KTM SX-F Factory 2014 Test: le moto di Cairoli, Dungey e Tixier!

KTM SX-F Factory 2014 Test: le moto di Cairoli, Dungey e Tixier!
Aimone Dal Pozzo
  • di Aimone Dal Pozzo
KTM ancora una volta domina la scena delle competizioni. Moto.it prova in esclusiva le moto campioni del mondo per scoprire cos’hanno di più queste moto oltre che al pilota vincente. Le risposte sono sorprendenti!
  • Aimone Dal Pozzo
  • di Aimone Dal Pozzo
8 ottobre 2014

Siamo a Kegums, il Lettonia, il giorno seguente il motocross delle nazioni e sta per andare in scena uno dei test più esclusivi dell'anno: ci aspetta infatti una pista da urlo, una giornata da manuale e le tre moto che hanno dominato la scena internazionale per tutta la stagione 2014. Si tratta delle moto ufficiali della ditta di Mattighofen, quei proiettili arancioni che pochi hanno la fortuna di vedere da vicino, tanto vanno forte.
Moto.it le testa in esclusiva, proprio come sono settate dai piloti, tanto che non ci viene concesso nemmeno di spostare le posizioni delle leve al manubrio.

La base, come sempre, deriva dalla produzione di serie, che una volta sviluppato e definito il prodotto per il model year successivo, passa la palla al reparto R&D che, da lì in avanti, eredita il compito di ricavarne ancora di più in termini di prestazioni, senza andare però a scapito dell’affidabilità. Questo non significa che queste arancioni sono delle semplici “travestite”, in quanto numerosi accorgimenti mirati portano queste moto ad avere una vera e propria personalità. Vediamole nel dettaglio:

SXF 350 Cairoli

Antonio Cairoli: "La mia moto è abbastanza standard, infatti non ci sono modifiche al telaio, ma la posizione in sella è differente, in quanto è un po' inferiore (telaietto ribassato), e le leve freno e frizione sono come quelle di tutti gli altri anche se non mi cambia molto se vengono spostate da una volta all’altra. La sospensione anteriore deve essere dura, ed il mono posteriore deve essere un po’più morbido, così da avere una posizione leggermente seduta. Abbiamo uno standard di set-up generale che usiamo per tutto l'anno, che è simile per ogni tracciato, sia esso di sabbia o sul duro.

Ciò che cambia invece è la scelta delle gomme che sono diverse a seconda del terreno, anche se di base rimane spesso la stessa. Il motore è lo stesso per tutto l'anno, ma a volte cambiamo i pignoni a seconda che si tratti di pista dura o sabbia. Mi piace da matti questa moto perché ha molta coppia in basso e spinta in alto, mentre nella parte centrale non mi serve grande spinta in quanto non la sfrutto molto.”

E’ stata decisamente troppo forte la tentazione di incominciare dalla moto del Tonino Campione del Mondo, non ho potuto resistere. La moto più desiderata in assoluto, sia dal pubblico che probabilmente da molti piloti, si rivela in realtà molto semplice da gestire, benché sia cresciuta di sostegno e aggressività rispetto alla prima versione che ho provato nel 2011.

Sali in sella e leggendo la scritta personalizzata Cairoli sul tappo del serbatoio già ti viene la pelle d'oca. Fai per accendere e noti subito che il tasto dell'avviamento è messo in posizione protetta sotto ai cavi del gas, difficile da raggiungere con il dito, ma ben lontano da tocchi involontari. Accendi e il rumore appare normale, con la particolarità che nulla vibra e tutto è regolato al millimetro. La posizione in sella risulta leggermente più bassa in quanto il telaietto è stato abbassato di 4 mm. La sella è standard, ma viene imbottita maggiormente nella parte finale per creare un sorta di effetto scalino nella parte finale (minimo, non come le step-up). Le pedane in titanio hanno punte pari ai denti di uno squalo e unitamente alla cartavetra posizionata sulla prima parte del telaio, consentono di avere un ottimo grip e feeling con la moto.

Parti e i primi metri, anzi giri, sono di adattamento. I freni, grazie alle pinze e pompe Brembo ufficiali, sono potentissimi e  i comandi sono talmente precisi che appena li sfiori si bloccano, devi fare attenzione. Anche se non giri forte senti subito che il propulsore spinge e cerca di distendersi il prima possibile. Entri in curva con una marcia alta e non si lamenta, ma appena chiedi di uscire, il motore risponde istantaneamente senza esitazione, tanto che devi anticipare i gesti se vuoi rimanere attaccato.

Dal punto di vista delle sospensioni la moto di Tony è più umana delle altre in quanto la sua leggerezza non lo obbliga a salire eccessivamente di durezza di molle. Di contro la scorrevolezza in compressione è molto libera, ma risulta particolarmente frenata di ritorno, quasi bloccata, tanto che alle basse velocità picchia notevolmente nelle braccia. La dote principale è che una volta presa confidenza, questa moto è davvero istintiva e divertente da guidare perché leggera e agile. La forcella WP da 52 mm di diametro in alluminio infatti, in abbinamento con il mono dotato di link, lavora davvero bene  e più si affrontano gli ostacoli in velocità e maggiore è la sensazione di stabilità che viene trasmessa.

SXF 450 Dungey

Ryan Dungey: "Credo di avere un set-up abbastanza unico e mi piace una buona fermezza nella mia sospensione e un buon comfort con un buon bilanciamento della moto. Come motore mi piace avere un propulsore forte, ma molto controllabile e non troppo aggressivo nella prima parte. Mi piace un buon controllo sulle buche veloci, e nelle sezioni ad alta velocità, quindi la moto deve essere stabile piuttosto che maneggevole. Tengo le leve al manubrio un po’ basse perché questo mi aiuta a mantenere i gomiti un po’ alti. Le mie pedane sono cinque millimetri più basse e 5 mm più indietro rispetto allo standard, mentre tutto il resto è pari all’originale.”

A bordo di questo bombardone noti subito delle personalizzazioni importanti: leve frizione e freno bassissime, molto basso anche il freno dietro, gobba step up in fondo sella per stare in posizione durante le fasi di accelerazione. Poi intravedi nascosto dietro alla tabella porta numero un elemento strano ed inedito, quantomeno su una KTM. Dungey infatti, monta un ammortizzatore di sterzo dalle medesime fattezze di quello che si trova su Honda, ma specifico per le moto arancioni. Questo perché la 450 americana è molto caricata sull'avantreno e questa chicca in aggiunta serve a stabilizzare la ruota anteriore, in particolare alle alte velocità.

Le sospensioni sono molto molto rigide, tanto che per noi “umani” si fatica ad apprezzarne le doti di scorrevolezza e progressività. Il ritorno come sulla moto di Cairoli è praticamente inchiodato e sebbene questo vada a scapito del comfort premette di avere sempre il controllo della moto. Il motore è progressivo da matti, ma appena tiri il cordino ti scappa da sotto il sedere che non te ne accorgi. Lasci dentro una marcia e la porti per tutta la pista del nazioni.

SXF 250 Tixier

Jordi Tixier: "La mia posizione in sella è abbastanza normale e io uso solo il Pirelli 32 su ogni tracciato, solo nella sabbia lo cambio per quello a paletta. Per il resto mi piace avere il manubrio particolarmente arretrato perché questo mi aiuta a stare indietro sulla moto. Mi piacciono le leve un po’ basse, ma entrambe sulla stessa altezza. Per quelle azionate dai piedi invece, mi piace averle alte per darmi più spazio di movimento e per il resto non ho molte cose speciali. Per quanto riguarda le sospensioni mi piace l'impostazione di base morbida, così da essere in grado di assorbire i piccoli urti con semplicità ed allo stesso tempo di attutire gli atterraggi più pesanti. Chi prova la mia moto di solito non si trova bene, ma per me è l’ottimale perché ho appena vinto il campionato del mondo!”

Tra tutte decisamente la più umana e sfruttabile. La posizione a bordo è molto simile alla moto di serie. Il manubrio, basso e dritto e la sella pari all'originale. Unica personalizzazione diversa dal solito è la leva del cambio molto alta rispetto a come è di serie, di contro la leva del freno posteriore è parecchio lunga ed obbliga ad avanzare di posizione in fase di staccata. I primi metri già ti fanno capire che questa moto la puoi dominare e che ti trasmette grande sicurezza. Le sospensioni sono morbide nella prima parte di corsa, ma appena aumenti velocità, senti che ti sostengono e che lavorano in ogni situazione, senza però picchiare nelle mani come invece fanno le altre due. La bilanciatura dei pesi è più centrale e questo agevola gli inserimenti in curva.

Dal punto di vista del motore, all'inizio pare essere quasi legato, questo perché tira talmente forte in alto che è lì che va usato. Avendo una cilindrata piccola devi spesso giocare con il cambio per arrivare a centro curva con la marcia corretta, ed una volta capito questo gira che è un piacere.

In sostanza questo test mi porta a considerare che non esiste una legge o una regola che accomuna le moto dei campioni, se non quella di avere la particolarità di essere cucita addosso alle esigenze di ognuno, affinché ispiri fiducia e permetta di spingere al massimo.

Le due moto della MXGP a esempio, nello specifico la 350 di Cairoli e la 450 di Dungey, corrono alla pari nella medesima classe e derivano dalla stessa base tecnica, ma di fatto sono totalmente differenti. La prima è più simile a una bici, la seconda necessità della patente C.
Eppure durante il nazioni hanno girato con il medesimo passo!

Pregi

Progressività delle erogazioni dei motori | Cura dei dettagli in ogni aspetto

Difetti

Rigidità sospensioni (ritorno molto chiuso)

Cambia moto
KTM SX 250 F (2014)
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  • Prezzo 8.767 €
  • Cilindrata 250 cc
  • Peso 103 kg
  • Sella 992 mm
  • Serbatoio 8 lt
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