Bevilacqua: "Il progetto MV Agusta SBK verso la sua definizione"

Bevilacqua: "Il progetto MV Agusta SBK verso la sua definizione"
Carlo Baldi
Il team Althea è sempre più vicino a riportare il marchio MV Agusta in SBK in modo ufficiale. Per Bevilacqua un’altra scelta di cuore. Con lui abbiamo parlato anche dell’attuale stagione | C. Baldi
4 settembre 2013

Punti chiave

 

Mancano solo quattro round al termine del campionato mondiale Superbike ed è tempo di consuntivi, ma anche di mercato e di progetti per il prossimo anno. Genesio Bevilacqua ci ha parlato della stagione 2013 della sua squadra e del progetto MV.

Per l’imprenditore di Civita Castellana le corse sono soprattutto passione e la MV potrebbe prendere nel suo cuore il posto lasciato libero da una altra rossa italiana, con la quale ha vissuto in passato un’avventura indimenticabile, che ha portato entrambi al titolo mondiale grazie anche a Carlos Checa. E proprio lo spagnolo è in cima alla lista dei piloti con i quali Genesio vorrebbe iniziare questo nuovo e affascinante capitolo. Ma non dimentichiamoci che Bevilacqua è anche un imprenditore e la concretezza e la pianificazione dei propri progetti fa parte del suo DNA.
  

A quattro round dal termine del campionato ci vuoi fare un consuntivo della stagione del tuo team?
«Noi siamo partiti con un pacchetto collaudato a livello tecnico, una moto molto competitiva ma per noi completamente nuova ed un pilota giovane e forte, ma con un'esperienza ancora in crescita. La mancanza di esperienza con la RSV4 ci ha fatto perdere del tempo ad inizio stagione, anche perché l’Aprilia, proprio per le sue caratteristiche racing, non è facile da mettere a punto. Davide ha impiegato alcune gare per prendere confidenza con la sua nuova moto ed ha fatto qualche caduta di troppo. Ovviamente non gliene facciamo una colpa, ma di fatto è successo, e questo gli ha fatto perdere confidenza ed ha ritardato il suo aggancio ai top rider della categoria. Speriamo che questo avvenga nelle prossime gare. Come team siamo nella top ten, ma non è questo l’obiettivo che ci eravamo prefissati ad inizio stagione. Il consuntivo quindi, almeno per ora, è soddisfacente anche se leggermente al di sotto delle aspettative, in quanto la nostra ambizione è quella di puntare a quei risultati di prestigio che abbiamo già ottenuto in passato».

Davide Giugliano
Davide Giugliano


Forse è lo scotto da pagare per chi vuole valorizzare i giovani?
«Con Davide abbiamo fatto un lavoro a lungo termine. Lo abbiamo fatto debuttare in Stock 1000, successivamente lo abbiamo portato in Superbike affiancandolo ad un pilota esperto come Checa e quest’anno ci aspettavamo una sua completa maturazione. Certo non è facile, ma stiamo facendo un mondiale che impegna energie e grandi investimenti. Non c’è molto tempo per crescere e maturare e se non lo fai nei tempi giusti puoi avere dei problemi. Sinceramente mi aspettavo che dopo 3 o 4 gare, con una moto competitiva come la nostra e dopo una stagione di apprendistato, Davide restasse stabilmente con i piloti ufficiali. Purtroppo c’è riuscito solo a sprazzi a causa delle cadute e devo dire anche ad una buon dose di sfortuna, ma il suo potenziale rimane sempre molto alto».


Cosa ne pensi del futuro della Superbike e delle Stock Evo?
«Io penso che la forza della Superbike non sia più quella di qualche anno fa. Non abbiamo una griglia composta da 22, 24 piloti competitivi perché la differenza tra ufficiali e privati è diventata troppo grande. La decisione di Dorna di introdurre le Stock Evo è certamente valida. Senza le Evo l’anno prossimo non ci sarebbe stato un mondiale Superbike. Dorna sta facendo ordine e sta gestendo i due campionati nel modo giusto, differenziandoli. Superbike e GP devono essere due campionati complementari e non in concorrenza tra di loro. Penso che il pubblico e gli appassionati vogliano vedere lo spettacolo in pista e quindi che i tempi fatti segnare dai piloti siano di un secondo in più o in meno non interessa al pubblico. Con le Stock Evo si ritornerà ad avere molte moto in pista e con prestazioni simili e questo è garanzia di spettacolo. Vanno fatti i complimenti alla Dorna che è stata coraggiosa ed ha inserito le Evo già ad iniziare dal prossimo anno».


E in questo ambito quali sono i programmi futuri del team Althea?
«Stiamo portando avanti alcuni progetti. La nostra intenzione è quella di continuare in Superbike con moto e piloti competitivi. Per un team come il mio continuare in Superbike è un obbligo. Ovviamente in futuro potremo anche noi passare alla Evo, ma per il 2014 resteremo in Superbike».


Magari con la MV?
«Con MV stiamo dialogando da oltre un anno. I miei rapporti con Giovanni Castiglioni sono ottimi e MV è un marchio che mi stimola moltissimo e mi crea molte nuove motivazioni. Noi siamo italiani e non si può pensare ad MV senza essere coinvolti dalla passione per un marchio che ha fatto la storia delle competizioni motociclistiche. Far rientrare MV nelle corse in modo ufficiale è un progetto fantastico. Il team Althea Racing sta intensificando il dialogo affinché questo progetto si realizzi. Come sappiamo la casa di Schiranna è già presente in Supersport con una moto alla quale manca poco per essere vincente. Sarebbe quindi un controsenso non continuare in quella categoria, mentre per quanto riguarda la Superbike il management MV ha intenzione di gareggiare in Superbike e non in Stock Evo e stiamo lavorando insieme proprio in questa direzione. Al Nurburgring è stato fatto un ulteriore passo in avanti. Nell’ultimo incontro con MV ci eravamo lasciati con l’intenzione di fare entrambi alcune valutazioni, per poi gettare le basi di una concreta collaborazione. In Germania è stato fatto un passo avanti molto importante, tanto che stiamo già valutando quali piloti potrebbero entrare a far parte del nostro progetto per la prossima stagione».


Ci puoi dire qualcosa di più riguardo ai piloti?
«Per quanto riguarda la Supersport l’ideale sarebbe un pilota forte ed esperto di questa categoria. Un top rider che potrebbe dare quel qualcosa in più e far fare il definitivo salto di qualità per puntare a vincere. Per la Superbike i nomi sul taccuino sono 3 o 4 e ovviamente tutti di primo piano. Essendo una moto nuova e che necessiterà di sviluppo, sarebbe importante poter contare su di un pilota esperto».


Tutte le strade portano a Checa
«Il progetto prevede due piloti. E’ chiaro che mi piacerebbe rivedere Carlos nella mia squadra e sfruttarne le sue grandi capacità e la sua esperienza, E’ indubbio che Checa potrebbe dare un grossa aiuto per rendere competitiva la moto. Ma non dimentichiamo che noi abbiamo in squadra Davide Giugliano e quindi valuteremo se ci saranno tutte le condizioni per una sua riconferma».


Checa sta soffrendo molto nello sviluppare della Panigale. Pensi avrebbe la voglia e le giuste motivazioni per rimettersi in gioco con un'altra moto nuova?
«Io penso di sì. I miei rapporti con Carlos si basano sull’amicizia prima ancora che su un ambito professionale. E’ chiaro però che io vi sto elencando i nostri obiettivi, ma non è detto che questi vadano a buon fine. Come dicevo in precedenza i nomi sul nostro taccuino sono 3 o 4. Noi faremo le nostre proposte ed i piloti prenderanno le loro decisioni. In cima alla mia lista, oltre al nostro attuale pilota, c’è Carlos e so che anche a lui non dispiacerebbe tornare in una squadra con la quale ha vinto un titolo mondiale. Gli altri nomi sono quelli dei piloti più validi attualmente sul mercato».