Turismo: guida alle vacanze in moto. Seconda puntata

Turismo: guida alle vacanze in moto. Seconda puntata
Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
Eccoci al secondo appuntamento con la nostra guida alle vacanze in moto, in cui affronteremo la parte di pianificazione: in che dettaglio definire gli itinerari? Dove prendere ispirazione? Come gestire l’eventuale navigatore?
  • Edoardo Licciardello
  • di Edoardo Licciardello
20 luglio 2012

Punti chiave


Ed eccoci qui: abbiamo deciso la destinazione, messo insieme un gruppo (al netto delle rinunce e delle aggiunte dell’ultimo momento) o stabilito che si andrà da soli, ora si tratta di scegliere che strada fare e soprattutto con che livello di dettaglio volete preparare il vostro viaggio. Ovvero: partire con l’itinerario di ogni tappa definito nel minimo dettaglio oppure con più o meno spazio lasciato all’improvvisazione e alle deviazioni? Ci sono due scuole di pensiero a riguardo – chi ama il senso di sicurezza dato dalla pianificazione metodica e chi invece preferisce la libertà del poter decidere sul momento che cosa fare.


Si tratta di scelte con uguale ragion d’essere, entrambe valide ma con pro e contro. La prima si adatta meglio a gruppi più numerosi: essere d’accordo fin dall’inizio su dove andare e che strada fare evita incomprensioni e lunghi processi decisionali che (ancora…) fanno perdere tempo e possono avere conseguenze potenzialmente più pesanti di una semplice discussione fra amici. Inoltre, avere presente nel dettaglio che strada si farà consente banalmente di darsi appuntamenti su determinati percorsi quando il gruppo ha ritmi eterogenei: poter dire che ci si trova in cima al tal passo permette a chi è più veloce di divertirsi una sgambata sul misto e a chi è più lento di non doversi impiccare per non rischiare di perdersi. E’ però necessario, appunto, aver stabilito fin dall’inizio che il percorso tocca quel determinato passo.

Pensateci prima


Insomma: per quanto improvvisare sia bellissimo e offra quella sensazione di libertà che in vacanza è spesso irrinunciabile, la pianificazione vi consente di sapere fin dall’inizio quanto sarà lunga la tappa e quindi di regolarvi sulla base del numero di partecipanti (ricordate la puntata precedente? Più si è, più corte le tappe!) nonché di decidere dove dormire e prenotare una camera con la relativa certezza di arrivarci prima di trovare un portone sprangato.

 

Gorges du Verdon: bellissimi, ma nei periodi clou trovare una stanza può non essere banale...
Gorges du Verdon: bellissimi, ma nei periodi clou trovare una stanza può non essere banale...

Non fate quella faccia: so già che penserete “ma se mi prenoto anche la camera, che fine fa la possibilità di fermarmi in quella gasthaus tanto allettante che trovo per strada?” Verissimo. Soprattutto se siete da soli/in coppia, o se viaggiate al di fuori dei periodi “da bollino rosso”, il consiglio spassionato è di non arrivare a prenotare l’hotel: avrete maggior libertà e tanta scelta. Al contrario, se viaggiate in Costa Azzurra nella settimana del Festival di Cannes o del Gran Premio di Montecarlo e magari siete in un gruppo di cinque o sei, trovare una sistemazione just in time potrebbe significare dover fare diversi chilometri, deviando sensibilmente dall’itinerario previsto e magari separarsi. Insomma: non è necessario prenotare prima. Pensare prima se sia il caso di farlo, però, può risparmiarvi tempo, fatica e disagi.

 

Percorrenze: una questione personale


Come abbiamo già detto, la lunghezza di ogni tappa va pensata con un po’ di raziocinio. La settimana scorsa vi avevamo indicato una distanza di 300 km come base da cui partire – è evidente che si tratta di una semplice indicazione, da affinare con l’esperienza e sulla base del mezzo di cui disponete. Se affrontate il viaggio su una Luxury Tourer, ma anche solo su una GT carenata, potete serenamente triplicare la distanza soprattutto se comprende tanta autostrada. Se invece siete su una naked sportiva, e volete godervi tante curve, magari è il caso di calcolare con più parsimonia i chilometraggi per evitare di trasformare la goduria in un calvario.
Il bello del girare in moto è anche, e soprattutto, percorrere strade che non si conosce e scoprirne di nuove. E non c’è nulla che dia più soddisfazione dell’arrivare a quella strada che vi hanno consigliato, che volevate fare da sempre, eccetera, percorrendo strade altrettanto gratificanti. “Bella forza, bisogna conoscere i posti” obietterete. Oppure, diciamo noi, sapere dove trovare le informazioni giuste. Vi consigliamo spassionatamente due siti: BestBikingRoads.com, che addirittura fornisce una app per iOS per chi vuole improvvisare e AlpineRoads.


Entrambi mettono a disposizione recensioni (con simboli e indicazioni chiare sul fatto che si tratti di una strada panoramica o da fresatura saponette) di singoli tratti di strada che vi offrono la possibilità di personalizzare il vostro percorso rendendo spettacolari anche i trasferimenti. Il primo, tra l’altro, mette a disposizione anche i files GPX, importabili su quasi qualunque navigatore, di tutti i percorsi citati e recensiti.

 

Navigatore sì, navigatore no…


E veniamo quindi al navigatore, croce e delizia di tanti turisti. Come abbiamo accennato nella puntata introduttiva, non siamo fra quelli che considerano un tragitto ottimizzato da un navigatore seguito pedestremente come un viaggio in moto degno di tale nome. Il navigatore, per il turista in moto, non trova la sua ragion d’essere nel guidarlo, quanto invece nella sua capacità di posizionarlo correttamente su una mappa, e dunque di evitargli di perdersi. Il percorso si studia a casa, a colpi di software dato in dotazione (o di Google Maps unito ai vari Tyre, RouteGoo  (o chi più ne ha più ne metta), magari integrando i file scaricati da uno dei siti sopra citati, e si usa il navigatore come ausilio per seguire il percorso che avete pensato e steso voi. Peraltro, la programmazione del percorso delle vacanze è una delle attività che d’inverno è più utile ad alleviare le crisi d’astinenza da moto. Chi scrive inizia a novembre a stilare sul software ipotesi per i giri della primavera successiva.

 

Kit navigatore Honda
Navigatore: si o no?

A questo proposito, se potete evitate di farvi passare percorsi di amici per caricarli senza averli analizzati con un minimo di criterio: a parte la sensazione di stare facendo un giro pensato da qualcun altro, e i rischi connessi al non conoscere il percorso (ricordate il discorso relativo alla deviazione irrinunciabile?) due navigatori potrebbero ricalcolare il tragitto in maniera diversa per differenze nel software o nelle impostazioni. Scorretevi bene i percorsi sul vostro computer e soprattutto rielaboratelo utilizzando waypoints che per voi abbiano un significato: avere il navigatore che vi indica la distanza da un punto di riferimento a voi noto significa non avere bisogno di guardarlo costantemente in attesa di indicazioni prima di arrivare al suddetto riferimento. Se invece usate percorsi tracciati da altri potreste non conoscere i riferimenti usati dalla persona che ve li ha passati, e quindi non sapere a che punto siete del percorso o anche solo cosa vi aspetta (una strada bella? Un collegamento?). Non avere la più pallida idea di dove siete, anche se guidati da un navigatore, non è mai una bella sensazione.

Non è cosa si ha, è come lo si usa


Detto questo, del navigatore si può fare serenamente a meno come si è fatto per tanto tempo. Ma se usato con criterio e raziocinio – per guidarvi su un percorso che avete pensato, progettato e pianificato con cura, un po’ come si farebbe con una cartina plastificata e un pennarello, ha la sua utilità. In particolare, per tornare a ribadire argomenti già trattati, è in grado di farvi risparmiare un sacco di tempo e arrabbiature. Perché se è vero che perdersi in moto ha il suo fascino e può farvi scoprire strade e località bellissime, oltre a farvi vivere qualche avventura indimenticabile e divertente, scoprire di non avere la più pallida idea di dove siete mentre avete prenotato l’hotel per la notte (vedi sopra) può non essere la sensazione più piacevole della terra. E causare non poche tensioni con i compagni di viaggio. Portatevi comunque dietro una cartina, perché visto che qualcosa può sempre andare storto, a meno che non conosciate la zona a menadito può risultare sempre utile – un amico ama parafrasare un vecchio detto storpiandolo in “carta canta, navigatore bla-bla-bla”.

E con questo si arriva fino agli ultimi giorni prima del viaggio. Nella prossima puntata passeremo in rassegna la preparazione di mezzo e pilota, anche qui nella speranza di darvi qualche spunto interessante e… di evitarvi qualche problema nel corso della vacanza.
 

 

Argomenti