Andrea Dovizioso inizia bene: terzo in Qatar

Giovanni Zamagni
Losail gli porta bene: il Dovi inizia alla grande il Mondiale, lotta con i migliori ed è terzo sotto la bandiera a scacchi. Sua la migliore Honda in gara | G. Zamagni, Losail
12 aprile 2010


La pista di Losail gli porta bene, perché qui, nel 2008, al debutto in MotoGP, Andrea Dovizioso si tolse la soddisfazione di superare nell’ultimo giro nientemeno che Valentino Rossi.

Questa volta, il sorpasso decisivo sul traguardo ai danni di Nicky Hayden, vale il terzo gradino del podio: un podio pieno di significato e che permette al Dovi di guardare con ottimismo al futuro.
«Durante la gara – racconta – ho avuto diversi pensieri, differenti stati d’animo. Prima di partire, credevo che sarebbe stata dura giocarsi il podio con Lorenzo, il pilota rispetto al quale avevo un paio di decimi di margine e dopo la partenza, disastrosa, pensavo che la mia gara fosse già finita. Ma ci sono stati un paio di momenti importanti e nei primi cinque giri ho fatto un capolavoro, un po’ aiutato dal fatto che davanti ci fosse Pedrosa e non Stoner, che così non ha sfoltito il gruppo velocemente e questo mi ha permesso di agganciarmi. Così ho potuto passare Hayden e agganciarmi a Valentino: un fatto fondamentale per fare una gara così. L’altra cosa importante è stata seguire Rossi fino a tre giri dalla fine: in alcuni punti perdevo veramente tantissimo, ma ho corso con il cuore. Mi aiutava un po’ la velocità in rettilineo, ma c’erano molti punti nei quali facevo fatica, in particolare la curva 10: se da questo circuito tolgono quella curva, potevo giocarmi la gara… Perdevo veramente un’eternità, tanto che tutti mi hanno passato lì». 

E poi c’è la convinzione di poter migliorare la moto: questo risultato è il frutto del lavoro fatto quest’inverno, ma sappiamo dove dobbiamo intervenire. In questa gara ho fatto tantissima esperienza, stare insieme ai migliori ti fa capire tante cose

E adesso?
«Queste cose qui fanno tanto bene, perché la convinzione dei tecnici e dei piloti è fondamentale per ottenere qualsiasi risultato. Questo risultato è oro colato anche se siamo consapevoli, ancora di più adesso che ho potuto vedere da vicino i miei avversari, che c’è ancora molto da lavorare. Ma riuscire a fare la gara con i più veloci, significa che abbiamo fatto un grosso passo in avanti quest’inverno: è il primo anno che mi capita di poter lavorare duro e sono veramente soddisfazioni quando raccogli i frutti».

Quanto c’è di convinzione e quanto di miglioramento della moto in questo risultato?
«Sulla mia convinzione ci sto lavorando e ci devo ancora lavorare, perché a volte, studiando molto, ti abbatti e in partenza ero un po’ abbattuto. E poi c’è la convinzione di poter migliorare la moto: questo risultato è il frutto del lavoro fatto quest’inverno, ma sappiamo dove dobbiamo intervenire. In questa gara ho fatto tantissima esperienza, stare insieme ai migliori ti fa capire tante cose».

Perché Pedrosa parte sempre bene e tu spesso male?
«Sono sempre partito bene nella mia carriera: ho delle difficoltà da quando sono in HRC. L’anno scorso avevo una frizione differente, quest’anno l’abbiamo uguale, ma patiamo dei problemi da valutare, perché la frizione mi scivola in partenza».