Dovizioso: "Sto facendo bene, ma a Yamaha potrebbe non bastare"

Dovizioso: "Sto facendo bene, ma a Yamaha potrebbe non bastare"
Giovanni Zamagni
Terzo, come in Germania e in Olanda. E, prima ancora, a Barcellona. Una bella soddisfazione per un pilota in sella a una moto satellite e salire sul podio al Mugello dà un sapore particolare | G. Zamagni, Scarperia
15 luglio 2012

Punti chiave


SCARPERIA – Terzo, come in Germania e in Olanda. E, prima ancora, a Barcellona. Una striscia positiva intermezzata, purtroppo, dalla caduta di Silverstone; senza quell’errore, Andrea Dovizioso sarebbe ancora più avanti in classifica generale. Una bella soddisfazione per un pilota in sella a una moto satellite e salire sul podio al Mugello dà un sapore particolare. Anche se, il Dovi è un po’ rammaricato.

“Sono partito benissimo e nei primi giri andavo veramente forte. Ci credevo e ho provato a stare con Lorenzo, ma lui, così come Pedrosa, era molto più efficace di me in 2-3 punti del tracciato e quando perdi così tanto, non recuperi più, specie in un circuito fisicamente stancante come questo. Speravo che Dani non fosse messo così bene, ma la realtà è che i due spagnoli hanno fatto una gara esagerata e non ce l’ho fatta a stare con loro. Prima di venire qui avevo altre aspettative, ma non ho niente da rimproverarmi: ho guidato bene e non sarei riuscito a batterli anche cambiando tattica”.


A metà gara, però, sembravi in difficoltà anche nei confronti di Bradl.

“Lo ero. Lui riusciva a essere veloce, apparentemente senza troppa fatica: per riuscire a riprenderlo ho dovuto spingere fortissimo. Poi ho visto che ci stavano riprendendo anche da dietro e ho deciso di affrettare i tempi del sorpasso: sono riuscito a conquistare la terza posizione a tre giri dalla fine e, da lì in poi, ho pensato solo a staccare più forte possibile, per impedire un attacco di Bradl”.


Proprio la prestazione del pilota del team Cecchinello conferma la competitività della Honda satellite: una moto da prendere in considerazione per il 2013 (Dovizioso è in trattativa con il Team Gresini, dove potrebbe anche avere una RC213V ufficiale)?
“Conosco bene quella moto, anche se non ho mai guidato la 1000. Se guardi la storia di tutti i piloti che l’hanno guidata, vedi che ci sono grandi differenze di prestazioni. Prendi Bautista: a Silverstone era quasi più veloce degli ufficiali, poi è quasi sparito. Questa è una moto molto complicata e solo due piloti riescono a sfruttarla al massimo quest’anno: non è un caso. Significa che, a volte, a seconda delle caratteristiche della pista e del pilota, puoi andare forte, altre no senza sapere perché: la Honda, comunque, è un’alternativa importante, che conosco bene”.


Prima del Mugello avevi detto che le tue aspettative per questo GP erano altissime: sei quindi deluso per il terzo posto?
“Sì, sinceramente un po’ sì. Ma bisogna essere realisti: Lorenzo e Pedrosa sono stati impressionati”.


In questo fine settimana si è mosso qualcosa per il tuo futuro?
“No, non è stata presa nessuna decisione. Sicuramente i risultati sono uno degli aspetti che Yamaha guarda

I risultati sono uno degli aspetti che Yamaha guarda con maggiore attenzione per scegliere il pilota per il 2013, ma non c’è solo quello

con maggiore attenzione per scegliere il pilota per il 2013, ma non c’è solo quello. Questa è la realtà, non è solo per merito che si conquistano le cose. Dal mio punto di vista è chiaro che fa incazzare: io cerco di andare più forte possibile, sto facendo bene, ma non basta”.


Stai prendendo in considerazione anche soluzioni differenti da quelle della Yamaha ufficiale?
“Ho altre possibilità e le sto valutando seriamente, anche molto differenti dall’attuale. Anche la SBK. Battere i tre piloti che mi precedono in classifica (Lorenzo, Pedrosa, Stoner, NDA) è difficilissimo e non ha senso correre se non hai la possibilità di avere una moto ufficiale. Io corro per vincere, non per essere in MotoGP o per fare terzo o quarto: l’ho già fatto nella mia carriera, voglio provare a fare di più”.


Sei deluso anche per non aver potuto regalare una grande gioia ai tifosi italiani?
“Un po’ sì: vincere qui sarebbe l’apoteosi, il sogno di ogni pilota italiano”.