Sacchi: “Chi accettò i nuovi regolamenti SBK per Aprilia era distratto”

Sacchi: “Chi accettò i nuovi regolamenti SBK per Aprilia era distratto”
Carlo Baldi
Aprilia resta in Superbike grazie al team Iodaracing, e Sacchi rivendica il tempo necessario per lavorare alle RSV4, penalizzate da regolamenti che a Noale non avrebbero dovuto accettare
23 marzo 2016

Sembrava proprio che quest’anno Aprilia non sarebbe stata presente nel mondiale Superbike. La casa di Noale non è certamente un colosso, come lo sono ad esempio Honda e Yamaha, e quindi non può permettersi il lusso di essere impegnata ufficialmente in due campionati mondiali. Ma proprio quando sembrava non ci fossero più speranze, ecco arrivare Giampiero Sacchi ed il suo team Iodaracing. Anche grazie alle sinergie possibili da quando è Dorna a gestire entrambi i campionati, la squadra italiana ha cambiato radicalmente rotta ed ambizioni, scegliendo la Superbike per tornare a lottare per risultati importanti. Seduti allo stesso tavolo, Iodaracing, Dorna ed Aprilia hanno trovato la quadratura del cerchio. Peccato solo che le firme sui contratti siano state apposte a circa dieci giorni dai test ufficiali di Phillip Island. Appena il tempo per Aprilia di mettere tutto nelle casse e per il team di Sacchi di fare i biglietti aerei e partire.


Piloti e tecnici hanno visto le RSV4 solo in Australia, quando hanno aperto le casse, con tutto ciò che ne consegue. Se a questo aggiungiamo che De Angelis non si è ancora ripreso al 100% dal brutto infortunio di Motegi (e lo prova la sua recente operazione al braccio) e che Savadori era al debutto in Superbike, i risultati ottenuti nei primi due round del campionato vanno considerati senza dubbio positivi. Invece le critiche non sono mancate, soprattutto da parte di chi aveva ancora negli occhi i passati trionfi delle moto della casa veneta. Senza comprendere (o facendo finta di non capire) come stanno realmente le cose, c’è chi ha accusato Iodaracing ed i suoi piloti di non saper sfruttare il potenziale delle RSV4, mentre Aprilia è stata accusata di aver abbandonato le moto al loro destino.
 



Per sapere quali siano veramente i rapporti esistenti tra squadra e produttore, e cosa ci si possa aspettare in futuro dal binomio Iodaracing/Aprilia, abbiamo intervistato i diretti interessati : Romano Albesiano, responsabile Aprilia Racing, e Giampiero Sacchi, proprietario e team Principal di Iodaracing. Forte del suo passato nel gruppo Piaggio, e dell’aver visto nascere la RSV4, il manager ternano non ha perso l’occasione per togliersi qualche (grosso) sasso dalle scarpe.

 

Romano Albesiano, responsabile Aprilia Racing


Albesiano, qual è il vostro rapporto con il team Iodaracing? Per voi è solo un cliente? 

«Iodaracing è un cliente, anche se un cliente particolare in virtù del suo rapporto con Aprilia Racing, che va avanti da tempo. E poi, specialmente in SBK, Aprilia non vuole considerare come un “semplice" cliente chi porta in pista le sue moto, anche se contrattualmente il rapporto è quello».

 

Indipendentemente dagli accordi Iodaracong/Aprilia, la vostra immagine racing è comunque in gioco.  

«Certamente sì. Anche se il discorso va correttamente inquadrato in una gestione che non è nostra in modo diretto, ma del team cliente, che opera con il nostro supporto».

 

Aprilia intende continuare a sviluppare la RSV4 anche per renderla appetibile ad altri team SBK, o lo considerate un progetto ormai concluso?

«No. Non è un progetto concluso. Aprilia continuerà a sviluppare la RSV4 per i campionati delle derivate dalla serie, dunque non solo per la SBK, ma anche per la Superstock».

 

Come vi siete spiegati i risultati delle RSV4, per la prima volta apparsa indietro rispetto agli avversari?

«Ho visto un Savadori molto competitivo che in Gara2 in Thailandia è stato anche il primo degli italiani, con un nono posto che proprio non sfigura. Quindi parlare di “indietro” per un team nuovo per la Superbike, per due piloti nuovi per questo campionato e per un inizio dei lavori così vicino alla prima gara, mi sembra davvero ingiusto, soprattutto alla luce dei risultati conseguiti. Quanto al risultato in gara, la spiegazione non è difficile. Senza dimenticare che le moto sono le stesse che hanno vinto le ultime gare dello scorso campionato mondiale, per quanto gli avversari possano aver migliorato le proprie prestazioni i risultati delle prime due gare non si spiegano con questi miglioramenti, bensì con la ovvia necessità del team di conoscere ed imparare a gestire la moto, così come per i piloti di conoscere moto, campionato, gomme, e perfino i circuiti che - non dimentichiamolo - erano per loro sconosciuti in queste due prime gare».  

 

Lorenzo Savadori si può considerare un pilota Aprilia? E se sì, quali programmi avete per lui in futuro? 

«Sì, Lorenzo è assolutamente un pilota Aprilia. E’ un ragazzo d'oro ed un pilota fantastico che abbiamo già portato alla vittoria nel campionato Superstock. Abbiamo lavorato molto per quella vittoria, e successivamente per dargli un’opportunità in Superbike. Lo stiamo seguendo molto da vicino, e siamo molto contenti di come ha iniziato il mondiale. Avevamo delle aspettative, ma Lorenzo le ha superate. Vogliamo rimanere coi piedi per terra, ma pensiamo che possa avere un ottimo futuro in SBK, e poi chissà... siamo solo all’inizio di un cammino».
 


Giampiero Sacchi, proprietario e team principal di Iodaracing

Come ti sono sembrati questi primi due round SBK?

«Innanzitutto devo dire che il nuovo format con due gare in due giorni è molto interessante e mi sembra azzeccato. Non so se lo sarà anche per il pubblico in circuito, ma per i team, gli sponsor e per chi ci segue da casa avere due gare all’ora di pranzo mi sembra un’ottima cosa. Sono certo che i numeri che riguardano gli ascolti saranno interessanti, con tutto ciò che ne conseguirà, riferito agli sponsor ed alle aziende che potranno potenzialmente essere coinvolte».

 

E del tuo team cosa ci puoi dire?

«Sapevamo in anticipo che sarebbe stata una partenza in salita, perché non conoscevamo le moto. Per fortuna la mia squadra è composta da tecnici di valore, con una grande esperienza, ma non è stato facile. Pensa che ad esempio solo ora possiamo organizzare un magazzino di ricambi. Quello che siamo stati costretti a fare è tutto scritto nel manuale delle “cose da non fare” e al primo capitolo c’è : “iniziare a lavorare ad una settimana dalla prima gara”. A parte gli scherzi, ne eravamo coscienti e ce lo aspettavamo, così come ci aspettavamo un po di fango da chi non sa, o finge di non sapere, come stanno le cose».


Ci sono comunque stati dei lati positivi.

«Sì certo. Abbiamo visto che i motori sono davvero potenti, che i miei tecnici stanno imparando in fretta a lavorare sulle RSV4, e che i piloti si sono migliorati ogni volta che sono scesi in pista. L’atmosfera nella mia squadra è stupenda, con una precisa conoscenza delle nostre forze e dei nostri attuali limiti. Ad onor del vero, va detto che Phillip Island e Chang sono circuiti favorevoli alle Aprilia, ma nelle nostre condizioni non abbiamo potuto sfruttare più di tanto questo fattore».

 

Di quanto tempo avrete bisogno?

«Il meno possibile. Non siamo qui per fare una scampagnata. Abbiamo moto importanti e piloti molto bravi. E’ un progetto bellissimo, nel quale crediamo. Queste due gare hanno detto che Alex non è ancora al 100% e per questo ha sofferto in tutti i sensi. Note molto positive da Savadori, che ha dimostrato una grande maturità, ad iniziare dalle qualifiche in Australia chiuse all’ottavo posto. Ci serviranno almeno altre 4 o 5 gare prima di capire quale ruolo potremo giocare in questo campionato. Di certo assieme a Giugliano siamo la bandiera del motociclismo italiano in SBK, un campionato che ha bisogno di Aprilia e di altri due piloti italiani ai vertici».

 

Aprilia vi aiuterà?

«Mi hanno insegnato che nella vita bisogna dare prima di chiedere. Se saremo bravi e dimostreremo di essere dei clienti interessanti, allora Aprilia sarà un buon fornitore. Se non saremo dei buoni clienti, allora forse loro non saranno tanto interessati ad essere dei buoni fornitori».

 

La RSV4 è sempre stata una delle moto da battere. Lo sarà ancora?

«Ha detto bene Max Biaggi : “questa moto è come una bellissima pianta, che se non la bagni può avvizzire”. Dopo aver vinto in Qatar queste moto sono state rimesse in pista solo in Australia. Dobbiamo avere il tempo di lavorarci su per farle rifiorire. Certo è una moto diversa rispetto a quella che ho visto nascere quando ero in Aprilia. Ed è per lo meno singolare che in un campionato per moto derivate dalla serie le nostre debbano rinunciare ad utilizzare particolari che sono invece presenti sulle RSV4 che si possono acquistare dai concessionari, come ad esempio il cambio estraibile. Faccio fatica a capire come chi avrebbe dovuto difendere gli interessi di Aprilia quando vennero discussi i regolamenti, abbia potuto accettare certe regole. Può darsi che magari fosse distratto dal suo prossimo passaggio ad un’azienda concorrente».