Dall'Igna (Ducati): "Due anni per tornare competitivi"

Dall'Igna (Ducati): "Due anni per tornare competitivi"
Giovanni Zamagni
Il nuovo direttore generale di Ducati Corse parla per la prima volta: “Ducati farà tutto quello che serve per tornare vincente” | G. Zamagni, Valencia
11 novembre 2013

Punti chiave


VALENCIA – Gigi Dall’Igna è da oggi ufficialmente il direttore generale di Ducati Corse: ecco la sua prima conferenza stampa.
«Per me è una giornata particolare, è il mio primo giorno come direttore generale di Ducati Corse: è una svolta importante nella mia carriera. Voglio ringraziare Claudio Domenicali (amministratore delegato, NDA) e il gruppo Audi che mi hanno dato questa fiducia. Sicuramente arriviamo da stagioni convulse e complicate, ci sarà parecchio lavoro da fare, ma sono confortato dal fatto di avere trovato a Borgo Panigale uno staff di lavoro di alto livello tecnico, che mi aiuterà a fare quello che serve per riportare la Ducati al livello che si merita in MotoGP e SBK. Credo sarà fondamentale unificare il lavoro delle due aree, con trasferimento continuo di informazioni. Sarà quindi questo il primo intervento da fare: riorganizzare la struttura, con anche un maggiore trasferimento di informazioni tra il reparto corse e la pista: per riuscirci, bisogna dare a chi lavora in pista un ruolo importante anche a casa e viceversa. La mia presenza a tutte le gare aiuterà questo collegamento, ma va migliorato».


Dovranno essere fatti cambiamenti radicali sulla moto?
«Per me è difficile adesso affrontare questo argomento, ma è chiaro che sarà fatto tutto il necessario per tornare competitivi: la Ducati ha la capacità di rifare da capo la moto e se sarà necessario lo farà. Nel 2014 la moto sarà diversa da questa, ma, essendo stata fatta da altri, non avrà ancora quello che io ritengo importante per vincere: debutterà nei test di Sepang e da qui ad allora cercherò di capire se dovrà essere modificata ulteriormente».


Se iniziassi adesso a progettare una moto completamente nuova, quando sarebbe pronta?
«A questa domanda avrei potuto rispondere con precisione se fossi stato ancora in Aprilia, perché ho creato io quella realtà. Qui è tutto differente e bisogna intervenire sull’organizzazione: diciamo, però, che ci vorrebbero più di sei mesi per un concetto di moto completamente nuovo».

L’importante è avere trovato a casa una struttura di primo livello per elettronica, ciclistica e motore


Hai già fatto un programma e hai pianificato la struttura?
«Il reparto corse va migliorato in maniera significativa, con maggiore passaggio di informazioni tra pista e casa. L’importante, ripeto, è avere trovato a casa una struttura di primo livello per elettronica, ciclistica e motore».


Ti sei posto o ti hanno posto degli obiettivi?
«Nessuno mi ha chiesto di vincere entro un anno, ma gli obiettivi me li pongo da solo: dico che due anni è un tempo ragionevole per ridurre il GAP con Honda e Yamaha».


I piloti non li ha scelti tu: cosa pensi di Dovizioso e Crutchlow?
«Dovizioso l’ho “rincorso” per tutta la mia carriera e adesso, finalmente, è con me: sono molto contento. Crutchlow non lo conosco così bene, ha un passato diverso dal mio, ma in questo ultimo anno mi sembra cresciuto molto: mi sembra un’ottima coppia».


Vitto Guareschi ha lasciato Ducati; ci sarà un altro team manager, avete già individuato chi?
«Questo è un argomento che deve ancora essere approfondito. Intanto posso dire che Paolo Ciabatti, oltre che responsabile del progetto MotoGP, sarà anche direttore sportivo sia della MotoGP sia della SBK, come io sarò anche direttore tecnico. Credo sia un cambiamento importante. In ogni caso, quando servirà migliorare un aspetto, prenderemo sicuramente il miglior tecnico per riuscirci».


Confermi che ci saranno tre MotoGP e una “Open” nel 2014?
«Sì, è giusto lavorare anche in quel settore e provare a essere competitivi».


Perché hai lasciato l’Aprilia?
«Ho vinto tanto nella mia carriera, ma mi mancava la MotoGP: la Ducati è uno dei pochi gruppi europei che fa la MotoGP con certe ambizioni».


La Ducati è molto legata a certe tradizioni tecniche: le dovrai mantenere?
«Ducati farà quello che serve: se riterremo che servirà una soluzione tecnica differente la faremo».


Cosa pensavi della Ducati quando eri in Aprilia?
«Come è umano che sia, gioivamo per i nostri successi, ma eravamo ancora più contenti quando battevamo la Ducati».

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