Planet Explorer 12: Malta, Day 3

Non per scaramanzia, ma per evitare di finire a mollo dopo mezz’ora, all’alba del terzo giorno sono salito in moto indossando subito l’antiacqua. E per la solita, strana legge di Murphy, nonostante il cielo fosse nero come il carbone ed il vento soffiasse come una furia, non ho preso nemmeno una goccia d’acqua!
11 gennaio 2019

DAY 3 – Rabat / Mdina / Dinglie
Sicuramente a livello meteo non è stata una giornata tipicamente maltese, da un’isoletta incastonata fra Sicilia e Nord Africa e nel cuore del Mediterraneo, ci saremmo aspettati un clima decisamente meno irlandese! Oggi abbiamo pure fatto il record di percorrenza, ben 80 chilometri, il che significa più di metà isola in lunghezza.
Ma a Malta sicuramente i chilometri non sono l’elemento da tenere in considerazione, qui non si viene certo per fare del granturismo macina-chilometri bensì per gustarsi arte, storia, architettura e grandi peasaggi con il piacere e la libertà che solo la moto sa offrire. Tre soste anche oggi, esattamente come ieri, di cui due città con tante storie da raccontare.

Rabat e Mdina erano un tempo unite sotto la stessa città, Melita, la città del miele. A Rabat, circa duemila anni fa, visse per tre mesi l’apostolo Paolo, uno dei grandi discepoli di Gesù. Proprio nel suo ultimo viaggio verso Roma, dove poi sarebbe stato giustiziato, Paolo naufragò nelle coste maltesi e qui fu costretto a fermarsi, alloggiando in quella grotta dove adesso sorge una chiesa eretta a suo nome. Divenuto successivamente patrono della città, San Paolo ha dato il nome anche alle catacombe di Rabat, il più grande complesso funerario ritrovato in tutta Malta.

Dal momento che per motivi igienici, nell’epoca romana, era vietato seppellire i propri defunti all'interno di Mdina, il primo luogo che si incontra è proprio Rabat dove fra il quarto e l'ottavo secolo dopo Cristo fu fatto così erigire l’intero complesso.
Fra le altre cose fu utilizzato come bunker negli anni ‘40, come un vero e proprio rifugio antiaereo nella seconda guerra mondiale.
A pochi chilometri sorge invece Mdina, un po’ l’anima gemella di Rabat ma la cui bellezza, il suo fascino, è praticamente inarrivabile.
Nata 4.000 anni fa nel neolitico, Mdina è un mix architettonico unico al mondo.
Eretta dai cartaginesi, poi passata in mano ai fenici, di seguito ai romani, poi agli arabi ed in ere successive ai normanni, agli spagnoli, ai siciliani, dopo il terremoto del 1693, Mdina ha visto affermarsi lo stile vittoriano e quello barocco.
E il fascino di Mdina, conosciuta anche come la città silente, non è passato inosservato nemmeno al grande cinema tanto che “Approdo del re”, “Trono di Spade”, “Corsari”, “Il Conte di Montecristo” e “Pulp Fiction”, solo per citarne alcuni, sono stati girati dentro le sue mura fortificate ed i suoi stretti vicoli.

Lasciamo le città per dirigersi verso ovest, nel punto più panoramico di tutta Malta.
Finalmente abbiamo modo di gustarci la nostra Africa Twin, di apprezzare il tiro ai bassi e quell’erogazione pulita e rotonda che ci fa guidare in grande sinergia con il mezzo e con la strada a tratti sconnessa.
Sebbene il cupolino non sia estremamente ampio offre una buona protezione aereodinamica che apprezziamo nelle raffiche di vento più forti che, in questa area costiera, si avvertono
Non sembra vero ma in meno di un chilometro la strada precipita bruscamente nelle spettacolari Dingli Cliffs, una serie di scogliere di una bellezza da togliere il fiato. Prendono il nome dal architetto maltese Thomas Dingli e, con un tuffo di 220 metri, sono le scogliere più alte dell’isola di

Testo e foto di Luca Bracali
Video & editing Nicolò Piccione

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