Le Stock Evo: il futuro della Superbike

Le Stock Evo: il futuro della Superbike
Carlo Baldi
Moto.it intervista Javier Alonso che conferma che le Stock Evo verranno introdotte nel 2014 assieme alle SBK, per poi soppiantarle dall’anno successivo. Una medicina forse amara, ma che dovrebbe garantire un futuro alla SBK | C. Baldi
3 luglio 2013

Punti chiave

 

Per sapere quale sarà il futuro dei campionati delle derivate dalla serie ad Imola abbiamo intervistato Javier Alonso, Direttore della Superbike. Quello che viene considerato il braccio destro di Carmelo Ezpeleta, ha confermato quanto Moto.it aveva anticipato (leggi l'articolo) e che ha avuto la sua definitiva consacrazione nella recente riunione di sabato 29 Giugno a Imola, tra Dorna e MSMA (Motorcycle Sports Manufacturers Association). In quell’incontro è stata discussa la proposta dell’organizzatore spagnolo per l’introduzione, a partire dal prossimo anno, della classe Stock Evo che gareggerà assieme alle attuali Superbike, ma con una classifica separata. Così come già avviene in MotoGP, dove le CRT gareggiano assieme alle GP. La differenza però è che le CRT sono destinate a sparire, mentre in Superbike scompariranno le moto che attualmente danno vita a questo campionato.

Saranno in molti a storcere il naso per questo campionato ibrido del 2014, ma una cosa è certa: con le regole attuali la Superbike è destinata a morire. Nell’arco di sei/sette anni gli iscritti sono passati da 28-30 a 19-20. Attualmente i piloti al via sono 19, ma con la crisi economica mondiale che purtroppo non accenna a diminuire, quante Superbike sarebbero al via il prossimo anno? Siamo ormai ai minimi storici e urge un cambiamento che permetta ai team privati di andare a infoltire la griglia di partenza, con la possibilità di lottare ad armi pari con i team ufficiali. Per la Superbike si tratta di un ritorno alle origini e le moto in pista si riavvicineranno a quelle di serie dalle quali derivano, con una sensibile diminuzione dei costi che permetterà a molti dei team che attualmente gareggiano in Stock 1000, di passare alla classe maggiore. D’altronde la Dorna lo aveva dichiarato sin da quando Bridgepoint l’aveva nominata gestore unico dei due maggiori campionati motociclistici mondiali: in GP i prototipi, in Superbike le moto di serie. E così sta avvenendo.

Molto probabilmente se fosse dipeso solo dalla Dorna le Stock Evo sarebbero state le uniche moto in pista già nel 2014, ma ovviamente le case che hanno investito nelle loro attuali Superbike devono avere il tempo di sfruttare questi investimenti e di poter quindi vendere ai team privati le loro moto ed i vari ricambi. Avranno ancora una stagione per farlo e nello stesso tempo dovranno iniziare a preparare le loro nuove Stock Evo.
Il 2014 sarà quindi un anno di transizione. Una medicina forse amara, che però permetterà alla Superbike di guarire e di sopravvivere.

Nella riunione tra MSMA e Dorna sono state anche discusse le regole che riguardano le attuali Superbike. Le moto costeranno di meno, i motori saranno contingentati (sei?sette?) ed i costi di sospensioni e freni verranno calmierati. Inoltre inizialmente ogni costruttore doveva preparare sei moto da mettere a disposizione dei team privati, mentre la regola ora è stata modificata e le case si impegnano a fornire agli eventuali team le loro moto in versione Superbike sino ad un numero massimo di sei. Alla luce del grande cambiamento in atto però, queste regole hanno ormai poco senso e riguardano più il passato che non il futuro.

L’intervista ad Javier Alonso

Ci può dire cosa è stato deciso nell’ultima riunione tra Dorna e MSMA ?
«La riunione ha riguardato il regolamento delle attuali Superbike, ma soprattutto la nostra proposta per introdurre, a partire dal prossimo anno, una nuova classe che si chiamerà Superstock Evo o più semplicemente Stock Evo. Questa nostra proposta ha avuto una buona accoglienza da parte delle case e siamo molto contenti per questo. Certo alcuni costruttori vorrebbero continuare a sviluppare le loro moto in Superbike, ma è ormai chiaro per tutti che con gli attuali regolamenti ogni anno il numero dei piloti in griglia diminuisce e siamo ormai arrivati a numeri assurdi, se pensiamo che stiamo parlando di un campionato per moto derivate dalla serie. La classe Evo permetterà a molte squadre private di partecipare al mondiale Superbike e contiamo di avere 26-30 piloti in griglia già nel 2014, tra Superbike ed Evo».

La classe Evo permetterà a molte squadre private di partecipare al mondiale Superbike e contiamo di avere 26-30 piloti in griglia già nel 2014, tra Superbike ed Evo


Nel 2014 le Stock Evo correranno assieme alle Superbike e l’anno successivo cosa succederà?
«Nel 2014 avremo due classi diverse nella stessa gara. In pratica quello che sta succedendo ora in MotoGP, dove abbiamo le GP e le CRT. Verranno redatte due diverse classifiche, dando così la possibilità già dal prossimo anno a chi utilizzerà le Stock Evo, di avere una buona visibilità. Nel 2015 invece le Superbike, così come sono ora, non ci saranno più e vedremo in pista d avremo solo le Stock Evo».


Le prestazioni diminuiranno, non teme che anche lo spettacolo ne possa risentire?
«Non credo. Al momento la differenza tra le Superbike e le Stock non è molto rilevante (siamo nell’ordine di 2,5-3 secondi al giro - ndr) ma quando le Stock potranno utilizzare gomme più performanti (slick) e si potranno apportare migliorie alla parte ciclistica, il gap si ridurrà ulteriormente. Inoltre pensiamo che aumentando il numero di piloti in pista lo spettacolo non possa che migliorare».


Qualche casa è ancora contraria alle Stock Evo e vorrebbe proseguire nello sviluppo in pista delle Superbike. Non temete che alcune di esse si possano spostare in MotoGP?
«Pensiamo che per quanto riguarda le case la cosa più importante è che possano lavorare su progetti a lungo termine. Chi investe in Superbike deve sapere cosa succederà negli anni a venire, per non sprecare risorse ed energie. Questo è un campionato per moto derivate dalla serie. Purtroppo negli ultimi anni la differenza tra MotoGP e Superbike è diminuita moltissimo. Basti pensare che quando la Yamaha gareggiava in entrambi i campionati, utilizzava sulle R1 la stessa elettronica che utilizzava sulle sue MotoGP. Questo non ha molto senso. Noi siamo sempre stati chiari su questo argomento ed abbiamo affermato sin dall’inizio che avremmo separato i prototipi dalle moto di serie. E così faremo, per permettere ad entrambi i campionati di continuare ad esistere e a crescere. Spetterà poi alla case decidere a quale campionato preferiscono partecipare. Anche chi al momento non è favorevole a questi cambiamenti si dovrà adattare, perché in caso contrario verrebbe messo in discussione il futuro della Superbike».

 Il concetto di base è quello di utilizzare gomme e ciclistica Superbike con motori ed elettronica Stock


Ci può anticipare qualcosa del nuovo regolamento tecnico?
«Al momento stiamo definendo con le case i vari aspetti tecnici dei nuovi regolamenti, ma il concetto di base è quello di utilizzare gomme e ciclistica Superbike con motori ed elettronica Stock. Dovrete avere un poco di pazienza, ma stiamo lavorando per definire il tutto nell’arco di qualche settimana, perché come ho detto in precedenza, è importantissimo dare al più presto possibile ai team ed alle case, regolamenti che siano validi per gli anni a venire, in modo che chi vuole investire sulla Superbike lo possa fare con programmi a lungo termine».


Il nuovo regolamento terrà conto anche dei campionati nazionali Superbike?
«Abbiamo considerato anche questo fattore e lavoreremo affinché in futuro i piloti dei campionati nazionali Superbike possano partecipare ad alcune gare del mondiale come wild card. Una cosa che attualmente non è possibile».