Dovizioso: "Battere Rossi era fondamentale per tanti motivi"

Dovizioso: "Battere Rossi era fondamentale per tanti motivi"
Giovanni Zamagni
Il risultato finale è buono, perché fare quarto in questa MotoGP significa andare forte. Ma il distacco dai primi è troppo pesante. Ecco l’analisi del pilota della Honda | G. Zamagni, Estoril
2 maggio 2011

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ESTORIL – Il risultato finale è buono, perché fare quarto in questa MotoGP significa andare forte. Ma il distacco dai primi è troppo pesante e per come si è sviluppata la gara, la prestazione di Andrea Dovizioso domenica all’Estoril è stata solo discreta. Ecco l’analisi del pilota della Honda.

 

Partiamo dall’aspetto positivo: non si batte Dovizioso in volata all’Estoril. L’anno scorso Simoncelli, domenica Rossi…
“Valentino a livello di strategie, frenate è molto bravo, non solo duro: riuscire a batterlo era fondamentale. Per vari motivi”


Elenchiamoli...
“No dai, l'ho solo buttata lì… Oltre ad aver fatto una buona quarta posizione, siamo migliorati molto rispetto alla prova, girando costanti per tutta la gara e facendo il miglior crono alla fine (al 28esimo passaggio). Dall’altra parte, però, son anche un po’ perplesso, perché venerdì e sabato andiamo fuori strada. E’ successo sia a Jerez sia all’Estoril ed è molto grave: vogliamo, dobbiamo capire perché. Se in gara fai certe prestazioni, significa che le puoi fare anche in prova, se non addirittura meglio. Dobbiamo assolutamente migliorare sotto questo aspetto se vogliamo provare a combattere con Pedrosa, Stoner e Lorenzo”.


E’ una questione di metodo di lavoro?
“Non lo so. E’ un insieme di cose e il problema è più mio che del team. In 28 giri capisci tante cose e su quelle bisogna lavorare il venerdì e il sabato”.


Con tutte le giustificazioni per le difficoltà in prova, però 16 secondi rimane un distacco troppo grande.
“E’ grande se il tuo obiettivo è giocarti il mondiale”.


Ed è quello il tuo obiettivo. O no?
“Sì, lo è. Ma il livello è altissimo ed è tutto difficilissimo. Quest’anno abbiamo una moto molto competitiva, ma ce l’hanno anche gli altri e finora stanno sfruttando meglio il pacchetto. Quello che faccio in gara fa capire che abbiamo il potenziale per riuscirci, anche se non è facile, non sono così vicini. Ma la situazione non è così drastica: nel 2010 sono riuscito a giocarmi delle gare, pur essendo complessivamente più lontano di quest’anno”.


Come hai visto Valentino e la Ducati?
“Non è bellissimo da vedere, perché combatte con la moto. E’ bello vedere che combatte, tanto di cappello, nonostante sia in crisi a controllare la moto: l’ho visto in crisi più volte, gli si chiudeva il davanti, la moto pompava molto in uscita di curva, ma nonostante questo ha girato costante dall’inizio alla fine. E’ stato bravo a tenere il ritmo buono fino alla fine, ma non è riuscito a dare lo strappo per impedirmi di seguirlo”.


Ma perché non hai provato ad attaccarlo prima?
“Non ne ho avuto la possibilità, non gli sono mai stato così attaccato per passarlo. In certi punti perdevo troppo, in alcune parti lui era molto più veloce di me e per questo non riuscivo a passarlo. Non è stata strategia, ma sono contento perché sono riuscito ad organizzarmi per dare il massimo negli ultimi due giri. In staccata non potevo attaccarlo e se provavo a frenare dopo lo spazio di fuga non mi sarebbe bastato per fermarmi…”.


E’ invece stata una strategia attaccarlo all’uscita dell’ultima curva?
“Volevo passarlo alla curva 10, ma farlo lì, in accelerazione, sarebbe stata fantascienza, anche se facendo una traiettoria opposta alla sua quasi ci riuscivo. A quel punto mancava solo l’ultima curva, dove chi sta davanti è sfavorito, perché chi segue ha due possibilità per passare. Lui per tutta la gara ha fatto una linea larga a centro curva, per essere più veloce in rettilineo. Se avesse fatto quella linea, avrei provato a passarlo a centro curva, ma lui, sapendolo e sentendomi attaccato, è stato stretto. Allora ho chiuso il gas e sono andato largo per riuscire a lanciarmi il più velocemente possibile, ma forse, sentendomi, ha fatto anche lui la stessa cosa. Ma ha sbagliato, è andato largo e quando è ritornato nella giusta traiettoria era troppo lento. Io arrivavo da lontano con più velocità e sfruttando la scia sono riuscito a passarlo, perché come motore il mio non va forte. Ma mettendolo sotto pressione ha fatto questo piccolo errorino e per 25 millesimi ho conquistato il quarto posto”.