L'analisi tecnica del GP di Brno di Rossano Brazzi: "Marquez come Rossi"

L'analisi tecnica del GP di Brno di Rossano Brazzi: "Marquez come Rossi"
Giovanni Zamagni
Rossano Brazzi, storico capo tecnico, tre mondiali vinti in 250 con Rossi, Melandri e Manuel Poggiali, oggi a fianco dalla nuova promessa Andrea Migno, commenta per Moto.it il GP della Rep. Ceca. | G. Zamagni, Brno
28 agosto 2013

Punti chiave


Rossano Brazzi, storico capo tecnico del motomondiale, tre mondiali vinti in 250 con Valentino Rossi, Marco Melandri e Manuel Poggiali, oggi a fianco dalla nuova promessa Andrea Migno, commenta per Moto.it il GP della Rep. Ceca.

“E’ stata una bellissima gara. Lorenzo è partito fortissimo, guadagnando subito un buon vantaggio: non pensavo che Marquez riuscisse a prenderlo. Poi è stato passato anche da Pedrosa, ma Lorenzo ha guidato davvero bene. Marquez continua a stupire, è incredibile quello che fa: mi sembra di vedere Rossi quando era giovane”.


Hai già anticipato la domanda: hai lavorato con tantissimi campioni, puoi dire che Marquez è veramente un fenomeno?
“Sì, è veramente un fenomeno. E’ a livello dei migliori, se non il migliore in assoluto, anche se non si possono mai fare questi confronti: ogni epoca ha i suoi campioni, ma Marc è un ragazzo veramente forte, con una grande lucidità nell’interpretazione della gara. Mi sembra che sia molto maturato: non parte a razzo davanti, non cerca di strafare all’inizio, ha imparato a gestirsi. Aspetta, studia la situazione, sfrutta il momento migliore, per poi vincere il GP”.


Tecnico raffinato, Brazzi a Brno per seguire Migno che ha disputato il GP della Moto3 come wild card, ne ha approfittato per andare a vedere in pista le moto. Ecco le sue considerazioni su Honda e Yamaha.
“Da fuori sembra sempre che la Honda sia superiore di motore, ma, soprattutto, mi sembrano più a posto come strategia elettronica: vedendoli girare in pista sembra che la RC213V sia molto, molto centrata: riescono a gestire benissimo la grande potenza del loro quattro cilindri. La Yamaha rimane una gran bella moto sotto l’aspetto della guidabilità”.


Come giudichi il quarto posto di Valentino Rossi?
“Anche qui, purtroppo, era indietro in griglia: in MotoGP se uno non è subito aggressivo i primi giri o rimane un po’ nel “traffico” nei primi giri, poi fatica. Ha girato molto bene in gara: gli mancano 2 o 3 decimi che riesci a recuperare solo se sei in scia agli altri, ma se sei staccato non li recuperi più”.


La tua valutazione sulla Ducati.
“La vedo sempre in difficoltà: mi sembra che in questi anni non siano stati fatti passi in avanti. L’unico che faceva la differenza con la Desmosedici, era Stoner, che però non corre più: devono quindi cambiare qualcosa, perché non hanno ancora trovato l’equilibrio giusto”.


Bisogna lavorare più sul motore o sulla ciclistica?
“In una MotoGP vale tanto il motore quanto la ciclistica. A sentire il commento dei piloti, il difetto più grande è la guidabilità, non riescono a chiudere le curve, non sono ancora riusciti a trovare una soluzione”.


Ma dall’esterno si vede questo problema?
“Sinceramente no. Non lo vedevo nemmeno l’anno scorso quando la moto la guidava Valentino, ma solo loro lo possono sapere”.