Dovizioso: “Non è come il 2014: siamo competitivi anche in gara”

Dovizioso: “Non è come il 2014: siamo competitivi anche in gara”
Giovanni Zamagni
Andrea è molto determinato e conscio di avere la moto per giocarsi la vittoria. "Come passo, solo Marquez ha fatto i miei tempi. Ce la possiamo giocare, anche se credo che in gara le Yamaha saranno più competitive"
28 marzo 2015

LOSAIL – Una pole piena di significati. Perché è la prima – al debutto – della GP15, perché ottenuta contro due piloti velocissimi come Dani Pedrosa e Marc Marquez (rispettando l’ordine di partenza del GP del Qatar), perché arriva dopo due anni difficilissimi da sopportare. E, soprattutto, perché non è casuale, ma sostenuta da un passo gara che fa sognare. Per tutto questo, Andrea Dovizioso – solitamente molto pacato – è felicissimo, addirittura commosso.


«E’ una situazione molto differente dal 2014: anche l’anno scorso ero spesso veloce in prova e a Motegi ero partito in pole, ma sapevo che non avrei potuto tenere lo stesso passo in gara. Adesso è diverso. Ovviamente la gara sarà dura, sarà difficilissimo lottare con Marquez, Lorenzo, Rossi, Pedrosa, addirittura non sono più abituato a giocarmela con loro fino alla fine, ma la possibilità c’è».


Insomma, la situazione è sotto controllo?

«No, perché la moto è troppo nuova, ci sono dei punti di domanda ai quali non possiamo rispondere, perché solo in gara si possono scoprire certi aspetti. Dobbiamo capire meglio la GP15, ma la base è sicuramente buona. Qui non avevamo iniziato al meglio, ma lavorando bene siamo progrediti continuamente: certamente è una pole speciale per me e per la Ducati: è un regalo per le persone a casa che hanno lavorato giorno e notte per portare la GP15 a Sepang il 23 febbraio».
 

E' un regalo per le persone a casa che hanno lavorato giorno e notte per portare la GP15 a Sepang il 23 febbraio


Puoi quantificare il vantaggio che ti ha dato la gomma extra soffice?

«E’ quasi impossibile da dire, bisognerebbe fare un paragone specifico. Diciamo due, tre decimi, non lo so».


Sembri perfino commosso, è vero?

«Quando riesci a tirare giù così facilmente i decimi, quando puoi mettere la moto dove vuoi, quando riesci a fare certi cose, quando puoi fare certe linee, provi sensazioni incredibili, come ti capita poche volte. Ma, soprattutto, sono contento per il passo che abbiamo tenuto nelle FP4: solo in gara capiremo veramente dove saremo, ma, per il momento, sono l’unico ad aver tenuto lo stesso ritmo di Marquez. Ripeto, è molto diverso dal 2014, perché adesso so di poter tenere certi ritmi anche in gara: ecco perché l’anno scorso non mi esaltavo più di tanto per un buon risultato in qualifica».


Una prestazione così la sognavi o la ritenevi possibile?

«La sognavo. La moto è talmente giovane che c’è ancora margine di miglioramento, anche se non so quanto sia. Non dimentichiamoci che dobbiamo lottare contro Honda e Yamaha, che stanno dominando da anni».


Il podio è l’obiettivo minimo?

«Calma, salire sul podio sarebbe bellissimo: è sicuramente un risultato alla nostra portata, ma su questa pista incidono un sacco di variabili. E Lorenzo e Rossi in gara saranno sicuramente più competitivi di quanto sia sembrato in qualifica».


Finalmente adesso puoi rispondere alla domanda “ma chi me l’ha fatto fare”?

«Io questa domanda non me la sono mai posta: sicuramente altre, ma non questa… Certo, sono stati due anni durissimi, di grandi difficoltà: il gruppo è migliorato costantemente, lavorando tutti insieme. E’ una soddisfazione».


Scusa Andrea, torniamo al regolamento: se la Ducati dovesse perdere gli attuali vantaggi, sarebbe ancora così competitiva?

«Io non credo che perdendo i vantaggi torneremmo indietro: diciamo che il regolamento ci ha permesso di arrivare a questo livello, ma rimarremo comunque competitivi. Comunque sarei ben contento di perderli: significherebbe aver ottenuto risultati pazzeschi…».