Brno 2015. Spunti, considerazioni, domande dopo il GP della Repubblica Ceca

Brno 2015. Spunti, considerazioni, domande dopo il GP della Repubblica Ceca
Giovanni Zamagni
Dove è stato superiore Lorenzo? Perché Marquez non ha azzardato? Quali i motivi della debacle di Rossi?
17 agosto 2015

Per sette giri, Marc Marquez è stato in scia a Jorge Lorenzo: il pilota della Yamaha ha temuto che Marquez potesse beffarlo come a Indianapolis, dove era riuscito a superarlo nel finale, dopo essergli stato sempre a pochi decimi di distanza?

No: troppo superiore il ritmo di Lorenzo. Che racconta: «Ho pensato a quanto successo a Indy, ma questa volta Marquez non ha potuto seguirmi. E’ una vittoria importante, perché mi permette di recuperare nove punti su Rossi e di guadagnarne su Marquez, che con una gara in meno è quasi definitivamente fuori dai giochi per il mondiale. Valentino quest’anno è incredibilmente consistente e anche se io ho vinto di più, abbiamo gli stessi punti in classifica: per conquistare questo titolo, bisognerà lavorare sui dettagli, mantenere alta la concentrazione, pensare sempre di potercela fare, anche nei momenti difficili. Oggi ho dimostrato di avere la velocità per poter salire sempre sul podio».

Marc Marquez alla vigilia aveva detto di non aver nulla da perdere, di pensare solo alla vittoria: perché, allora, non ha reagito quando Lorenzo ha cambiato ritmo?

Marquez era già al limite, alle prese con una Honda tutt’altro che precisa e decisamente più “ballerina” sulle tante buche di Brno. Provare a tenere il ritmo di Lorenzo avrebbe significato caduta sicura e, come poi ha ammesso Marquez nel dopo gara, non è vero che non avesse più niente da perdere. «Se fossi caduto, il mio mondiale sarebbe finito qui, mentre così ho ancora una speranza. Piccola, piccolissima, ma c’è».

Perché Rossi in gara non è riuscito a ripetere le stesse prestazioni delle FP4, pur avendo montato le stesse gomme (dura anteriore e dura posteriore), pressoché nelle stesse condizioni climatiche di sabato?

E’ un qualcosa che non si spiega nemmeno Rossi («dovremo studiare i dati») e che ha influenzato pesantemente il GP: per questo Valentino a fine gara era piuttosto deluso.

Andrea Iannone ha finito quarto a 2”674 da Valentino Rossi: il podio era alla sua portata?

Sì secondo i tecnici Ducati. Iannone ha avuto un problema tecnico: le trombette di aspirazione ad altezza variabile si sono bloccate, facendo perdere potenza al motore, quantificabile in un paio di decimi al giro, per un totale di oltre 5”, stando ai calcoli del direttore generale Gigi Dall’Igna. Iannone: «Fin dal giro di ricognizione ho capito che c’era qualcosa che non andava e la perdita di potenza ha pregiudicato anche la potenza. Il motore spingeva meno del solito: sono cose che possono capitare, non è assolutamente una mancanza di affidabilità. Al di là di questo, però, sono contento per come abbiamo reagito dopo cinque gare negative: per come ho guidato, per come potevo essere aggressivo in frenata, è stato il GP dove la GP15 ha funzionato meglio».

Invece, perché Andrea Dovizioso è stato più in difficoltà, pur montando l’evoluzione di motore che ha dato dei vantaggi in accelerazione e velocità massima?

Risponde Dovizioso: «Per come ero messo dopo le prove, il risultato finale non è male. Dobbiamo essere positivi, anche se non ho più il feeling di inizio stagione. Non posso guidare come voglio: rispetto a Pedrosa avevo una grande velocità in rettilineo, ma ero fermo a centro curva. E’ questo il nostro limite e con il mio stile di guida viene accentuato, perché rispetto a Iannone io ho più tempo di “transizione” tra quando freno e accelero. Le nostre linee sono diverse, io sono più rotondo in inserimento e a centro curva, mentre lui spigola di più: ecco perché soffro maggiormente la mancanza di velocità al massimo angolo».

Andrea Dovizioso, impegnato nel duello con Dani Pedrosa
Andrea Dovizioso, impegnato nel duello con Dani Pedrosa

Si è assistito a una gara stile F.1: fatta eccezione per Pedrosa, penalizzato in prova dall’infortunio alla caviglia sinistra, il risultato delle prove ha rispecchiato fedelmente l’arrivo al traguardo. Casuale o c’è una ragione tecnica?

Entrambe le cose, anche se prevale, naturalmente, la ragione tecnica: i piloti hanno potuto sfruttare pienamente tutti i turni di prove (e il warm up), ottenendo la migliore messa a punto possibile. In gara, quindi, nessuno si è “inventato” nulla e il risultato finale ha rispecchiato quanto emerso dalle prove.

Giri veloci in gara.

Marquez 1’56”048 (al 4° giro); Lorenzo 1’56”169 (4); Rossi 1’56”747 (4); Iannone 1’56”860 (6); Dovizioso 1’56”943 (4); Pedrosa 1’56”975 (6); Smith 1’57”250 (3); Vinales 1’57”436 (3); P.Espargaro 1’57”454 (17); Crutchlow 1’57”652 (3).

Dopo 11 gare, Lorenzo e Rossi sono appaiati a 211 punti, Marquez insegue a 159: chi è il favorito a conquistare il titolo?

Risponde Dovizioso: «Gli equilibri cambiano di gara in gara: oggi dici una cosa, che è diversa da quella che avresti detto tre gare fa... Personalmente spero che se la possa giocare anche Marquez, perché è davvero forte e sta portando al limite una Honda che in questo momento sembra meno competitiva della Yamaha: in qualche modo ci mette una pezza. Ma per lui sarà molto dura, perché i piloti Yamaha normalmente non fanno errori e riescono a sfruttare la moto al 100%. Credo sarà una questione mentale: Lorenzo se è in forma è imbattibile, ma è difficile mantenere questo livello fino alla fine del campionato».

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