Il futuro di Valentino? Sposiamo la tesi Yamaha

Il futuro di Valentino? Sposiamo la tesi Yamaha
Giovanni Zamagni
Un giorno rimane in Ducati, un altro torna alla Yamaha, un altro ancora è alla Honda con un suo team privato. Noi di Moto.it abbiamo “sposato” da tempo la tesi Yamaha, ecco pro e contro delle diverse alternative | G. Zamagni
25 luglio 2012

Punti chiave

Un giorno rimane in Ducati, un altro torna alla Yamaha, un altro ancora è alla Honda con un suo team privato. Poi si ricomincia da capo: Ducati, Yamaha, Honda. Come era normale che fosse, il futuro di Valentino Rossi sta scatenando le ipotesi più svariate, tutte suggestive, (quasi) tutte, in un certo senso, possibili. In attesa di sapere quale sarà la scelta del nove volte iridato – noi di Moto.it abbiamo “sposato” da tempo la tesi Yamaha – ecco pro e contro di una o dell’altra soluzione.


RIMANERE IN DUCATI


Valentino continua a ripetere che «sarebbe bellissimo vincere questa sfida con la Ducati». In effetti, se ci riuscisse, sarebbe un’impresa straordinaria, non solo perché Rossi diventerebbe l’unico a conquistare il titolo della massima cilindrata con tre Marche differenti, ma perché per riuscirci avrebbe portato un’azienda a cambiare radicalmente il modo di affrontare le corse. L’arrivo dell’Audi, sotto questo aspetto, potrebbe essere una garanzia, ma per stravolgere un progetto ci vuole tempo, che Valentino non ha più, per questioni di età e perché viene da due anni disastrosi: impensabile che possa accettare un’altra stagione così. Inoltre, le speranze sono praticamente finite: se non si sono ottenuti risultati in un anno e mezzo, come si può pensare che si possano subito ottenere nel 2013? Dall’altra parte, continuare con la Desmosedici garantirebbe al fenomeno di Tavullia un ingaggio che non percepirebbe da nessun’altra parte, un fine carriera relativamente tranquillo e la possibilità concreta di continuare a fare il pilota d’auto una volta smessi i panni del motociclistica. Insomma, in un certo senso sarebbe la soluzione più facile e scontata.


TORNARE IN YAMAHA


Questa, invece, sarebbe la scelta più difficile, perché tornare in Yamaha significherebbe doversi scontrare a parità di moto con Jorge Lorenzo, il pilota più forte del momento, il grande favorito anche per il 2013. Senza alcun tipo di scusante: nel caso di sconfitta, Rossi verrebbe additato dai detrattori come “bollito”, se non peggio, e gli anni negativi in Ducati sarebbero, sempre per chi non lo ritiene un fenomeno assoluto – inconcepibilmente a mio modo di vedere, indipendentemente da come finirà la

Per scegliere di tornare in Yamaha, ci vogliono le palle

carriera – colpa del pilota e non della moto. Insomma, il rischio di questa sfida è altissimo, ma la M1 è la GP dei sogni di Rossi, che se avesse potuto sarebbe rimasto a vita in Yamaha. Come è andata è noto: in fase di rinnovo contrattuale, nel 2010, Valentino chiese alla Casa giapponese di scegliere tra lui e Lorenzo; la Yamaha rispose: “tu e Lorenzo ancora insieme” e Valentino preferì andarsene alla Ducati. Secondo qualcuno, tornare alla Yamaha sarebbe una sconfitta per Rossi. Può anche darsi, ma alla prima vittoria nessuno si ricorderebbe più di queste cose.


HONDA “SATELLITE”


La terza ipotesi, che ha preso vigore nell’ultima settimana, è quella di una Honda data in gestione a Rossi, anche se appoggiata formalmente a una squadra già esistente (team Gresini). In un certo senso, sarebbe una soluzione di mezzo tra le due precedenti: Rossi disporrebbe di una moto competitiva – satellite sulla carta, ma ufficiale a tutti gli effetti -, senza però avere un confronto diretto scomodo come quello della Yamaha, proprio perché, sempre sulla carta, la sua RC213V non sarebbe uguale a quella di Pedrosa e Marquez. Diciamo che tra le tre, questa è sicuramente la meno suggestiva.


Tutti ragionamenti che, probabilmente, avrà fatto anche Valentino Rossi, che, altrettanto probabilmente, la sua scelta l’ha già fatta. Dal punto di vista sportivo e agonistico, la Yamaha sarebbe la più affascinante, proprio perché la più difficile da vincere, ancora più impegnativa di quella di fine 2003, quando lasciò una moto imbattibile per una in quel momento perdente. Insomma, una sfida alla Rossi: per scegliere di tornare in Yamaha, ci vogliono le palle.
 

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