Nico Cereghini: “Forza Melandri, forza Ducati!”

Nico Cereghini: “Forza Melandri, forza Ducati!”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Dopo la MotoGP si guarda alla SBK, che scatta sabato mattina. Scommetto che sarà una grande stagione anche qui, perché il campionato cresce, nonostante tutto, anno dopo anno
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
21 febbraio 2017

Punti chiave

Ciao a tutti! Finito il secondo round dei test MotoGP, chiusa dopo la Malesia anche la sessione australiana, qualche bilancio già circola. Soprattutto nei commenti dei lettori. Abbiamo per fortuna tante belle teste che ragionano, tra i nostri amici, ma se ci si vuole divertire con la fantascienza non mancano i temi. C’è chi assicura che Viñales sarà il protagonista assoluto dei prossimi cinque anni, chi invece ha già deciso che macché, Márquez e la Honda dominatori della stagione, chi infila d’ufficio Valentino tra i pensionati e chi, addirittura, considera già fallita l’avventura di Lorenzo alla Ducati. Dimenticando che non stiamo parlando del campionato parrocchiale, ma della massima divisione che raccoglie i migliori professionisti del mondo; trascurando il fatto che questa non è gente che corre trafelata dietro alla palla, ma che sa dosare le forze e dare tutto quando conta.


Vedremo in Qatar tra dieci giorni. La tensione cresce aspettando la gara di apertura del 26 marzo. Ma nel frattempo abbiamo la bella possibilità di riempirci gli occhi con la SBK, che scatta sabato prossimo a Phillip Island. E’ già la trentesima edizione del campionato, e l’anno della sua nascita mi pare ieri: 1988, Fabrizio Pirovano con la Yamaha FZ contro Fred Merkel, primo campione con la Honda RC30 del team Rumi, poi Lucchinelli sulla Ducati 851 e Tardozzi sulla Bimota YB4, e un certo Mick Doohan, che con una Yamaha vinceva in Giappone e nella sua Australia. Bei tempi, che molti rimpiangono, e spesso lo fanno, però, svalutando il presente. E io capisco che i protagonisti di allora - dal team manager che vinceva al telecronista che raccontava le gare - si sentano oggi molto meno coinvolti; così come è comprensibile che i giovani di allora siano oggi un po’ più anziani e amareggiati, perché il tempo dipinge i fatti con i colori della leggenda. Eppure io sostengo che oggi sia meglio: più sicuri i circuiti, più stabile il regolamento, più ricca la griglia di partenza, più professionale l’organizzazione. Non mancano i limiti di un calendario assurdo che prevede una sola gara a giugno, una a luglio e poi una ad agosto con un buco di quaranta giorni. Dorna su questo piano lascia molto a desiderare, ma lo spettacolo cresce insieme ai motivi di interesse.


Dovessi scommettere, mi sbilancio, punterei su Ducati. Nonostante una supermoto, il gran talento di Rea e la tenacia di Sykes, credo infatti che la Kawasaki farà fatica a vincere il titolo. Davies ha chiuso la stagione scorsa dominando, questa volta sarà più concentrato e non butterà via i punti nella prima parte, e poi sulla rossa c’è il rientrante Marco Melandri che – contro il parere di molt i- potrebbe costituire la vera sorpresa della stagione. Senza trascurare la nuova Honda con Hayden e Bradl, la Yamaha con Lowes e Van Der Mark, l’Aprilia, la MV, la BMW, Lorenzo Savadori che è il pilota emergente. Appuntamento sabato davanti alla TV.

Forza Melandri forza Ducati