SBK 2017. Le pagelle del GP di Laguna Seca

SBK 2017. Le pagelle del GP di Laguna Seca
Carlo Baldi
Sono state due gare belle, ma non avvincenti, così come non può essere avvincente un campionato nel quale i protagonisti sono sempre quattro e sempre gli stessi
10 luglio 2017

La pista di Laguna Seca è sempre una delle più spettacolari, ma soprattutto è uno di quei tracciati che permette ai piloti di esprimersi al massimo e di mostrare il proprio talento. Sono state due gare belle, ma non avvincenti, così come non può essere avvincente un campionato nel quale i protagonisti sono sempre quattro e sempre gli stessi. Scrivo quattro perché voglio aggiungere anche Melandri, anche se il pilota della Ducati non sempre riesce ad inserirsi nella lotta per il podio e lo ha dimostrato proprio in California, con due quarti posti, entrambi a 17 secondi dal vincitore.


La grinta di Davies il sabato e la schiacciante superiorità di Rea la domenica. Questi i due principali argomenti delle gare a stelle e strisce, che hanno laureato ancora una volta Chaz “cuor di leone” e Rea il cannibale.

La Kawasaki è senza dubbio la moto da battere, ma quando ha dei problemi di assetto ecco che Davies è li, pronto ad approfittarne. La livrea tricolore dei piloti del team Aruba Ducati ha rappresentato quasi un saluto al due cilindri, che verrà soppiantato dal quattro di derivazione MotoGP, ma attenzione non dal 2018. Il prossimo anno, con ogni probabilità, la nuova moto della Ducati debutterà nella classe Stock 1000, a meno che la stessa non venga assorbita dalla nuova Superbike. Sarà comunque una nuova arma da contrapporre allo strapotere verde.


E le altre case? Aprilia mostra segni di ripresa, ma più con Laverty che non con Savadori, anche se Lorenzo centra la top ten in entrambe le gare, ma da troppe gare non riesce in uno di quegli acuti che lo scorso anno lo avevano messo in luce. Intanto prosegue il “miracolo italo- argentino” del team Iodaracing, che contrappone i suoi esperti tecnici agli ingegneri Aprilia. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti.

La Yamaha paga gli alti (VdMark qualche volta) e bassi (Lowes quasi sempre) dei suoi due piloti e speriamo che il prossimo anno la casa di Iwata possa finalmente schierare un pilota di livello, magari dando ancora fiducia alla promessa olandese.


Weekend da dimenticare per la BMW che domenica ha visto entrambe le sue S1000RR rotolare nella sabbia. Ma allora Misano è stato solo un fuoco di paglia?

Cosa possano fare la MV e Camier è ormai cosa risaputa. Quando va bene (ma bene bene) Leon entra nei primi sei, quando va male si deve ritirare per problemi tecnici. La moto è ormai datata e se la SBK virerà verso moto più vicine alla serie la F4 è destinata a sparire.


La Honda continua con caparbietà a sviluppare una moto che qualcuno inizia a definire “nata male” ma Honda Europe spera che, magari dopo la 8 ore di Suzuka, dal Giappone qualcosa di buono finalmente arrivi.

Su tutto il weekend ha pesato come un macigno l’ombra di Nicky Hayden, con il suo 69 che compariva un po dappertutto. Sulla sua pista la sua mancanza si è fatta sentire ancora più del solito.
 


LE PAGELLE

Ecco i nostri voti ai protagonisti delle due gare californiane.

Jonathan Rea – 9 – Molta della “colpa” dell’attuale situazione della Superbike pesa su di lui, che a 12 gare dalla fine ha spazzato via tutti i suoi avversari, eccetto forse il suo compagno di squadra. Ci si deve aggrappare alla matematica per non dire che il campionato è finito. Gestisce male la Superpole, dove è comunque secondo, e fatica in gara uno con problemi in ingresso curva. Poi li risolve assieme al suo team e non ce n’è più per nessuno. Cancella il record della pista che resisteva dal 2014 (Giugliano) e gira sino alla fine in 1’23. Impressionante.


Chaz Davies – 9 – Gli bastano tre settimane per riprendersi da un infortunio che avrebbe allettato per mesi tutti gli “umani”. Ma “cuor di leone” Chaz non ha paura di niente e sabato corre con una grinta spaventosa, piegando sua maestà Rea. Quando parte indietro fa più fatica dei piloti Kawa a risalire la classifica e questo compromette la sua gara di domenica. Siamo certi che ci regalerà un finale di campionato con i fuochi d’artificio.


Tom Sykes – 8 – Pole position , secondo e terzo posto. Un buon bottino se non fosse che il mostro che occupa l’altra parte del suo box gli ha rosicchiato altri nove punti e lo ha strapazzato in entrambe le gare. Da un po di tempo Tom prova ad andare via da solo come faceva nelle stagioni passate ed il risultato è lo stesso : metà gara in testa e metà gara in calo. Con la moto migliore del lotto potrebbe fare di più.
 


Marco Melandri – 6,5 – Quarto per tutto il weekend (in Superpole ed in gara). Il confronto con il suo compagno di squadra è impietoso. Si sperava che la vittoria di Misano gli avesse dato quel qualcosa in più che gli mancava per fare quel salto di qualità che gli consentirebbe di lottare per la vittoria. Invece le gare passano e la situazione non cambia.


Xavier Fores – 7,5 – La sua Panigale privata non è poi molto inferiore a quelle ufficiali e quello che manca ce lo mette lui, con tanto impegno e grinta. I due quinti posti di Laguna lo consacrano come il miglior outsider del campionato. Lui ci crede sempre e chissà che prima della fine della stagione non riesca s salire sul podio. Se lo meriterebbe.


Eugene Laverty – 6,5 – Appena la sua RSV4 glielo permette, lui si ricorsa di essere uno dei migliori piloti di questo campionato. Si sdraia nella prima gara, mentre nella seconda rischia meno e porta a casa un sesto posto che da morale a lui ed alla squadra. Fossi in lui busserei alla porta della Yamaha.
 


Leandro Tati Mercado – 7   Il team Iodaracing lo sta aiutando a crescere e Tati ha superato l’esame di maturità di Laguna a pieni voti. A soli 25 anni l’argentino è senza dubbio una delle migliori promesse della Superbike.


Raffaele De Rosa – 5 – Venerdì e sabato è caduto in prova, domenica in gara. Così non va. Certo la S1000RR non è facile da guidare e da portare al limite, ma bisogna che il generoso pilota napoletano questo limite lo trovi in fretta.


Alex Lowes – 5 – E’ probabilmente il pilota più sopravvalutato della Superbike. Costa più di ricambi che di ingaggio, ma soprattutto non aiuta il team a sviluppare la R1. Può tornare nel BSB, senza lasciare rimpianti.


Stefan Bradl – 6 – Un'annata davvero difficile per il pilota tedesco. La nuova CBR non migliora e mamma Honda non aiuta (però lo ha convocato per la 8 ore di Suzuka). Lui si dimostra un grande professionista e non batte ciglio, ma quanto talento sprecato. Speriamo che resti in Superbike anche il prossimo anno, però con una moto competitiva.


Jakub Smrz – 5 – Ma con tanti giovani talentuosi in giro, non c’era proprio nessun altro da far correre a Laguna?