Speciale Sei Giorni. Intervista a Mario Rinaldi e Alex Zanni

Speciale Sei Giorni. Intervista a Mario Rinaldi e Alex Zanni
L'appuntamento con la Sei Giorni si avvicina e noi abbiamo intervistato i due tecnici che accompagneranno la spedizione azzurra
24 settembre 2012

Punti chiave


Mario Rinaldi


Due giorni prima di partire per la Sei Giorni anche Mario Rinaldi si sottopone alla sessione di interviste, e lo fa come al solito, con la sua carica di simpatia. Ancora prima di cominciare mi dice: «Fai delle domande specifiche? » e alla mia risposta positiva conclude con un «Brava!».

Già alla prima domanda però lo spiazzo e mi dice, «Ferma tutto, ricominciamo da capo, devo fare il conto!» e la domanda era semplicemente: Quante Sei Giorni ci sono nel tuo passato?.
Ovviamente su due piedi non se lo ricorda, e utilizzando le dita della mano le conta una a una:
«Dunque... La prima nell'89, poi '90,'91,'92,'93,'94...una l'ho saltata, quindi ' 96 poi via via tutte le altre, ho saltato il 2002, poi nel 2003 Brasile – chissà come mai questa se la ricorda? - 2004 devo averla saltata e nel 2005 Repubblica Ceca c'ero. Allora da pilota 14, e non da pilota la prima lo scorso anno, in Finlandia».

Sempre da tecnico, nel 2011?
Risponde deciso, dapprima... «Sì, sì, tecnico – poi fa una pausa – Non ho capito bene il mio ruolo lo scorso anno - e ride – ma c'ero... facevo da autista ai ragazzini, seguivo la Junior, ma il mio ruolo non era tanto chiaro. Davo una mano, visto che era la mia prima esperienza. Come ai miei tempi ha fatto qualcun'altro con me, ho cercato di ricordarmi e di fare lo stesso».

Già a proposito, chi lo faceva con te quando eri "piccolo" (si fa per dire perchè nell'89 Mario aveva già 23 anni ! nda)?
«Eh, ce ne sono stati parecchi, gli ultimi me li ricordo bene... C'è stato il Nicoli, una volta Pellegrinelli, e poi mi ricordo bene Bartocci, che era fortissimo!».

Il tuo ruolo specifico di quest'anno?
«Seguirò i ragazzi del Trofeo. Avrò questo ruolo di accompagnatore, darò dei consigli, Alex Zanni farà il Vaso e io il Trofeo. Ma i due lavori si equivalgono, noi portiamo i ragazzi sulle speciali, e poi restiamo lì. Useremo due motociclette per avere più libertà ed essere più veloci nei movimenti fra una speciale e l'altra se ci sono dei problemi. Poi sai, magari in prova speciale con un mezzo 4 ruote ci si mette troppo, ora che lo parcheggi, invece con la moto ci infiliamo nei boschi e via. Anzi, mentre si andrà a fare ricognizione con i ragazzi anche noi due, tecnici responsabili, ci daremo da fare per trovare i percorsi alternativi per muoverci, cosa che si fa comunque e sempre durante le gare».

Però la ricognizione a piedi con i ragazzi la fate?
«Assolutamente sì. Forse quelli del Trofeo non hanno tanto bisogno né dubbi, ma i ragazzi giovani – quelli del Vaso - hanno sempre qualche dubbio, su certi passaggi, per cui il consiglio e la pacca sulla spalla fa sempre bene...».

Nel tuo caso invece, saranno i tuoi “ragazzi” a darti le pacche sulla spalla...
«Vero! I miei sanno il fatto loro e mi diranno, vai tranquillo, vai al bar, veniamo a prenderti quando abbiamo

Quelli del Trofeo non hanno tanto bisogno né dubbi, ma i ragazzi giovani – quelli del Vaso - hanno sempre qualche dubbio, su certi passaggi, Per cui il consiglio e la pacca sulla spalla fa sempre bene

finito – e ride di gusto!».

Come la vedi la squadra?
«Bè, innanzitutto ci sono stati tanti cambiamenti, sai che sembrava dovessero esserci vari piloti poi alcuni sono stati rimpiazzati. Alla fine comunque, quella del Trofeo la vedo, non fortissima, ma un bel gruppo, che potrebbe dire la sua e portare a casa anche un bel risultato. Mentre il Vaso la vedo una papabile squadra per la vittoria. Quello che conta e che secondo me è importantissimo e potrebbe cambiare il risultato è che se sono uniti e hanno voglia di fare potrebbero cambiare molte cose, se invece non sono uniti e non ci si impegna a fondo c'è la possibilità che il risultato non venga come, magari, potrebbero meritare. E' un attimo dal podio scendere di 5 posizioni».

E il ritiro di Aviano ha funzionato proprio in questo senso, vero? Era da 5 anni che non se ne faceva uno?
«Esatto, è stato importante perchè si è cominciato prima della Sei Giorni a vedere un po' come si comportano questi ragazzi insieme. Posso dire, in effetti, che il primo giorno non c'era tanto affiatamento, poi però c'è stato il giorno successivo. Questa cosa sicuramente dà dei vantaggi perchè durante la Sei Giorni partiranno con un affiatamento diverso e credo che nel futuro sarebbe bene, tramite la Federazione, creare il gruppo dei papabili piloti trofeisti e cominciare a fare degli allenamenti collegiali, prima della Sei Giorni, durante l'anno. Ci daremo da fare in questo senso».

Abbiamo una nazionale molto giovane, tutti sotto i 30 anni, anche se già molto esperti, un fatto positivo?
«Sì, positivo perchè se c'è da ripartire con un'ottica orientata a crescere è giusto che si parta con dei giovani, che all'inizio magari arrancheranno un po' ...un giorno ci troveremo con dei ragazzi maturi e con un bagaglio di esperienza notevole».

Il tuo ruolo è quello di svegliarli un po', anche, nel senso di aprirli di più, agire sul loro carattere?
«Sì, non sarà facile...come quando ero io in Nazionale, il discorso è quello, hai un impegno da tenere presente. E' bello lavorare per raggiungere un obiettivo ma non devi trascurare il divertimento che ti fa anche rilassare psicologicamente. Noi ci impegnavamo ma ci divertivamo, ed è quello che cercherò di insegnare ai ragazzi».

Pronostico? Chi vince e cosa facciamo noi?
«Oddio mio ! Francesi favoriti, lo sappiamo tutti. Finlandia sempre forte, a mio giudizio, e poi a rotazione, Svezia, Spagna, Italia – voglio dire, è lì che potrebbe giocarsi sicuramente il podio, e poi via via gli altri».


Alex Zanni


Come ha detto Mario ad Alex Zanni, 39 anni, spetta invece il ruolo di tecnico per i ragazzi del
Alex Zanni
Alex Zanni

Vaso, o meglio ex Vaso, come spiega lo stesso Alex che è alla sua quarta sei Giorni, dopo le precedenti disputate da pilota.
«Sono alla mia prima Sei Giorni da Manager. Il termine esatto è Tecnico addetto ai giovani, ex Vaso, oggi si chiama il trofeo junior, e si dice Manager del Trofeo Junior.  Mi sento più vicino ai giovani, cercherò di fare gruppo...».

Tu ti senti ancora pilota dentro, però?
«E' vero, assolutamente. Infatti a tavola mi sbaglio sempre e vado a sedermi con loro mentre, avendo la camicia FMI, devo stare dall'altra parte. E' una soddisfazione per me essere dentro e il mio compito sarà seguire i piloti, fin da quando arriviamo, poi dovrò girare con la moto sulle speciali e nei punti difficili indicare loro il problema, ed è una cosa che mi piace tanto».

Che rapporto c'è con i ragazzi?
«Il rapporto con i ragazzi è buono, non ho mai avuto niente contro nessuno, né con tutti gli altri piloti, e con alcuni di loro ci conosciamo da anni, non solo nell'enduro ma anche da quando facevo cross, quindi direi bene».

Sei nervoso, o teso?
«Mah, sinceramente... da pilota forse c'era un pelino di tensione, ma io sono sempre stato uno così, ne ho sempre risentito poco, e spero di trasmetterlo questo. Non so perchè anche alle gare sono sempre stato poco agitato, mentre ci sono piloti che lo sentono molto».

C'è qualcosa che ti preoccupa?

E' la prima Sei Giorni da questo lato, non so bene cosa mi aspetta. Però penso sia una cosa che giorno dopo giorno mi verrà facile, non credo che sarà troppo difficile

«Bè, è la prima Sei Giorni da questo lato, non so bene cosa mi aspetta. Però penso sia una cosa che giorno dopo giorno mi verrà facile, non credo che sarà troppo difficile. Mi fa tanto piacere, e sarò con i ragazzi – come si dice? - sarò in sella con loro. Anche solo quando li vedo girare in moto in allenamento avrei voglia di essere lì con loro, in moto ancora a sparare qualche....- e sorride al pensiero - visto che ancora in moto ci vado».

Ti chiedono consigli? Oppure tu li dai a prescindere?
«Bè io li do perchè è il mio ruolo, ho anche una scuola, a casa, e ho visto quest'anno che sia nel mondiale, sia nell'italiano ho dato qualche consiglio a piloti di livello e poi mi hanno detto che erano giusti, e penso che lo farò anche alla Sei Giorni...Al momento vedo che sono tutti tranquilli, nei giorni prima di partire, sicuramente salirà la tensione ma appena partirà la gara passerà tutto, ne sono abbastanza sicuro. La tensione sarà al pronti via, poi passerà. Avranno più da pensare alla stanchezza e a come recuperare, vedrai».

Pronostico?
«Io parlo per i miei... spererei almeno nel gradino più basso del podio. Da pilota si parte sempre, già dalla prima giornata, con l'idea vincente, convinto di quello che fai. Dopo logicamente quello che viene viene, però si parte con l'idea di vincere. Ma una Sei Giorni è lunga e tutto può accadere, per questo devi dare il massimo fin dalla prima giornata. Abbiamo bravi ragazzi, e quindi perché no?».


Elisabetta Caracciolo

Foto: Axiver