SBK 2022, GP Aragona: le pagelle

SBK 2022, GP Aragona: le pagelle
Carlo Baldi
Nove e mezzo a Bautista e a Rea, mezzo punto in meno per Razgatlioglu. Sufficienza per tutti i piloti esordienti. Uniche insufficienze a Gerloff e ad un irriconoscibile Redding
11 aprile 2022

Il campionato mondiale Superbike 2022 è iniziato come si era concluso quello del 2021, con tanto spettacolo in pista, ma con una lotta per il titolo aperta ad almeno tre piloti, con qualche outsider che ha mostrato di potersi inserire tra loro. È stato il weekend degli esordienti, delle sorprese e delle delusioni. La Ducati ha ritrovato il suo pilota più forte (sino ad ora nessun altro ha vinto 18 gare con la Panigale V4) e lo sponsor Aruba può finalmente sorridere, non solo per le vittorie dello spagnolo, ma anche per i progressi mostrati dal pupillo Rinaldi. La Kawasaki si affida completamente a Rea, che la ripaga con gare fantastiche, che nessuno degli altri piloti della casa di Akashi riesce nemmeno minimamente ad avvicinare. La Yamaha non ama il Motorland e lo ha confermato anche questa volta. C’è voluta tutta l’abilità di Toprak per non tornare dalla Spagna con “zero tituli” (podi). La Honda vede un po di luce in fondo ad un tunnel lungo due anni, ma per ora i suoi giovani e volenterosi piloti possono lottare solo per la top five/ten.

Come previsto non basta assoldare dei bravi piloti per vincere le gare. Ci vogliono anche moto e team, ma sembra che a Monaco di Baviera non la pensino così, ed è alquanto triste vedere Scott Redding lottare per la zona punti, senza ottenerli.

In attesa di rivederli tutti in pista al TT di Assen tra meno di due settimane (e nella speranza che questa volta non nevichi) ecco i nostri voti ai protagonisti delle gare del Motorland Aragon

 

Alvaro Bautista – Voto 9,5 – mezzo voto in meno perché sabato non ci ha creduto sino in fondo, se no avrebbe potuto portare a casa un bel “triplete”. Ha lavorato duro per tutto l’inverno per capire come sfruttare una V4 diversa da quella che aveva lasciato 2 anni fa,  e per ricomporre un binomio che dominò la scena sino al “male oscuro” che gli impedì di conquistare il titolo mondiale. Se gli lasci pista libera davanti non lo riprendi più. Ora bisognerà vedere se questo succede solo ad Aragon o anche su altre piste. In Ducati incrociano le dita.

Jonathan Rea – Voto 9,5 – Si prende gara 1 e poi si piega solo ad un irraggiungibile Bautista, lottando come un leone in ogni metro di pista. Inizia il campionato con una vittoria e due secondi posti, ma la cosa importante è che quest’anno la sua Ninja sembra assecondarlo di più. Sembra una moto più equilibrata, in grado di rispondere alle esigenti richieste del sei volte campione del mondo. La sua vittoria in gara1 è frutto della sua incredibile ed insaziabile fame di vittorie. Basterà la sua grinta per battere Bautista e Razgatlioglu?

 

Toprak Razgatlioglu – voto 9 – Fa tanta fatica a portare a casa tre terzi posti, che sono il massimo che il campione del mondo potesse ottenere sulla pista di Aragon, da sempre ostica per la R1 Yamaha. Sin dal venerdì Toprak aveva affermato che poteva resistere al massimo none/dieci giri prima di andare in crisi con l’anteriore. E così è stato. Si è dimostrato un campione anche nell’affrontare le difficoltà, e non ha sbagliato niente. Come ha detto al termine di gara-2 : “il lato positivo di questo weekend è che …... è finito!”

Michael Ruben Rinaldi – Voto 8,5 – Non si può dire che non ci abbia provato. Si è gettato nella mischia con un coraggio al limite dell’incoscienza. Si è anche preso la licenza di mandare aff….. Rea che ha fatto finta di non vederlo. Gli manca ancora qualcosa per potersela giocare con i primi tre, ma almeno qui ad Aragon è stato il più convincente tra gli outsiders. Se corre sempre così può rappresentare il quarto incomodo tra i tre litiganti.       

 

Andrea Locatelli – voto 6,5 – A parte Razgatlioglu (che non fa testo), il Loka è quello tra i piloti Yamaha che soffre maggiormente i problemi della R1 su questa pista. Si barcamena al quinto posto senza riuscire ad avvicinarsi ai quattro che si contendono la vittoria. In gara2 prova a fare qualcosa in più e va in terra. Da lodare la sua caparbietà nel tornare in sella e concludere comunque la gara. Orgoglio bergamasco.

 

Axel Bassani – voto 7,5 – Questo primo round è stato una specie di test per il Bocia, che ha potuto provare poco durante l’inverno. Dopo un inizio difficile in Superpole, e catastrofico in gara1, il pilota del Motocorsa domenica da una svolta al suo weekend con un settimo ed un sesto posto. Il talento c’è ma quest’anno dovrà confermare quanto di buono ha fatto vedere lo scorso anno per entrare stabilmente nel novero dei top rider della SBK.

 

Loris Baz – voto 6,5 – Assieme a Mykhalchyk il francese è l’unico che si salva dal naufragio BMW. Tra alti e bassi porta la moto bavarese al settimo posto in gara2 e questo gli vale qualcosa più della sufficienza.

 

Xavi Vierge e Iker Lecuona – voto 7 – I due soldatini di mamma Honda svolgono bene il loro compitino, senza commettere errori e sfruttando tutto l’attuale potenziale delle loro CBR. Viaggiano spesso in coppia, tra il sesto ed il decimo posto, ma dimostrano di credere nel progetto. Da due debuttanti in SBK non ci si poteva aspettare molto di più.

Garrett Gerloff – voto 5 – Dopo quanto aveva fatto vedere nelle prove era lecito aspettarsi che l’americano restasse con i primi anche in gara. Invece ha sempre oscillato tra il nono ed il decimo posto. Sembra finalmente uscito dalla crisi che lo aveva condizionato per gran parte dello scorso campionato, ma ad Aragon ha fatto troppo poco.

 

Philipp Oettl – voto 6,5 – Fa tutto quello che ci aspetta da un pilota al debutto in Superbike, su di una moto privata. Il tedesco del team GoEleven per ora va meglio in prova che non in gara, e dovrà imparare ad essere più grintoso, ma ha cervello e talento per poterlo fare.

 

Roberto Tamburini – voto 7 – Dopo aver provato a raggiungerlo per anni, Tamburini viene catapultato nel mondiale Superbike a poche settimane dal primo round, e prima in prova e poi in gara dimostra di meritarsi la promozione. Per un pilota di 31 anni che lo scorso anno ha vinto il National Trophy, non sfigurare in Superbike e conquistare due punti già nel primo round rappresentano grandi risultati. E non è finita qui.

 

Ilia Mykhalchyk – voto 7 – Personalmente lo ricordavo solo per il cognome (difficilissimo da scrivere) e per le sue apparizioni in Supersport. Invece l’ucraino è cresciuto tanto e dopo aver vinto per due volte l’IDM tedesco ora correva nel mondiale Endurance prima che la BMW lo premiasse con la chiamata in Superbike. Inaspettatamente ottavo in gara1, cade in Superpole race e conquista un punto in gara2. Meglio di alcuni suoi più blasonati compagni di marca.

 

Luca Bernardi -  voto 6 – Il debutto in Superbike del giovane pilota di San Marino è stato senza dubbio positivo. Prima di tutto perché non ha fatto danni e secondariamente perché non li ha fatti pur non andando affatto piano, come dimostra il suo dodicesimo posto nella gara di sabato. Condividiamo la scelta di Barni di far crescere questo giovane talento, ma bisognerà concedergli tutto il tempo del quale avrà bisogno, senza pressioni.

 

Scott Redding – voto 3 – Per la stima e la considerazione che abbiamo di questo pilota non avremmo mai voluto fare una pagella come questa. Dopo anni trascorsi alla guida di un competitivo quattro cilindri a V è passato ad un problematico quattro in linea, e sino ad ora non ci ha capito nulla. Speravamo che i suoi test invernali fossero il preludio ad un primo round positivo, invece al Motorland ci è toccato vederlo lottare per la zona punti. Speriamo che il gioco (l’ingaggio) valga davvero la candela (l’umiliazione).