Kenan Sofuoglu: “Sono ricco e invidiato”

Kenan Sofuoglu: “Sono ricco e invidiato”
Carlo Baldi
In una recente intervista, il Sultano ha raccontato della ricchezza e del potere politico ottenuto grazie alle sue vittorie. Un patrimonio fatto di 50 appartamenti e numerose auto sportive
28 dicembre 2020

Kenan Sofuoglu, cinque volte campione del mondo Supersport, è stato il primo pilota turco motociclistico ad essersi imposto a livello internazionale. Nel 2006, dopo aver perso da “pollo” il titolo Superstock 1000 all’ultima curva di Magny Cours, regalandolo al suo compagno di squadra Didier Van Keymeulen, ha debuttato in Supersport, ed ha scoperto che quella era la categoria, tanto che già l’anno successivo riuscì a laurearsi campione del mondo con la Honda del team Ten Kate. Gli altri suoi 5 titoli li ha vinti nel 2010,  2012, 2015 e 2016.

La classe 600 è stata il suo regno, ma anche il suo limite, visto che quando il Sultano ha cambiato categoria non ha vinto nulla e quando ci ha provato prima in Superbike (2008 solo 18°) o poi in Moto2 (2011, 17° con un podio) ha dovuto tornare con la coda tra le gambe in Supersport

Ha smesso di correre nel 2018, dopo che l’anno precedente era stato vittima di un grave infortunio a causa di una caduta a Magny Cours che ha di fatto posto termine alla sua carriera.

Alla fine il palmares del turco riporta (in Supersport) 43 vittorie in 126 gare, 85 podi, 34 pole position ed il record di punti 2049. Quest’ultimo record dà la misura della sua grandezza se si considera che il secondo di questa speciale classifica è Fabien Foret con 1475 ed il terzo Jules Cluzel con 1353.

Profeta in Patria

Nel suo Paese di origine, le sue vittorie non sono passate inosservate e non solo tra gli sportivi, ma anche tra i politici e l’attuale Presidente Tayyip Erdogan lo ha voluto in Parlamento. Kenan ha sfruttato questo potere per aiutare molti giovani piloti turchi ad emergere, tra i quali il talentuoso Toprak Razgatlioglu che ha accompagnato dalla Rookies Cup al mondiale Superbike, e che tra qualche anno intende portare in MotoGP.

Il suo è un ruolo di “padre padrone” e dai suoi ragazzi esige sempre il massimo impegno ed abnegazione. Intervistai il nipote Bahattin Sofuoglu (che porta lo stesso nome di uno dei due fratelli di Kenan, entrambi deceduti in moto) dopo la gara del suo debutto in Supersport 300, nella quale ottenne il 17° posto. Anziché essere contento di aver concluso la gara (non conosceva la pista e nemmeno la moto, la Yamaha R3 del team Trasimeno) mi disse a testa bassa, quasi in lacrime: “Kenan mi ha detto che se non entravo in zona punti non mi avrebbe più fatto correre”. C’è chi sostiene che la sua presenza nel box condizioni in negativo i suoi pupilli, ma di fatto senza di lui sarebbero probabilmente rimasti a correre in Turchia.

Più ricco di Rea

Sofuoglu è stato di recente intervistato dal sito tedesco Sportweek.com e ha parlato poco di corse e di moto, e tanto della sua situazione economica.  

"Sono stato il primo pilota turco e questo mi ha permesso di avere molti sponsor - ha affermato -. Pur avendo un buon contratto con la Kawasaki non ho guadagnato molto grazie a loro, ma sono diventato ricco con le mie vittorie.

E ci svela poi come abbia fatto a trarre il massimo profitto dai suoi successi: “Ai miei sponsor dicevo: se non vinco non mi date nulla, ma se vinco mi dovete dare tanto. Ed ho vinto tantissimo”.

Tanto da permettergli di affermare “In caso di vittoria incassavo più di Jonathan Rea".

E da buon politico oltre che da buon pilota e padre di famiglia, il Sultano ha saputo investire al meglio il suo patrimonio, senza sprecare nulla.

"Ho investito tutti i soldi che ho guadagnato negli ultimi dieci anni e oggi ho circa 50 appartamenti che affitto e ho un buon parco moto e auto (tra le quali una Lamborghini)”.

Certo anche per lui non è stato facile raggiungere il successo: "La mia vita è stata difficile. Non avevo nessuno che mi aiutasse ed ho dovuto fare tutto da solo, attraversando momenti difficili. Ho perso molto nella mia vita privata. Ora la mia è una vita da politico ed è molto diversa da quella a cui sono sempre stato abituato. C’è chi ha dovuto fare 30 anni di carriera politica per ottenere un seggio in parlamento. Io siedo in parlamento, e questo fa arrabbiare molte persone. Gli invidiosi si arrabbiano anche per il mio stile di vita. Nessuno di loro guida una Lamborghini”.