L'anteprima del GP di Aragon

L'anteprima del GP di Aragon
Giovanni Zamagni
Domenica si correrà per la prima volta sul nuovissimo circuito di Aragon. Al via non ci sarà Capirossi ma, dopo l'incidente con Tomizawa, tornano in pista De Angelis e Redding | G. Zamagni, Aragon
16 settembre 2010

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ARAGON – La vigilia del primo GP di Aragon, nuovo circuito spagnolo situato nel nulla a un centinaio di chilometri da Zaragoza, inizia mercoledì sera. Sono in un ristorante di Reus, cittadina vicino a Tarragona, e la televisione spagnola trasmette una ventina di secondi del funerale di Shoya Tomizawa: c’è un sacco di gente, la cerimonia è di quelle importanti.
«Hanno fatto due funerali – mi spiegherà poi Gabriele Debbia, uno dei tanti meccanici italiani del team di Tomizawa -: uno pubblico e uno privato. Mi hanno detto che è stato molto toccante».
Fa effetto tornare in pista dopo un incidente così grave, ma ha ragione Debbia che, commosso in maniera evidente, dice mentre lavora sull’altra moto della squadra: «Dobbiamo andare avanti».

Arrivare ad Aragon è tutt’altro che semplice e, soprattutto, per il momento il circuito è la classica cattedrale nel deserto: la pista è bellissima, ma mancano le infrastrutture: si sta ancora lavorando sulle strade attorno all’autodromo, mancano gli alberghi, non ci sono segnalazioni. Se domenica ci sarà tanto pubblico, come succede sempre in Spagna, probabilmente sarà un bel casino. Ma era proprio necessario venire a correre qui in queste condizioni? Aragon era stata inserita in calendario come riserva, ma quando è saltato il GP d’Ungheria, perché il “BalatonRing” non è mai stato costruito, ecco che il nuovo tracciato è diventato subito “buono” per una gara mondiale. Ma, a mio modo di vedere, era meglio disputare solo 17 GP, piuttosto che organizzare una quarta gara in Spagna in queste condizioni: non è una bella immagine, per la tanto professionale MotoGP e correre quattro gare in una sola nazione sa tanto di provincialismo e poco di Campionato del Mondo.


LA PISTA Il tracciato, comunque, è bellissimo. Ho percorso in bicicletta i 5.077 metri, per un totale di 17 curve, 7 a destra e 10 a sinistra, con il rettilineo più lungo di ben 968 metri. E’ tutto un sali-scendi, con anche una specie di “Cavatappi”, la celebre variante in discesa di Laguna Seca, anche se questa è decisamente meno ripida e angolata; la pista mi sembra tecnica e varia e, per quanto posso capire in bici, anche veloce. Ma poi Marco Simoncelli, che incontro mentre sta facendo un giro a piedi, mi dice che non è così rapida. Vedremo quando le moto scenderanno in pista: qui hanno già girato le Moto2 e quasi tutti i piloti della MotoGP, con modelli stradali. Gli spazi di fuga sono enormi, la sicurezza generale sembra elevata, ma lungo tutto il nastro di asfalto, sia all’interno sia all’esterno, c’è una striscia di un paio di metri di erba sintetica. E’ stata proprio questa a provocare, a Misano, la perdita di aderenza della ruota posteriore del povero Tomizawa, con le conseguenze che conosciamo e, sinceramente, fatico a capirne l’utilità. Franco Uncini, responsabile della sicurezza dei circuiti, aveva spiegato che: «l’erba sintetica serve per consentire al pilota di rialzare la moto, in caso di errore, tirare dritto nell’asfalto esterno (abbondante anche qui, ndr) e ritornare in gara senza cadere».
Ma se un pilota non raddrizza la moto, proprio come è successo a Shoya, allora sono guai. Tra l’altro, la striscia sintetica non piace nemmeno ai piloti di F.1. L’ha confermato Jaime Alguersuari, che intervenendo giovedì scorso in diretta alla trasmissione “Griglia di Partenza”, ha dichiarato, senza mezzi termini, che tutti i piloti di F.1 la odiano e la ritengono pericolosissima. Insomma, la nuova moda dell’erba sintetica sembra non piacere a nessuno, ma ormai c’è in tutti i circuiti. Mah…

CAPIROSSI Ad Aragon non ci sarà Loris Capirossi, convalescente dopo l’operazione al mignolo della mano destra, infortunato a Misano dopo una caduta alla prima curva, conseguente di un contatto con Nicky Hayden. La Suzuki ha deciso di non sostituirlo, quindi i partenti della MotoGP saranno 16: che tristezza!


DE ANGELIS e REDDING Saranno invece al via Alex De Angelis e Scott Redding, i due piloti coinvolti nel terribile incidente di Tomizawa. Entrambi sono ancora piuttosto scossi per quanto è successo, ma sono anche convinti che l’unico modo per superare lo shock è quello di tornare in sella, ed è giusto che sia così.


QUATTRO TURNI Ad Aragon si torna ai quattro turni di prove, tre di libere e uno di ufficiali: saranno da 45 minuti ciascuno e questo sarà, con ogni probabilità, lo schema del prossimo anno. Era ora, perché non girare il venerdì mattina non ha proprio alcun senso.
 

Guarda il filmato aereo del circuito di Aragon.