiamo lavorato sul “grosso”, domani entreremo più nei dettagli. Sempre che il corpo me lo permetta. Voglio provare un po’ di materiale, anche se non potrò spingere al limite”.

La moto è cambiata rispetto ai test di Jerez?
“Sono stati fatti alcuni interventi, anche sul motore, ma il carattere è simile a quello del 2019".

Anche nel 2019 arrivasti a Sepang dopo un’intervento chirurgico, allora alla spalla sinistra: si può fare un paragone?
“La situazione è completamente differente: l’anno scorso avevo più dolore, ma anche più potenza. In generale, a livello fisico, mi sento meglio che nel 2019, ma ho poca forza. E’ difficile comunque fare paragoni con il passato: il corpo reagisce diversamente a ogni intervento. Comunque, anche nel 2019 avevo finito questo test lontano dai primi: c’è tempo, manca un mese alla prima gara…”.

Come giudichi la gomma posteriore Michelin?
“C’è parecchia differenza. Credo che abbia maggiore grip, soprattutto nel “time attack”: puoi spingere forte. Ma bisogna valutare bene il calo alla distanza”.

Cosa pensi di quello che ha fatto la Yamaha?
“Sono stati molto veloci nei loro annunci: è un po’ la filosofia degli ultimi anni. Io credo che se i piloti hanno firmato così presto, sanno che il potenziale della moto è alto: come sempre, la Yamaha sarà uno dei principali rivali. Io voglio stare in Honda, ma non c’è tutta questa fretta, si procede passo dopo passo”.

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