Cosa ci aspetta. Marca per Marca

Giovanni Zamagni
Dopo tre mesi di silenzio assoluto, durante i quali si è parlato solo di Rossi, ma in chiave automobilistica, il motomondiale torna in pista il 4 e il 5 febbraio a Sepang. Cosa ci aspetta Marca per Marca | Zamagni
2 febbraio 2010

Punti chiave


Si ricomincia, finalmente. Dopo tre mesi di silenzio assoluto, o quasi, durante i quali si è parlato praticamente solo di Valentino Rossi, ma in chiave automobilistica, il motomondiale torna in pista il 4 e il 5 febbraio a Sepang (Malesia), per i primi test stagionali. 
 

Valentino Rossi
Valentino Rossi

Importantissimi, perché quest’anno, per regolamento, i piloti della MotoGP proveranno complessivamente sei giorni (quattro in Malesia e due in Qatar) e c’è quindi pochissimo tempo per trovare l’assetto vincente della propria moto ed, eventualmente, correre ai ripari. Più che per i piloti, quindi, i primi test del 2010 in Malesia sono fondamentali soprattutto per le Case, che potranno immediatamente capire se durante l’inverno hanno lavorato con profitto. In attesa dei primi riscontri cronometrici, ecco cosa ci si aspetta Marca per Marca.




YAMAHA


La nuova M1 verrà svelata il 4 febbraio, in una conferenza stampa da Kuala Lumpur che si potrà seguire su Internet. La moto di riferimento della passata stagione non dovrebbe comunque cambiare sostanzialmente e a Valencia, nei due giorni di test di novembre dopo la fine del mondiale 2009, si è già visto il nuovo telaio, realizzato per migliorare la trazione. Presumibilmente, i tecnici della Yamaha si sono concentrati sul motore, perché, secondo Valentino, “Dopo che nella seconda parte della stagione è stato introdotto il nuovo regolamento (cinque motori per sette gare, a partire dal GP della Rep.Ceca, ndr), Honda e Ducati hanno mantenuto le prestazioni precedenti, mentre noi abbiamo perso qualcosa”.
Una situazione tecnica che il regolamento 2010 esaspera ulteriormente, visto che si potranno utilizzare solo sei propulsori per 18 GP. I test in Malesia, quindi, serviranno per verificare se il quattro cilindri in linea della M1 non ha perso troppi cavalli.

DUCATI


Come sempre, la Ducati ha anticipato tutti, facendo vedere la nuova GP10 a gennaio a Madonna di Campiglio. Come ha spiegato l’ingegnere Claudio Domenicali: “La moto è sviluppata tenendo conto del cambiamento regolamentare, che per questa stagione impone sei motori per 18 GP, con una durata media di ciascun propulsore di 1600 km. Tanto per fare un paragone, nel 2009 veniva usato un propulsore a GP. Trovare la durata non è stato facile, specie considerando che il nostro quattro cilindri raggiunge i 19.000 giri: tutte le parti principali sono state riprogettate completamente. Altra novità è il cambiamento degli ordini degli scoppi, da “screamer” utilizzato per avere grandi potenze, a Big Bang, come peraltro avevamo già fatto nell’ultimo periodo dei motori da 990 cc (2006, ndr). Siamo tornati su questa strada, facendo prima le prove al banco, quindi in pista con Vitto (Guareschi il collaudatore oggi team manager, ndr) e poi con i nostri piloti ufficiali, ottenendo solo giudizi positivi. Crediamo per il 2010 di avere una moto più guidabile e con prestazioni meno difficili da raggiungere. Il terzo rinnovamento riguarda il veicolo: abbiamo lavorato molto per eliminare gli scuotimenti della moto, intervenendo sulla struttura posteriore che nella nostra moto sorregge sella e forcellone. Adesso, il tutto ha sei punti di attacco invece dei quattro precedenti e la moto dovrebbe essere più rigida. Anche la carenatura è cambiata, ma, di fatto, è la stessa già utilizzata dal GP del Portogallo in poi: rende la moto più maneggevole”.
Non resta che verificarne il comportamento in pista.

HONDA


Ci si aspettano grandi novità dalla Honda, sempre in difficoltà da quando la MotoGP, nel 2007, è scesa da 990 cc a 800 cc, proprio per volontà, ironia della sorte, della più grande Casa motociclistica del mondo. Come spesso avviene, dal Giappone sono arrivate pochissime notizie, ma in Malesia dovremmo vedere una RC212V completamente rivista nella ciclistica (in parte già provata a Valencia a fine 2009) e nel motore. E’ sicuro che alla HRC hanno lavorato duramente, con l’obiettivo di assecondare le richieste dei due piloti Dani Pedrosa e Andrea Dovizioso. Ci si aspettano anche novità per la parte elettronica, altro punto debole della Honda, che per migliorare questo aspetto fondamentale ha ingaggiato due ingegneri italiani provenienti dalla Yamaha.

SUZUKI


Altra Casa in difficoltà, costretta a grandi cambiamenti, perché nel 2009 la Suzuki era poco competitiva sia nel telaio sia (soprattutto) nel motore, carente di cavalli. In Malesia dovrebbe debuttare una moto completamente nuova, piuttosto differente da quella vista anche nei test di Valencia. Ma i dubbi sulla competitività della Suzuki rimangono, perché la differenza con le rivali era troppo grande e con poche risorse e mezzi tecnici a disposizione è difficile annullare lo svantaggio. Con la speranza, naturalmente, di essere smentiti dai fatti.

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