Nico Cereghini: “Davies e l’irritante Rea”

Nico Cereghini: “Davies e l’irritante Rea”
Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
Il pilota della Kawasaki è il più forte e lo sa, ma i suoi atteggiamenti sono talvolta discutibili. Davies, sotto pressione, si arrabbia anche troppo. Finisce male: la Ducati lo tradisce sul più bello
  • Nico Cereghini
  • di Nico Cereghini
2 maggio 2017

Punti chiave

Ciao a tutti! Del fine settimana non mi sono perso niente, dalle qualifiche alle gare, dalla SBK fino alla SSP 300. Grande spettacolo, tante emozioni, purtroppo anche il brutto incidente di Fritz nella Superstock 1000. Mi hanno colpito gli eccessi della nuova classe 300, dove non sarà facile ridurre il tasso di combattività: in dieci o dodici tutti insieme dentro la curva, veloce o lenta è lo stesso, con uscite oltre i cordoli, contatti e cadute rovinose. Troppi rischi, qualcosa bisognerà assolutamente fare.


E naturalmente mi ha deluso profondamente l’epilogo della gara di sabato, con Chaz Davies appiedato dalla sua Ducati all’inizio dell’ultimo giro quando se la stava giocando con Rea e guidava oltre il limite. Una splendida battaglia tra due connazionali (un gallese e un irlandese, però) che non si amano. Io sono un fan della guida di Jonathan Rea, uno che con la sua Kawasaki pare danzare tra le curve senza neanche consumare le gomme e la benzina, però sto con Chaz...L’avete vista la discussione dopo le qualifiche? Rea aveva danneggiato l’ultimo giro buono di Davies restando distrattamente in traiettoria e girandosi dopo la curva e non prima. Poi, nel confronto al parco chiuso, ci ha messo un po’ a riconoscere il suo errore. Minuti di tensione, con il ducatista sempre più furioso e l’altro con un sorrisetto provocatorio come a dire “non farla tanto lunga”. Punito, ha poi finalmente ammesso la sua responsabilità.


Un episodio minimo, parliamo di attimi adrenalinici e va bene tutto, però Davies, che corre in inferiorità tecnica e gli tocca anche ascoltare il rivale che garantisce ai giornalisti che la Panigale è più veloce della Ninja, non è un monaco trappista e giustamente si in…quieta. Gara-1 è stata un monumento all’orgoglio e alla rabbia: finirla così, con la Ducati muta, è stato molto peggio che perderla. E la Ducati, che con Melandri sembrava una biscia, purtroppo ha perso tanti punti.


Infine una precisazione. Le SBK vanno fortissimo e sono belle da vedere anche se i sorpassi un po’ scarseggiano, e sul giro secco si avvicinano molto alle MotoGP destando entusiasmo e meraviglia. Merito soprattutto della fantastica Kawasaki e di Pirelli. Però quando si confrontano i tempi bisogna essere precisi. Nelle qualifiche Rea ha spiccato un favoloso 1'33"505, ancora meglio dell’1'33"617 del giro record di Marc Márquez nel famoso GP d’Olanda del 2015 (quello che finì con Rossi dritto in variante). Un risultato inimmaginabile! Però, per completezza, va detto che ad Assen il record nelle qualifiche è di Rossi in 1'32"627, quindi un secondo in meno. Contribuisce alla confusione anche Dorna, che per la MotoGP definisce record del circuito il miglior tempo registrato in gara (come si è sempre fatto, giusto o sbagliato che sia, anche in F1), mentre per la SBK, chissà perché, considera il miglior crono delle prove.

Davies e l’irritante Rea
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