GP del Mugello. L'analisi dei protagonisti

GP del Mugello. L'analisi dei protagonisti
Giovanni Zamagni
Non è stato un GP troppo esaltante, per la netta superiorità di Lorenzo e per l’immediata uscita di scena di Rossi. Come al solito, a regalare un po’ di spettacolo è stato Marc Marquez | G. Zamagni, Scarperia
2 giugno 2013

Punti chiave

 SCARPERIA – Non è stato un GP troppo esaltante, per la netta superiorità di Jorge Lorenzo e per l’immediata uscita di scena di Valentino Rossi. Come al solito, a regalare un po’ di spettacolo è stato Marc Marquez, caduto mentre era secondo: se fosse salito sul podio per la quinta volta consecutiva sarebbe stato un primato assoluto.

Vediamo di capire meglio cosa è successo nel GP d’Italia.

Questo è il terzo successo consecutivo di Jorge Lorenzo al Mugello: come mai è così forte in questo tracciato?
I continui cambi di direzione, i curvoni veloci da percorrere in appoggio esaltano le qualità di guida del pilota spagnolo e le caratteristiche della Yamaha. Lorenzo sapeva di avere qui una buona possibilità di successo e l’ha sfruttata al meglio, superando anche in maniera piuttosto decisa Pedrosa alla prima curva, come spiega lo stesso campione del mondo. “Sapevo che dovevo provare a passare Pedrosa il prima possibile, per questo sono stato molto aggressivo alla San Donato. Chiedo scusa a Dani, ho preso qualche rischio, ma lo dovevo fare, perché volevo stare davanti a imporre il mio ritmo: era la mia strategia. Più merito mio o della Yamaha questo successo? Non lo so, ma è chiaro che senza una moto competitiva non puoi vincere: questo è un tracciato favorevole alla M1”.


Come mai Dani Pedrosa è andato in crisi dal 13esimo giro in poi?
Risponde Pedrosa: “Fin da venerdì, la mia moto scivolava tanto, non so bene perché, forse per il tipo di gomme scelte dalla Bridgestone. All’inizio ero molto motivato, sapevo che Lorenzo sarebbe stato velocissimo, ho forzato tanto sull’anteriore per tenere il suo passo, ma quando la gomma posteriore ha cominciato a perdere grip non riuscivo più a controllare la moto: perdevo in entrata e nei cambi di direzione. Credo che in queste gare bisogna essere intelligenti e accontentarsi di un piazzamento”.


Perché Marc Marquez è caduto al 21esimo giro all’uscita della Casanova-Savelli?
Risponde Marquez: “Guardando i dati dell’acquisizione, sembra che io abbia fatto tutto come nel giro precedente. Sinceramente ero stato molto più aggressivo quando avevo superato Pedrosa (sempre alla Casanova-Savelli, due giri prima, NDA), mentre quando sono caduto non mi sembra di aver fatto niente di anomalo, stavo solo cercando di conservare il margine acquisito (circa un secondo, NDA) su Pedrosa”.


La quarta caduta in tre giorni, può avere ripercussioni psicologiche su Marquez?
Io dico di no e lo dimostra il nuovo primato della pista ottenuto da Marc al secondo giro: dopo le “bastonate” prese in prova, lo spagnolo non ha avuto nessun timore a spingere fortissimo fin dai primi secondi. Piuttosto, ancora una volta, Marquez ha stupito per la sua capacità di apprendimento e se fosse salito sul podio sarebbe stato veramente qualcosa di eccezionale. “E’ vero - conferma – sono caduto 4 volte, ma ho imparato tanto per i prossimi GP. E poi sono scivolato mentre ero secondo, non mentre stavo lottando per la quinta o sesta posizione. Non dimentichiamo che sono un debuttante: non avrei mai creduto di poter essere a questo punto del campionato terzo in classifica generale”.


Come mai Andrea Dovizioso non è riuscito a battere Bradl?
Risponde Dovizioso: “Nell’ultimo giro ci siamo superati quattro volte: è stato divertente. Purtroppo, ero troppo al limite, appeso alla moto per girare in 1’49”1 e tenere il passo di Bradl: nelle Biondetti non potevo tenere la linea ideale e lui è riuscito a superarmi facilmente”.


Come mai Andrea Iannone ha faticato così tanto sia in prova sia in gara?
Venerdì, Andrea era stato abbastanza rapido, ma poi non è più riuscito a trovare una messa a punto che lo soddisfacesse. Inoltre, dopo gli infortuni, Iannone è a corto di preparazione fisica.

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