Ducati: È la squadra giusta per vincere il titolo?

Ducati: È la squadra giusta per vincere il titolo?
Giovanni Zamagni
Bagnaia affianca Miller, vincendo la sfida con Zarco, dirottato al team Pramac a fianco di Martin: nel complesso, due squadre di alto livello. Ma per puntare al titolo, tutti i piloti devono crescere: la velocità c’è, ma ci vuole più costanza. E la capacità di sopportare una pressione sicuramente più grande
30 settembre 2020

Quanto era già stato deciso da tempo adesso viene ufficializzato: Ducati ha scelto Pecco Bagnaia (23 anni) per affiancare Jack Miller (25) nella squadra ufficiale. Nel team Pramac, Johann Zarco (30) e la giovane promessa Jorge Martin (22). Tre piloti giovani, quindi, e uno più esperto per puntare al titolo mondiale con quattro DesmosediciGP identiche, con le medesime specifiche tecniche.

Nel comunicato non viene specificato la durata dell’accordo, che però è di due anni per Bagnaia e Martin, mentre per Zarco e Miller di uno più un anno di opzione (a favore della Ducati). Per quanto riguarda l’ingaggio, tutti, probabilmente sotto il milione di euro (premi a parte): si può ipotizzare circa 800.000 euro per Bagnaia, poco meno per Miller, mentre per gli altri piloti di dovrebbe scendere sotto i 500.000 euro. In ogni caso, cifre molto inferiori al recente passato.

Bagnaia/Miller: coppia in crescita

Com'è giusto che sia, quindi, a vincere la sfida per sostituire Andrea Dovizioso nella squadra ufficiale è stato Pecco Bagnaia: si è guadagnato sul campo la promozione. Al di là dei risultati, nel 2020 si può dire che Bagnaia sia stato - fino adesso - il miglior pilota con la GP20, quello che sta riuscendo a sfruttarla meglio con la problematica Michelin posteriore. Pecco è andato oltre ogni aspettativa, anche se un paio di cadute pesano moltissimo sulla sua stagione: quella nelle FP1 del GP della Repubblica Ceca l’ha obbligato a saltare tre gare; quella a pochi giri dal termine del GP dell’Emilia Romagna gli ha impedito di conquistare il primo successo iridato in MotoGP.

Bagnaia, come peraltro ha fatto in tutta la sua carriera, ha dimostrato non solo velocità, ma anche la capacità di reagire a situazione difficili e complicate. L’ha fatto in Moto3 con la Mahindra, lo ha fatto in Moto2, lo sta facendo in MotoGP e nel 2018 ha fatto vedere di sapere tenere botta alla pressione di giocarsi un titolo. Il team ufficiale Ducati è un’altra cosa, Pecco dovrà essere bravo anche sotto altri aspetti. Ma ha tutto per riuscirci. Dall’anno prossimo, però, dovrà puntare al titolo, non saranno più sufficienti dei buoni risultati e non avrà più la protezione di un team nel quale la pressione non esiste: ce la può fare, ma serve un ulteriore passo in avanti.

Per quanto riguarda Miller, anche lui è in crescita, perlomeno nella costanza dei risultati, ma solo a sprazzi e non dimostra la continuità necessaria per giocarsi il titolo. La velocità ce l’ha, ma al momento non basta nemmeno per vincere le gare. In definitiva, è il team giusto per puntare al titolo? Io penso che non sarà facile, ma credo anche che Ducati abbia messo insieme una buona squadra. Fermo restando che rimane incomprensibile quanto fatto a Dovizioso in questi anni. Ma ormai è il passato, speriamo che quella esperienza serva per non ripetere certi errori gestionali.

Zarco/Martin: buon assortimento

Dopo aver fatto crescete tanti giovani nelle ultime stagioni, il team Pramac si ritrova con un pilota relativamente esperto: cosa può portare Zarco alla squadra di Paolo Campinoti? Sicuramente velocità, la possibilità di lottare per il podio, forse anche per la vittoria, al momento sempre sfuggita in MotoGP al due volte iridato della Moto2. Con la Ducati, Johann ha dimostrato di saper andare molto forte - come ha fatto a Brno e in Austria - ma di essere anche troppo incostante, come peraltro era già accaduto con la Yamaha. Anche lui, insomma, deve fare un altro passo in avanti.

Come dire: i tre piloti hanno tutto quello che serve per essere protagonisti, ma devono lavorare per esserlo costantemente. Diverso il discorso per Jorge Martin, al debutto in MotoGP: la squadra gestita da Francesco Guidotti è l’ideale per crescere senza affanno. Può fare molto bene, ma, Marc Marquez a parte, tutti hanno faticato al primo anno in MotoGP. Deve solo avere pazienza, perché le qualità sono indiscutibili.